U.S. Palmese e il calcio romantico dei Manetti Bros: "Il cinema italiano? Bisogna fare squadra"

I sogni, le motivazioni e l'identità del meridione. Rocco Papaleo, Giulia Maenza e Blaise Alfonso raccontano il film dei registi romani che ci dicono: "Dopo Diabolik, con questo film torniamo ad essere noi stessi". Al cinema.

I Manetti Bros insieme a Giulia Maenza

Non è mai un'esperienza banale parlare con Antonio e Marco Manetti. I registi romani sono tornati al cinema con U.S. Palmese, storia di vita e di calcio, consumata tra sogni e gol nel campo provinciale di Palmi. Una storia di identità e di resistenza, in cui Rocco Papaleo interpreta Don Vincenzo, pensionato che, per ridare lustro alla cittadina, indice una colletta per ingaggiare l'intemperante fenomeno Morvielle, interpretato da Blaise Alfonso. Sono tutti un po' contrari, a cominciare da Concetta, interpretata da Giulia Maenza, figlia di Don Vincenzo.

U.S. Palmese: intervista ai Manetti e al cast

Manetti Bros
Marco e Antonio Manetti

Come scritto nella recensione, per toni e colori, U.S. Palmese è diametralmente opposto alla precedente produzione dei Manetti legata a Diabolik. In questo senso, i registi, durante la nostra video intervista, ci dicono che: "Abbiamo sempre fatto commedie, i nostri film hanno una vena di ironia che... Anche i film più drammatici che abbiamo fatto, penso a L'arrivo di Wang, o Piano 17. Abbiamo dentro probabilmente questo tipo di racconto. Diabolik non permetteva questo, perché Diabolik non era una nostra opera, e l'abbiamo fatto con grandissimo amore. Però siamo stati stretti, non volevamo rovinare il personaggio. Dopo ci siamo rilassati". prosegue Antonio Manetti, "Il film si svolge in un paesino della Calabria che è Palmi. Questa cosa dell'home-made, ci sta bene perché in qualche modo rappresenta queste due realtà che sono diverse dalla Milano dei soldi e del calcio".

Marco Manetti, dal canto suo, ci dice che, "Siam persone ironiche e non tanto ciniche. È un film che ritorna in qualche modo il nostro spirito personale, e abbiamo dimostrato di non essere così arrugginiti nel fare noi stessi".

Essenzialmente, U.S. Palmese dimostra quanto le apparenze siano fuorvianti. Per Giulia Maenza è una questione di verità. "Alla fine la realtà esce fuori. Possiamo avere tante barriere, possiamo costruire il nostro personaggio, però alla fine queste barriere crollano perché le vere passioni, il vero istinto, le vere emozioni a un certo punto escono fuori".

Sullo spunto, Rocco Papaleo pensa che "L'anti-eroe ha sempre un appeal forte al cinema. È l'uomo comune che può identificarsi. C'è una bella storia di amicizia, dietro. È un film sulle relazioni e sul riscatto, che rappresenta il Sud in modo diverso. È capace di sognare, specchiandosi nelle sue potenzialità. Sognare vuol dire anche emanciparsi, abbattere i luoghi comuni, e puntare alla meritocrazia. Mi piace il termine sponzare: ecco il mio personaggio, in relazione a quello di Blaise, si influenzano e si arricchiscono a vicenda".

U.S. Palmese, recensione: il calcio secondo i Manetti Bros in un film spassionatamente home-made U.S. Palmese, recensione: il calcio secondo i Manetti Bros in un film spassionatamente home-made

L'importanza di sognare

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U.S. Palmese: Blaise Alfonso e Rocco Papaleo in una scena

Un film sui sogni, e sull'importanza di credere in noi stessi. Per i Manetti "Il nostro film gira attorno al sogno di una comunità. È un invito a sognare. Bisogna credere nei propri obiettivi, nella voglia di cambiare. Il film dice: bisogna credere nei propri obiettivi". Secondo Giulia Maenza, invece, "Questa società ormai ci insegna che sognare troppo in grande è un rischio, bisona essere un po' più vicino alla nostra realtà. Invece, è bello il contrario". In questo senso, Blaise Alfonso confida che "Bisogna andare a scavare nelle persone, andando alla ricerca della loro anima. È questa la forza del film: nella storia c'è molto amore, e l'amore è potente sul grande schermo"_.

U.S. Palmese è una sorta di feel-good movie, come racconta Rocco Papaleo a Movieplayer, "La società attuale è dominata dall'apparenza, avrebbe bisogno di essere ristrutturata. Il film lavora su questa intenzione: il nostro film entra nella sostanza delle cose, mostrando i lati nascosti che abbiamo, a partire dalle componenti positive".

Il cinema italiano? Bisognare fare squadra

Ma se il cambiamento è necessario, quale può essere il cambiamento più importante per il nostro cinema? Antonio Manetti dice che: "Da quando abbiamo iniziato questo lavoro, si dice che il cinema italiano non è in una situazione facile. In realtà ci sono tantissimi talenti, enormi, che fanno bellissimi film. Come nel calcio, l'attenzione mediatica, i troppi o troppo pochi soldi, la mal tolleranza fra persone che circolano, creano confusione... Bisogna prendere una strada tutti insieme e portarli avanti".

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Il sogno di Palmi

Marco Manetti, invece, pensa che "Non esiste il cinema italiano, come non esiste il cinema americano, come non esiste il cinema francese, come non esiste il cinema di genere, come non esiste il cinema d'autore, esistono solo i film. E ognuno nel suo piccolo ha la responsabilità di fare un bel film, e se si fanno dei bei film il cinema italiano sta benissimo".