Considerato il titolo Un giorno all'improvviso, che richiama un coro da brividi della curva napoletana, si può pensare che in qualche modo questo film d'esordio di Ciro D'Emilio - a lungo assistente alla regia di alcune tra le maggiori fiction televisive nostrane - abbia a che fare col gioco del calcio. E il legame c'è, ma è molto più bizzarro e struggente di quello che si potrebbe immaginare.
Perché Antonio, il protagonista del film che D'Emilio ha anche scritto a quattro mani con Cosimo Calamini, non ha ancora diciassette anni ed è una promessa del calcio. Quando però gli si presenta la possibilità di essere reclutato da una squadra di serie A, il suo pensiero non è per le ragazze, la fama e i soldi, ma corre alla persona più importante della sua vita: la madre Miriam. Un rapporto sanguigno e tenero lega questo ragazzo infaticabile e generoso, che si divide tra il campo di calcio, il lavoro e gli amici, e questa donna ferita e instabile, che lo ama... a modo suo.
La madre cannibale
È agli antipodi del classico rapporto madre-figlio, quello al cuore di Un giorno all'improvviso: quella magnificamente interpretata da Anna Foglietta è una madre che prende anziché dare, logora anziché nutrire, uccide invece di dare la vita. Non è chiaro di quale disturbo mentale soffra Miriam, quel che è evidente è quanto difficile e insidioso sia il compito che tocca all'attrice romana, che sonda ed esplora luoghi tenebrosi e riesce a dare alla sua madre-vampiro un fascino che non ci permette di detestarla, per quando straziante sia assistere al suo comportamento con il figli.
Ma il suo Antonio non ha avuto altro che lei, nient'altro che quell'amore così fisico e volatile e rabbioso, e vive in funzione di esso. Scelto per la sua naturale sintonia con la co-star più esperta, Giampiero De Concilio è appena più grande del personaggio che interpreta ma si affida alle mani del regista con naturalezza e istinti felici, trasformando la dolente vicenda in una toccante esplorazione della sua quotidianità e dei suoi sogni.
Il Napoletano, vissuto
Pur nella sua estetica indie e fortemente realistica, che ha come interlocutori e riferimenti cineasti come Ken Loach e i i fratelli Dardenne, Un giorno all'improvviso non può solo contare sulla bravura dei sui primi attori, ma è anche un'opera che sa raccontare un territorio difficile e molto visitato dalla fiction con semplicità e trasparenza, senza sentimentalismo e senza giudizi. Questo permette al giovane regista di immergere in uno scenario riconoscibile e autentico una storia potente e universale, pulsante di dolore e di speranza.
Movieplayer.it
3.0/5