Recensione The Raven (2012)

Bravo McTeigue nel regalare ritmo e verve umoristica ad una storia piuttosto semplificata ed a tratti troppo prevedibile che gli sceneggiatori non hanno saputo 'elevare' e rielaborare a dovere, e bravissimi gli attori che hanno contribuito a conferire ai personaggi la credibilità e la forza necessarie per supplire alle carenze di un racconto semanticamente un po' troppo spicciolo.

Una sepoltura troppo prematura

Dopo il grande successo del suo esordio alla regia con V per Vendetta ed il trascurabile Ninja Assassin, James McTeigue, assistente alla regia di George Lucas in Star Wars: The Clone Wars e collaboratore dei fratelli Wachowski nella trilogia di Matrix, torna sul grande schermo con The Raven, un thriller gotico dal gusto antico ma dallo sguardo assai moderno che riporta in auge le gesta di uno dei geni più assoluti della letteratura americana. Parliamo del grande Edgar Allan Poe, poeta della paura, scrittore e critico letterario considerato tra i maggiori esponenti del genere gotico e tra gli inventori del giallo psicologico e del poliziesco, abilmente impersonato da un ottimo John Cusack in versione poeta squattrinato ed emarginato, lacerato dalla solitudine dell'anima, nei panni di uno scrittore 'maledettamente' romantico cui il destino sembra voler negare la possibilità di amare. Incarnando per tutta la sua breve esistenza genio e sregolatezza, follia ed eccentricità, orrore e passione, Poe scompare in circostanze misteriose a soli quarant'anni, qualche giorno dopo esser stato ritrovato in stato confusionale in preda a deliranti farneticazioni su una panchina di un parco. E' proprio sugli ultimi giorni della sua vita che si concentra l'attenzione del regista e degli sceneggiatori Hannah Shakespeare e Ben Livingston che in questo The Raven (Il Corvo, titolo di una delle poesie d'amore più lancinanti e allucinate di Poe, pubblicata nel 1845) ci regalano una fantasiosa ricostruzione dell'ultima terrificante avventura vissuta da Poe, alle prese con un serial killer abile e spietato che sceglie di prendere i suoi racconti dell'orrore come spunto per una serie di spaventosi omicidi nella Baltimora del 1849. Dapprima sospettato dei delitti poi assunto come consigliere dalla polizia, Poe si ritrova così immischiato fino al collo nelle indagini sulle tracce dell'assassino al fianco del detective Emmet Fields, interpretato da un carismatico Luke Evans. Capirà di essere lui stesso il bersaglio delle attenzioni del maniaco omicida solo quando nel bel mezzo del ballo in maschera organizzato dal colonnello Charles Hamilton (Brendan Gleeson), burbero padre dell'amata Emily, la ragazza viene rapita nel trambusto generale. E' in quel momento che la sfida tra Poe e il killer si fa più serrata e che la posta in gioco diviene improvvisamente altissima. Ci vorranno lucidità, coraggio, intelligenza e un'incredibile dedizione per riuscire a scovare il colpevole e salvare la vita di Emily prima che sia troppo tardi.


Più che ripercorrere le opere o la vita di Poe, The Raven usa queste ultime come pretesto per portare sul grande schermo una fantasiosa avventura poliziesca pervasa da toni ed umori che molto ricordano i racconti del terrore dell'estroso autore ma anche le tante storie di Sherlock Holmes e, visivamente, quella ottimamente messa in scena dai fratelli Hughes e da Johnny Depp in La vera storia di Jack Lo Squartatore. E così partendo dal ballo in costume de La maschera della morte rossa, passando alle torture de Il pozzo e il pendolo e alle uccisioni de_ I delitti della Rue Morgue_ e perdendosi nelle sofferte metafore amorose descritte ne Il Corvo, il film regala un interessante (ma piuttosto spicciolo) viaggio nel mondo di Edgar Allan Poe senza addentrarsi nell'essenza macabra della sua anima, crogiolandosi nella citazione delle sue storie e dei suoi personaggi più celebri ma rimanendo un po' troppo in superficie. Lasciando per lo più da parte i dettagli macabri ma privilegiando una pomposa ricostruzione scenografica della Baltimora di fine Ottocento nonché la complessa costruzione dell'indagine al centro della storia, The Raven fugge dall'introspezione e sceglie di tuffarsi nell'azione senza mai tralasciare la cura dei dialoghi. Il tutto strizzando l'occhio all'action thriller 'letterario' e all'horror moderno in stile Saw - L'Enigmista piuttosto che al romanticismo di un genere, il thriller gotico, che rimane in disparte nonostante i numerosi ammiccamenti.

Senza brillare per originalità ed inventiva, eccezion fatta per qualche scena ben congegnata (e inattesa) capace di far letteralmente sobbalzare dalla poltrona, The Raven non offre allo spettatore che un semplice (e non trascurabile) divertissement in costume, nulla di lontanamente paragonabile alle geniali trasposizioni ad opera di Roger Corman e Vincent Price che negli anni Sessanta hanno portato sul grande schermo Poe e le sue storie sfornando un cult dopo l'altro. Bravo McTeigue nel regalare ritmo e verve umoristica ad una storia piuttosto semplificata ed a tratti troppo prevedibile che gli sceneggiatori non hanno saputo 'elevare' e rielaborare a dovere, bravissimi gli attori che hanno contribuito non poco a conferire ai personaggi la credibilità e la forza necessarie per supplire alle carenze di un racconto semanticamente un po' troppo spicciolo. Una gradevole opera di 'riciclo narrativo' ben riuscita The Raven, che si lascia piacevolmente guardare senza mai prendersi troppo sul serio e senza alcuna pretesa di sorta.

Movieplayer.it

3.0/5