Vampiri, la recensione: la serie Netflix racconta in modo crudo e originale le creature della notte

La recensione di Vampiri, la serie prodotta da Netflix Francia tratta dal romanzo omonimo di Thierry Jonquet, che racconta in modo originale un mondo di creature notturne assetate di sangue.

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Vampiri: una foto di scena della serie Netflix

I vampiri, soprattutto negli ultimi anni, sono diventati tra i protagonisti più gettonati delle serie teen a sfondo sovrannaturale, oltre che di titoli cinematografici destinati ad un target simile. Come scoprirete in questa recensione di Vampiri, la nuova serie tv Netflix dedicata proprio ai sanguinari principi della notte, seppur fermandosi alla sinossi ci si poteva aspettare il solito prodotto destinato ad un pubblico adolescente, già dopo la visione del primo episodio ci siamo accorti di trovarci di fronte a qualcosa di completamente diverso. Vampiri, prodotta da Netflix Francia e tratta dal libro di Thierry Jonquet, racconta queste creature esattamente come ci si aspetta che venga fatto: in maniera cruda, realistica, "sporca", a tal punto che spesso viene addirittura voglia di staccare gli occhi dallo schermo.

Che non si tratti della solita storia per un pubblico giovane lo vediamo anche dal rating, la serie è infatti vietata ai minori di quattordici anni: pur avendo come protagonista una diciassettenne parigina in preda a tutte quelle pulsioni e cambiamenti legati alla crescita (che in questo caso si mescolano alla scoperta della sua nuova natura), Vampiri fa un passo in avanti, cercando di creare un mondo nuovo e completamente originale, molto lontano da prodotti con premesse simili che conosciamo. Questo, che da una parte è il miglior pregio della serie, dall'altra è anche il suo difetto più evidente: le idee alla base di trama e wordbuilding ci sono, ma più si prosegue con la visione più il risultato è confuso e a tratti raffazzonato. Come se, pur avendo ottime idee, non si fosse riusciti a metterle in pratica nel modo migliore.

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Una storia interessante narrata da una prospettiva originale, ma...

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Vampiri: due delle protagoniste della serie Netflix

Come dicevamo, al centro della trama di Vampiri troviamo un'adolescente parigina, Doina Radescu (Oulaya Amamra) che si trova ad affrontare le difficoltà tipiche della sua età, da quelle amorose a quelle scolastiche. A rendere la situazione di Doina decisamente più complicata ci si mette però la sua famiglia: lei e suo fratello Andrea (Mounir Amamra) sono gli unici del loro stretto nucleo familiare a non essere vampiri. Sua madre Martha (Suzanne Clément) e i suoi fratelli maggiori Rad e Irina (Pierre Lottin e Juliette Cardinsky) sono infatti creature della notte assetate di sangue, in aperto contrasto con la comunità di vampiri parigini retta da Csilla Nemeth (Kate Moran). Presto scopriamo però che Doina non è una ragazzina come tutte le altre, a renderla "normale" e tenere a bada la sua sete di sangue è una medicina inventata dal padre scomparso. Nel momento in cui smette di prendere le pillole che la madre le prepara, la ragazza si ritrova schiacciata da nuovi istinti e pulsioni, la sua natura ibrida però - Doina può ancora camminare alla luce del sole - attira l'attenzione di Csilla e dei suoi, che vorrebbero sfruttare le sue doti inaspettate.

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Vampiri: un momento tratto dalla serie Netflix

La rappresentazione che viene fatta del mondo di questi vampiri parigini e la nuova prospettiva con cui si racconta la loro natura, ossia una mutazione genetica nata da un'epidemia, ci è parsa estremamente originale ed interessante. Come vi anticipavamo però, pur avendo buone premesse e ottime idee su cui basarsi, ci è parso che non si sia riusciti a realizzare Vampiri nel modo migliore e che la serie fatichi ad acquisire un'identità propria e definita. L'impressione che ci siamo fatti è che si sia cercato di costruire qualcosa di grande ed ambizioso, in uno spazio però troppo limitato: sei episodi di poco più di quaranta minuti l'uno non sono sufficienti per sviluppare tutto come sarebbe necessario e molti elementi restano abbozzati in maniera superficiale. Per farvi un esempio concreto non possiamo che citare la comunità di vampiri parigini di cui tanto si parla durante la serie e che conosciamo nel finale di stagione: non ci viene detto come si compone, quali sono i suoi ranghi, quando è stata creata... Può essere che tutto sarà chiarito in una seconda stagione, ma ciò non toglie che a visione ultimata ci resti addosso una sensazione di incompletezza. Da questo Vampiri avremmo voluto di più.

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Personaggi ben caratterizzati, altri meno

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Vampiri: una scena della serie francese di Netflix

Lo stesso discorso può, in certa misura, valere anche per i personaggi: alcuni di loro - in particolare la protagonista e sua madre - vengono caratterizzati estremamente bene, altri, come gli amici umani di Doina, vengono lasciati in secondo piano. Questo è logico in una serie con un cast così ricco, ma forse sarebbe stato meglio semplificare le cose: con meno personaggi secondari (come il miglior amico di Doina ad esempio, che serve ben poco allo sviluppo della trama) ci sarebbe stato più tempo per approfondire quelli principali. Anche all'interesse amoroso della protagonista, Nacer (Dylan Roberts), non viene dato il giusto spazio, peccato però che durante la serie si torni spesso sul rapporto tra i due. Il modo di comportarsi di Doina nei suoi confronti ci sembra per lo più ingiustificato e le scene che li vedono insieme quasi sprecate.

Un finale che si apre ad una seconda stagione

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Vampiri: una scena della serie francese

Al termine della visione di Vampiri ci ritroviamo quindi soddisfatti solo a metà: da una parte questa serie ci ha stupito per la sua originalità e per il modo crudo e "sporco" di raccontare il mondo di queste creature notturne assetate di sangue; dall'altra, però, il risultato ottenuto non è stato all'altezza delle idee con cui è cominciata. A questo punto non possiamo che sperare che una seconda stagione, molto probabile visto il finale aperto della prima, riesca a colmare le lacune e a chiudere le storyline lasciate in sospeso. Per quanto ci riguarda, pur avendo trovato dei difetti in questi primi sei episodi, siamo molto curiosi di vedere come la storia prosegue e di scoprire di più su questi particolarissimi vampiri che vivono nei quartieri popolari di Parigi.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Vampiri sottolineando quanto questa serie ci lasci soddisfatti a metà: da una parte riesce a parlare di vampiri in modo originale, con la giusta dose di brutalità e realismo, dall’altra però non sviluppa al meglio le molte idee sui cui si basa. Alcuni personaggi sono ben caratterizzati, in particolare la protagonista Doina, altri decisamente meno. Se ci sarà una seconda stagione, cosa che ci auguriamo, speriamo che si riescano a colmare le lacune e a chiudere le storyline lasciate in sospeso.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Il modo originale di raccontare il mondo dei vampiri.
  • Il fatto che finalmente se ne parli con la giusta dose di crudo realismo.
  • La caratterizzazione di certi personaggi…

Cosa non va

  • … ma meno quella di altri, lasciati troppo sullo sfondo.
  • La realizzazione raffazzonata e confusa di certi elementi della trama.