Veleno: salvare la terra è salvare noi stessi

Dopo aver chiuso la Settimana della Critica a Venezia 74, Veleno è in sala: il dramma dell'avvelenamento della terra nella Terra dei Fuochi, con protagonisti Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo e Salvatore Esposito.

Veleno: Luisa Ranieri in un momento del film
Veleno: Luisa Ranieri in un momento del film

Cosimo (Massimiliano Gallo) e Rosaria (Luisa Ranieri) Cardano sono due lavoratori modesti, che allevano con amore le proprie bufale e coltivano la terra, in attesa di poter avere un figlio. La loro fattoria però si trova in una zona che fa gola all'aspirante sindaco locale, Rino Caradonna (Salvatore Esposito), che ha sposato la figlia di un boss locale, che gestisce lo smaltimento illegale di rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi. Quando la coppia si rifiuta di vendere il terreno, cominciano le minacce: prima verbali, poi prende fuoco la stalla con tutte le bufale dentro e infine il trattore.

Nonostante la coppia sia contraria a cedere, il fratello di Cosimo, Ezio (Gennaro Di Colandrea), spinto anche dalla moglie, Adele (Miriam Candurro), gli suggerisce di vendere, in modo da stare tranquillo e magari guadagnare una bella somma. Ostinato fino alla fine, Cosimo non ha ripensamenti fino a quando non scopre di essere malato: la scorie tossiche sono penetrate non solo nel terreno, ma anche nel suo organismo. In più, Rosaria aspetta una bambina. Senza prospettive e abbandonati da tutti, i coniugi Cardano devono prendere una scelta importante: arrendersi per preservare il poco che è rimasto loro, o resistere, in nome dell'onestà e della dignità.

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Veleno: Massimiliano Gallo e Gennaro di Colandrea in una scena del film
Veleno: Massimiliano Gallo e Gennaro di Colandrea in una scena del film

Ispirato a una storia vera, Veleno, che ha chiuso la Settimana della Critica della 74esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, racconta uno dei drammi dei nostri giorni: l'avvelenamento della terra, il disprezzo per l'ambiente, la follia di guadagni facili oggi, senza pensare che un domani questo scempio potrebbe rendere impossibile la vita. Opera seconda di Diego Olivares, che torna al cinema dopo I cinghiali di Portici, Veleno cerca di raccontare l'orrore che avviene da anni nella Terra dei Fuochi, partendo dalla storia di una singola famiglia, presa a simbolo di tutti gli onesti cittadini del casertano.

Veleno: Gennaro Di Colandrea in una scena del film
Veleno: Gennaro Di Colandrea in una scena del film

Tra cronaca e realismo magico

Veleno: Massimiliano Gallo in una scena del film
Veleno: Massimiliano Gallo in una scena del film

L'intuizione interessante di Veleno è non mostrare direttamente i crimini, se si esclude la scena iniziale forte, ma di raccontare il traffico di rifiuti tossici attraverso la quotidianità di chi subisce questa violenza e di chi invece decide consapevolmente di attuarla. Cosimo e Rosaria sono una coppia semplice, molto religiosa, che ogni domenica va a messa: non sono ambiziosi, non desiderano soldi, vogliono solamente vivere del loro lavoro e costruirsi una famiglia, per questo, quando viene loro offerto del denaro che li porterebbe a rinunciare alle proprie radici, rifiutano. Il loro opposto è Rino: sicuro di sé, pronto alla scalata sociale, istruito e ben vestito, pur di avere successo non si è fatto scrupolo di entrare in casa della Camorra sposando una donna che disprezza. Questi universi agli antipodi non possono che collidere, con conseguenze disastrose.

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Vedere gli effetti devastanti della malattia su Cosimo, la terra che ribolle e gli animali bruciati è doloroso: le conseguenze dell'avvelenamento sono concrete, quotidiane e toccano tutti noi direttamente.
Il film però a un certo punto imbocca una strada diversa, quella del "realismo magico", in cui Rosaria comincia a prestare ascolto ad anziane che le dicono di resistere perché in questo modo "le bufale torneranno", in una corsa ostinata e irrazionale contro l'inevitabile.

Veleno: Massimiliano Gallo, il regista Diego Olivares e Gennaro di Colandrea sul set del film
Veleno: Massimiliano Gallo, il regista Diego Olivares e Gennaro di Colandrea sul set del film

Discontinuo nel ritmo, Veleno nella seconda metà comincia ad accumulare spunti narrativi (l'accenno alla pedofilia, il rapporto straniante di Rino con il sesso, il desiderio di riscatto sociale di Ezio e Adele, la collusione tra politica e criminalità organizzata, la malattia) che finiscono per essere gettati nel mucchio senza poi essere approfonditi, richiedendo forse più tempo per essere sviluppati al meglio. Nonostante i problemi in fase di scrittura, il film può però contare su un ottimo cast: Luisa Ranieri è perfetta come incarnazione di madre natura, che porta avanti la vita nonostante le scelte scellerate degli uomini, e Massimiliano Gallo è ottimo come sempre, ma forse l'interpretazione più interessante è quella di Salvatore Esposito. Conosciuto e amato dal grande pubblico per il ruolo di Genny Savastano in Gomorra - La Serie, qui l'attore lavora su un personaggio che è l'opposto del criminale televisivo: sempre gentile e ben vestito, istruito e diplomatico, il suo avvocato Cardonna fa paura perché è disarmante nella sua scelta calcolata di perseguire il male pur di provvedere al vantaggio personale. Il male peggiore e insospettabile spesso è quello che si presenta con un sorriso.

Movieplayer.it

2.5/5