Recensione Star Wars: The Clone Wars (2008)

E' rimasto poco dell'universo di Star Wars in questo film animato: narrativamente siamo vicini alla nuova trilogia, con una scrittura ulteriormente semplificata e resa adatta a un pubblico di giovanissimi.

Un clone mal riuscito

"Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..." L'incipit è sempre quello, e per un momento potrebbe persino provocare, per l'ennesima volta, un sussulto nel cuore di un appassionato ormai smaliziato (difficile non esserlo, dopo ciò che Lucas ha fatto della sua creatura nell'ultimo decennio) ma pur sempre intimamente, emotivamente e inevitabilmente legato a quella che è stata una delle saghe più importanti del cinema degli ultimi trent'anni. E' bene però avvisarlo, questo appassionato, e precisare che quel sussulto rimarrà probabilmente il primo e l'ultimo per tutta la durata di questo Star Wars: The Clone Wars. Nato come film pilota di una serie animata di prossima uscita, posto cronologicamente tra il secondo e il terzo episodio della saga in live action, questo film si pone purtroppo narrativamente sulla scia della nuova trilogia, semplificandone ulteriormente la scrittura e rendendola adatta (diciamo pure mirata principalmente) a un pubblico di giovanissimi.

E' difficile ritrovare, in questo film animato, tracce del mood narrativo, della genuina voglia di stupire e incantare, dell'inesausto senso di avventura che hanno sempre caratterizzato l'universo starwarsiano, specie per come lo abbiamo conosciuto, e amato, nella trilogia storica. Ma questo, in fondo, era un problema da mettere in conto fin dall'inizio: con i tre film usciti nell'ultimo decennio Lucas si era già allontanato sensibilmente dalle istanze che avevano dato origine alla sua saga, cedendo a una concezione modaiola e fracassona del cinema di genere che annullava completamente il fascino romantico, ricco di sostanza ed epicità, della trilogia originale. Quei tre film, però, avevano almeno il merito di saper creare ponti emotivi nella mente dello spettatore, di attivare un'emozione "di rimando" che, grazie anche ad un livello tecnico comunque generalmente buono, riusciva a generare un coinvolgimento che andava al di là dei meriti effettivi dei film. Nulla di tutto questo, invece, ritroviamo in questo The Clone Wars, che grazie alla scelta di banalizzare ulteriormente personaggi e situazioni, e di appiattire la struttura filmica su quella di un mediocre cartone animato per bambini (dilatato oltre l'ora e mezza) si pone lontanissimo anche dalla seconda trilogia, che incredibilmente ci si trova a rimpiangere.

Banale e piuttosto telefonato il plot, incentrato su una storia di rapimento dagli sviluppi abbastanza

prevedibili, che tra l'altro spreca anche quel po' di curiosità che derivava dal veder finalmente rappresentato il conflitto che dà il titolo al film. L'inserimento del personaggio della giovane Ahsoka (che viene presentata come una bambina, ma che fisicamente non sembra propriamente tale) ha l'effetto di appiattire e rendere ulteriormente infantile lo script, con una profusione di scambi di battute tra lei e il protagonista Anakin all'insegna della più irritante convenzionalità.
I realizzatori del film "affogano" i limiti di sceneggiatura in una ridondante (e alla lunga nauseante) profusione di scontri spaziali e duelli, con una spruzzata di arti marziali che occhieggia un po' gratuitamente alle più recenti mode hollywoodiane. Il livello tecnico dell'animazione è piuttosto basso, specie per quel che riguarda il realismo dei movimenti e l'espressività dei personaggi: quest'ultima in particolare stupisce per il livello assolutamente insufficiente, tale da far pensare più volte agli intermezzi di un mediocre videogioco. Ma in fondo, chi ricorda la recitazione di Hayden Christensen (specie nell'ultimo film) potrà dire di non trovare grosse differenze con l'Anakin Skywalker rappresentato qui. Ma questo non può certo essere considerato un pregio per questo film.

Movieplayer.it

2.0/5