Un anno difficile, l'intervista al regista Olivier Nakache: le contraddizioni umane narrate con leggerezza

Presentato al Torino Film Fest e in arrivo sui nostri schermi dal 30 novembre, Un anno difficile del duo di registi di Quasi Amici promette di farci sorridere sulle difficoltà della nostra attualità. Qui la nostra intervista alla metà dei registi, Olivier Nakache.

Un anno difficile, l'intervista al regista Olivier Nakache: le contraddizioni umane narrate con leggerezza

Essere leggeri in un mondo opprimente è un talento, un'abilità, che Olivier Nakache ed Érik Toledano hanno dimostrato di possedere nel corso della propria carriera, e che ora, con Un anno difficile, hanno nuovamente fatto loro, muovendosi con sicurezza tra difficoltà quotidiane e movimenti ecologisti, sussidi statali e impoverimento generale, senza per questo perdere mai la componente umana dei propri protagonisti.

In arrivo sui nostri schermi dal 30 novembre 2023 grazie a I Wonder Pictures, e presentato fuori concorso al 41.esimo Torino Film Fest, il film del duo Nakache e Toledano prende in prestito dalle opere precedenti quel perfetto compromesso tra ironia e denuncia sociale; non vuole essere un copia e incolla di Quasi Amici, o Samba, ma solo un loro rimando interiore, un ricordo tanto leggero, quanto feroce, di quel lascito umano di particelle sociali insignite di speranza e militanza.

Un anno difficile: la trama

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Un anno difficile: una foto

Bruno e Albert non si conoscono ma entrambi hanno una cosa in comune: sono indebitati fino al collo e la loro vita è alla deriva. Bruno sta perdendo la casa e la moglie non lo vuole più vedere. Albert dorme nell'aeroporto dove lavora e recupera degli oggetti sequestrati cercandoli di rivendere. Entrambi si illudono che il loro debito possa essere estinto dalla Banca di Francia con l'intervento di Henri Tomasi che fa parte di un'associazione specializzata nel sovraindebitamento. Nel frattempo iniziano a frequentare un gruppo di attivisti ecologisti che, con azioni dimostrative, cercano di fermare il consumismo compulsivo e lanciano l'allarme sul futuro climatico. Tra loro c'è anche Cactus, di cui Albert s'innamora. Ma sia lui che Bruno cercano di approfittare delle loro manifestazioni pubbliche per trarne un profitto personale.

La nostra censura è eliminare ciò che non ci piace per raccontare la società con leggerezza

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Un anno difficile: Olivier Nakache, Eric Toledano in una foto

Riuscire a trovare un giusto equilibrio tra necessità di racconto di un'umanità sempre più di fretta (e sempre più indebitata), e quella di una leggerezza intrinseca che illumini di positività anche l'ombra più fitta del nostro quotidiano, non è facile. È un processo complicato, che chiama in causa più elementi e differenti punti di vista. "È difficile spiegare come avvengano certi procedimenti" ci rivela lo stesso Nakache durante l'intervista rilasciateci in occasione della presentazione del film; "siamo in due a scrivere i nostri film, e questo è già un primo filtro, perché diventiamo l'uno lo spettatore dell'altro. Se qualcosa fa ridere uno dei due, abbiamo già fatto un primo passo nella costruzione di un film. Questo viene poi sottoposto ai produttori, ai distributori, e via via a seguire così vari passaggi. La nostra fortuna è quella di avere tempo per lavorare, tempo che ci è stato dato dal successo dei precedenti film, il che ci permette di scrivere e riscrivere, fino a ridefinire al meglio la nostra sceneggiatura."

I registi del film Eric Toledano e Olivier Nakache posano sul set di Intouchables
I registi del film Eric Toledano e Olivier Nakache posano sul set di Intouchables

_"Altra fortuna legata al tempo è quella delle riprese; giorni di riprese in più sono un lusso e ci permettono di sperimentare; poi c'è il filtro vero e proprio, ossia quello del montaggio, con il quale constatiamo se, sulla base del girato in possesso, il film funziona come l'avevamo immaginato. Ed è questa l'unica forma di censura che abbiamo: se una cosa non ci piace, la eliminiamo. È comunque vero che è un rischio per noi parlare con leggerezza di temi molto importanti della nostra società".

Il paradosso dell'essere umano

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Un anno difficile: un'immagine

Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni; siamo tutti il contrario di tutto. E così se da una parte siamo sensibili al tema del cambiamento climatico, dall'altra basta un evento come il Black Friday ed ecco che magicamente ci trasformiamo in animali del consumismo. E questa contraddizione è perfettamente incarnata in un personaggio preciso di Un anno difficile, ossia quello di Henry (interpretato da Mathieu Amalric), un uomo che aiuta gli altri a risparmiare, mentre nel tempo libero se ne scappa al Casinò.

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Un anno difficile: un'inquadratura del film

"È proprio così, Henry è il riflesso perfetto di quello che è il paradosso di noi esseri umani. Abbiamo fatto uno stage con questo movimento fortemente ecologista che si chiama 'Estinzione e ribellione' ed è stato incredibile constatare come molti dei suoi aderenti lavorino nella pubblicità, nelle grandi multinazionale, mantenendo la loro parte di attivismo. Ci sono tantissimi volontari che aiutano chi è consumatore compulsivo a contenere la propria inclinazione, e tra questi vi è anche un ex banchiere che nel tempo libero andava a giocare al casinò e che inevitabilmente ha ispirato il personaggio di Henri".

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Un anno difficile: una sequenza del film

"Ecco quindi da una parte il lato leggero e comico, e dall'altro la constatazione che noi tutti siamo la somma di elementi spesso in contraddizione. Raccontiamo questa storia proprio per scavare ciò che compone l'animo umano, consapevoli del fatto che il paradosso stesso per definizione è umano. Ed è pertanto molto bello quando incontriamo il pubblico se alla fine della proiezione qualcuno si avvicina dicendoci di essersi riconosciuto in un nostro personaggio".

E nella galleria umana di Nakache e Toledano sono molti i personaggi pronti a farsi riflesso delle loro controparti reali nascoste nel buio di una sala cinematografica. Un appello compiuto sottovoce, senza sforzi, ma con la carica di battute sarcastiche nate tra i confini delle periferie, oppure agli angoli di aeroporti e istituti, dove dormono, si nascondono, o semplicemente (soprav)vivono uomini tanto ordinari, quanto ricchi di storie da raccontare e denunce sociali da urlare. E Un anno difficile non fa altro che prenderle e condividerle con tutti, lasciandole volare con leggerezza.