Vengo anch'io: la felicità è contagiosa

Al centro del primo progetto cinematografico del sodalizio comico Nuzzo-Di Biase c'è il viaggio da nord a sud di una famiglia improvvisata ed emarginata, alla ricerca di una seconda possibilità; il film diverte grazie a idee semplici, a una comicità sfrontata e originale e al grande affiatamento tra i due autori e interpreti.

Milano. Un centro di accoglienza per minori, un assistente sociale logorato dal suo lavoro e dalla solitudine che per dormire, funzionare, vivere ha bisogno di mezza farmacopea, l'ennesimo "incidente"; perso il lavoro, a Corrado non resta che intraprendere un viaggio verso il sud, verso il natio Salento, verso la fine dell'ansia e dell'insensatezza. Ma non sarà da solo, perché un ex assistito, maggiorenne di fresco e affetto da sindrome di Asperger, gli impone la propria logorroica presenza per farsi portare dal padre che l'ha abbandonato anni prima, mentre la compagna di viaggio "ufficiale" è una pregiudicata per tentato omicidio che deve raggiungere il porto di Brindisi per assistere alla gara di canottaggio della figlia che non vede da due anni.

Vengo anch'io: Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in un'immagine promozionale del film
Vengo anch'io: Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in un'immagine promozionale del film

Il viaggio verso il punto più basso di un paese depresso e umiliato diventa una piccola avventura tra incontri, rivelazioni e un inesorabile avvicinarsi, fino a una conclusione affettuosa e conciliante, piena, nonostante tutto, di speranza e vitalità: nelle intenzioni degli autori di Vengo anch'io, "un piccolo atto rivoluzionario".

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Famiglia per caso

Vengo anch'io: Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in una scena del film
Vengo anch'io: Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in una scena del film

Corrado Nuzzo e Maria Di Biase sono attori teatrali e comici versatili che condividono da quindici anni una soddisfacente carriera come autori televisivi e radiofonici; grazie a Tramp Limited e Medusa, approdano sul grande schermo con un film piccolo e solare, che mette a frutto la loro esperienza nel creare una comicità originale e ricca di umanità oltre al loro straordinario affiatamento sulla scena. Per quanto curata nelle dinamiche tra i personaggi e nella scrittura, la sceneggiatura di Vengo anch'io non è inattaccabile dal punto di vista narrativo, anzi offre il fianco a osservazioni sulla verosimiglianza e la logica interna; problemi che di fronte a un'opera così piacevole, senza troppe pretese e oggettivamente divertente ci sentiamo indotti a perdonare senza troppe difficoltà. Il film nasce con le premesse di una commedia pura e non ha altra ambizione che divertire raccontando i perdenti con una tenerezza e un'umanità che a tratti sono genuinamente toccanti.

Vengo anch'io: Gabriele Dentoni in una scena del film
Vengo anch'io: Gabriele Dentoni in una scena del film

Di Biase e Nuzzo scelgono di allontanarsi dagli scenari di coppia in cui sono più ferrati per raccontare un incontro fatidico tra persone che scoprono di potersi dare una mano a vicenda, o più che altro di non potersi abbandonare l'un l'altro al proprio destino; c'è tanta ricchezza e spessore nella fisicità e nell'espressività dei due protagonisti, tanta autenticità nelle loro interazioni, da farci abbracciare la leggerezza con cui vengono toccati temi come la tossicodipendenza, l'abbandono, il suicido o la disabilità. Se Maria e Corrado sono un tandem irresistibile, a dar loro man forte ci sono due giovani di talento come Gabriele Dentoni e Cristel Caccetta; se la seconda contribuisce all'arricchimento emotivo della parte finale, il primo è un è uno spassoso complemento al percorso dei due protagonisti grazie alla caratterizzazione convincente e asciutta di un ragazzo afflitto da un disturbo dello spettro autistico (affrontato per altro con deliziosa ironia citazionista).

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Voglia di vincere

Vengo anch'io: Cristel Caccetta in una scena del film
Vengo anch'io: Cristel Caccetta in una scena del film

Nella loro urgenza di cogliere, più che un contesto verosimile, una condizione radicata nella realtà, un sentimento universale percepito viaggiando per il paese e raccogliendo riflessioni ed esortazioni affidate ai graffiti e alle piazze, Nuzzo e Di Biase ci ragalano una compagnia gradevolissima e l'invito a ritrovare il valore della solidarietà nel segno del rispetto e della compassione per chi ha qualche difficoltà più degli altri. Un obiettivo lodevole, e perfettamente centrato.