Un Natale con padri gay e uteri in affitto nella commedia Baby Love

Arriva dalla Francia la commedia politically correct di Vincent Garenq che si propone come outsider nella fatidica sfida del box office natalizio. Per presentare Baby Love sono giunti a Roma il regista e l'attrice spagnola Pilar Lopez De Ayala.

Nella sfida per la conquista di una fetta del cospicuo box office natalizio si inserisce quest'anno una commedia francese che ruota attorno a uno degli argomenti più caldi del dibattito sociale, la possibilità per le coppie omosessuali di diventare genitori, di allevare un bambino. In Baby Love, film diretto da Vincent Garenq in arrivo questo venerdì nelle nostre sale, un quarantenne viene lasciato dal suo compagno che non condivide il suo desiderio di avere un figlio. Deciso a realizzare il suo sogno, l'uomo, interpretato da Lambert Wilson, si imbatte in una donna che accetta di fare da madre surrogata e mettere così al mondo un bambino da 'donare' all'aspirante padre. Nei panni della ragazza c'è la bella Pilar Lopez De Ayala, attrice spagnola già protagonista dell'ipnotico En la ciudad de Sylvia. Regista e attrice hanno presentato alla stampa il film che sarà distribuito in 50 copie da Archibald.

Vincent Garenq, com'è nata l'idea del film?

Vincent Garenq: Dieci anni fa ho reincontrato il mio migliore amico ai tempi del liceo e mi ha raccontato il suo desiderio di avere un bambino col proprio compagno. Mi intrigò molto il fatto che erano partiti per un weeked insieme a una coppia di lesbiche per discutere dell'idea di mettere al mondo un bambino. A quei tempi l'argomento non era così attuale come

lo è oggi, ma mi toccò particolarmente perché ho sempre avuto una grande stima di lui. Mi sono chiesto perché una persone come lui non può diventare un buon padre? La situazione che mi aveva raccontato, comunque, mi divertiva e mi emozionava e il film è nato proprio così, come un sorriso e un'emozione, una cosa buffa e profonda nello stesso tempo.

La sua commedia tratta un argomento delicato alternando momenti buffi ad altri più aspri. Alla fine però non pensa di averla risolta in modo troppo facile, non raccontando la tragedia della ragazza che fa da madre surrogata e accetta che a crescere il bambino che ha messo al mondo siano i due uomini?

Vincent Garenq: Trovo che invece il film mostri con molta onestà la sua tragedia, perché un utero in affitto non è mai facile. Quello che mi interessava era fare un film equilibrato. Renoir diceva che ognuno ha le sue ragioni e io volevo mostrare le ragioni di tutti, fare un film contemporaneo che riflettesse le difficoltà della nostra società, senza fare alcuna apologia.

A che punto è il dibattito in Francia sulla questione dei genitori omosessuali?

Vincent Garenq: In Francia questo è un argomento di scottante attualità. Non esiste una risposta semplice e il problema dell'omoparentalità è politicamente corretto. Stiamo accettando questa idea, anche se ci sono molti che pensano non sia una cosa buona, ma non osano dirlo. Abbiamo fatto sicuramente bei passi avanti da quando l'omosessualità è stata depenalizzata in Francia, nel 1981, ma ci sono ancora molti arcaismi attorno a questo argomento.

Pilar Lopez De Ayala, com'è stata questa sua prima esperienza fuori dalla Spagna?

Pilar Lopez De Ayala: Per me questo film è stato un sogno che si è realizzato.

Per la prima volta mi sono trovata a recitare in francese e ho avuto l'occasione di lavorare a Parigi, una città che mi affascina molto. Non ho mai sentito nessuna pressione durante le riprese e mi sono ritrovata a lavorare con persone che hanno grande rispetto per gli attori e con una troupe che mi ha fatto sentire sempre a mio agio.

Secondo lei, il problema delle madri surrogate è trattato dal film in maniera corretta?

Pilar Lopez De Ayala: Il film non vuole trattare questo problema, opta per un'impostazione aperta, affinché sia lo spettatore a interpretare a suo modo le scelte del mio personaggio. Da parte nostra non c'era nessuna intenzione di spiegare il perché di queste decisioni.

Com'è stato accolto il film nel suo paese, che sulla questione dell'omosessualità è sicuramnete tra i più avanti in Europa?

Pilar Lopez De Ayala: In Spagna il film è piaciuto molto, ma il tema non è poi così innovativo, visto che la legge sulle coppie gay risale ormai al 2005. Credo però che per un paese come la Francia riflettere su questi argomenti, anche grazie a un film come Baby Love, rappresenti un passo molto importante.