Un castello per Natale, la recensione: un canonico film natalizio su Netflix

La recensione di Un castello per Natale, il film disponibile su Netflix che racconta la storia di una scrittrice alla ricerca delle proprie origini e alla scoperta di un nuovo amore.

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Un castello per Natale: Brooke Shields e Cary Elwes in un'immagine

Iniziamo la nostra recensione di Un castello per Natale partendo proprio dall'inizio di questo film disponibile su Netflix in largo anticipo rispetto a una trasmissione televisiva pomeridiana su uno dei noti canali commerciali come vuole la tradizione natalizia. Dalla grafica dei titoli di testa, alla musica utilizzata, sino alla prima scena in cui si ha subito dimostrazione della fotografia utilizzata e la non curanza del montaggio (non siamo nemmeno al secondo minuto quando due inquadrature consecutive mostrano un personaggio in primo piano in una posizione diversa), è bene approcciarsi a questo nuovo lungometraggio di Mary Lambert ben sapendo di abbassare le aspettative, quantomeno tecniche, per godersi questa commedia romantica con Brooke Shields, nome conosciuto ai più per Laguna Blu e Amore senza fine, e Cary Elwes.

Come in una fiaba

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Un castello per Natale: Brooke Shields in una scena del film

Winston è morto e la saga letteraria di Emma Gale non sarà più la stessa. Dopo vent'anni di bestseller, la scrittrice americana Sophie Brown (Brooke Shields) ha preso ispirazione dalla fine del suo matrimonio per togliere di scena il co-protagonista dei suoi romanzi, scatenando parecchie critiche da parte dei suoi lettori. Con la voglia di trovare ispirazione in un nuovo ambiente, Sophie abbandona la caotica New York per raggiungere la Scozia, dove troverà un vecchio castello legato agli antenati della sua famiglia. Non è solo un nuovo inizio per l'eroina dei suoi romanzi, Emma Gale, ma anche una voglia di ricominciare a livello personale quella che Sophie vuole raggiungere, riappropriandosi del proprio cognome da nubile e comprando il castello. Lì ci vive Myles, uno scorbutico duca (Cary Elwes) che non vede di buon'occhio l'arrivo della nuova proprietaria. Un rapporto litigioso e composto da continui battibecchi si trasformerà ben presto, però, in amore. Forse entrambe queste persone di mezza età potranno abbandonare una vecchia routine e abbracciare una nuova vita, grazie anche al clima natalizio che, si sa, rende tutti più buoni. La storia di Sophie e Myles si legherà a quelle dei romanzi d'amore, trasformando il tutto in una piacevole fiaba.

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Una storia come tante

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Un castello per Natale: Brooke Shields e Cary Elwes in una scena del film

Fiaba che, va detto, assomiglia sin troppo ai canoni prestabiliti che questi film ambientati nel periodo di Natale, e quindi consapevolmente appartenente a quell'utopia cinematografica in cui i personaggi sono perfetti, buonissimi, gentilissimi, abitanti di cittadine in cui si vogliono bene l'uno con l'altro e si aiutano a vicenda, ci hanno abituato. Una storia d'amore che nasce nonostante le difficoltà caratteriali, con tanto di piccole indecisioni e ostacoli (e, non crediamo sia uno spoiler, l'ovvio lieto fine), perfetta per un pubblico ampio ed eterogeneo, ma anche pigro. Un castello per Natale è quel film che occupa l'ora e mezza di un assonnato pomeriggio senza pretese e, attraverso gli elementi che lo caratterizzano, riesce a portare a casa il risultato. Il pubblico non si deve aspettare colpi di scena o novità narrative: la scelta è quella di regalare il classico more of the same che sicuramente piace al pubblico di riferimento. Un gioco sul sicuro, ma che punta anche al ribasso. Perché non si può soprassedere alla povertà di linguaggio cinematografico al suo interno, composto da un montaggio che spesso non riesce a legare i movimenti, a una fotografia così televisiva da non regalare alcun tipo di stimolo visivo, ad alcune sequenze (come alcune scelte di immagini sovrapposte o di racconto) che nel 2021 appaiono sin troppo fuori tempo massimo.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione di Un castello per Natale spiegando la nostra scelta nel voto. Il pubblico affezionato a questa tipologia di commedie romantiche ambientate a Natale, con le storie d’amore fiabesche e personaggi sin troppo buoni, troverà una storia che piacerà seppur seguendo una formula che non si allontana mai dai canoni e dalla prevedibilità. Preso così com’è, il film di Netflix raggiungerebbe la sufficienza, ma non possiamo non considerare la povertà di linguaggio, la poca cura di ciò che rende cinema il cinema, tra fotografia, montaggio, inquadrature e scelte narrative, che rende il film l’ennesima riproposizione di opere di stampo televisivo per pomeriggi annoiati. Un’opera pigra che può piacere per un risultato quasi matematico.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Gli spettatori che cercano questa tipologia di film troveranno esattamente quello che si aspettano.
  • La commedia sentimentale natalizia rispecchia tutti i canoni prestabiliti del genere…

Cosa non va

  • …risultando ampiamente prevedibile e sin troppo simile ad altre opere simili.
  • Alcune sequenze risultano fuori tempo massimo.
  • Poca la cura riposta nel linguaggio cinematografico e nelle tecniche.