In sala dal 20 settembre e distribuito da Medusa Film, Un amore così grande è il primo lungometraggio cinematografico di Cristian De Mattheis: un racconto sentimentale ambientato a Verona, nell'ambiente della musica lirica, con protagonista Giuseppe Maggio nel ruolo di Vladimir, un ragazzo appena arrivato in Italia da San Pietroburgo con l'obiettivo di ricostruire un legame con il proprio passato e dotato di un grande talento canoro.
Mercoledì mattina, all'anteprima del film al cinema Adriano, a Roma, abbiamo incontrato il regista insieme a Giuseppe Maggio, la sua comprimaria, l'esordiente Francesca Loy, e gli altri membri del cast, oltre al produttore Michele Calì e a Federica Andreoli, autrice del soggetto, i quali ci hanno parlato della nascita di Un amore così grande, che vede anche la partecipazione dei tre cantanti de Il Volo nella parte di loro stessi... ecco di seguito il resoconto della conferenza stampa.
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Romeo e Giulietta nel mondo della lirica
Con Un amore così grande, avete provato a realizzare un ideale intreccio fra La bohème e Romeo e Giulietta?
Cristian De Mattheis: Bel suggerimento! Quello che volevamo raccontare era la semplicità di una storia d'amore che si riallaccia alle semplicità delle storie dell'opera lirica. L'innamoramento del protagonista procede in parallelo con il classico percorso di formazione del ragazzo, e all'interno abbiamo inserito elementi da Romeo e Giulietta, a partire dalla città di Verona, e un pizzico di melodramma. Volevo raccontare un amore nascente, ma anche altri tipi di amore, come quello fra genitori e figli, a diversi livelli.
Il film è ispirato in qualche modo a una storia vera?
Cristian De Mattheis: No, ma chi lo sa? È una storia di finzione con qualche elemento autobiografico. È un po' una favola, ma del resto anche la mia storia lo è: sono un giovane regista di quarantacinque anni che, dopo venticinque anni di lavoro in televisione, esordisce al cinema. Lo trovo un miracolo.
Federica Andreoli: Il soggetto originale è cambiato anche per alcune scelte di regia. Ci sono fatti accaduti nella mia vita mescolati con elementi di fantasia. L'idea di Un amore è così grande è nata grazie a un concerto de Il Volo, dedicato a una ragazza in fin di vita di nome Veronica: io sono da sempre una fan de Il Volo, amo Un grande amore.
Come avete convinto Il Volo a collaborare al film?
Michele Calì: All'inizio non c'era questa idea, ma il cinema è un punto interrogativo: se la gente va a vedere il film abbiamo vinto, altrimenti abbiamo perso, anche se fosse il miglior film del mondo. Per attirare più pubblico avevo pensato di coinvolgere Paolo Mengoni (sic), ma lui non c'entrava nulla con la lirica. In Italia ci sono quattrocentomila fan de Il Volo che attendono di vedere il film, e i ragazzi de Il Volo sono parte integrante di esso. E gli attori sono stati tutti bravissimi... Fioretta Mari è un'attrice nel cinema e nella vita, mentre Riccardo Polizzy Carbonelli è la macchietta del set, ci ha fatto sempre divertire. Il merito de Il Volo è di aver aggiunto curiosità nel pubblico.
Cristian De Mattheis: Volevamo che i ragazzi de Il Volo non recitassero, ma al di là delle battute fossero così come sono nella vita reale.
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La parola agli attori
Cosa potete dirci dei vostri personaggi e di come vi siete preparati per girare il film?
Giuseppe Maggio: Ho frequentato una scuola di canto lirico, studiando sia le arie, sia le posture dei cantanti, ma ho anche osservato i ragazzi de Il Volo nei video su internet.
Francesca Loy: È stata un'esperienza fantastica. All'inizio ero molto agitata, ho avuto momenti di panico, ma Giuseppe mi ha aiutata e seguita. E ora prometto di studiare dizione!
Fioretta Mari: Il pubblico ci dà ossigeno, e dovete venire a vedere questo film per la dolcezza e l'umiltà dei giovani. Francesca si è presentata alla mia scuola di recitazione e stavo per mandarla a quel paese, ma in quel momento ha squillato il telefono: quando ho saputo che cercavano una protagonista per il film l'ho mandata di corsa al provino. Le ho detto: "Sii te stessa, poi studierai dizione!". Per il mio ruolo ho voluto imitare Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada, compresi i capelli bianchi: interpreto una nonna incattivita perché è infelice.
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Riccardo Polizzy: In passato ho interpretato molti cattivi, ma per questo film ho osservato il vero manager de Il Volo. Il film parla di talento in un periodo in cui i giovani sono poco sostenuti: un talento che a volte è vissuto anche come una dannazione.
Daniela Giordano: Mi sono innamorata all'istante del soggetto, mi ha emozionata. La storia del film dà dignità al bel canto attraverso il racconto cinematografico, fa capire che non è un'arte per vecchi: ci è voluto coraggio a fare un film per giovani sulla musica lirica. Il mio personaggio, la madre di Vladimir, è patetico e straordinario: una grande cantante che ha dovuto crescere un figlio da sola rinunciando alla carriera, ma trasmettendogli l'amore per la musica. Morendo, dice al figlio: "Non tradire mai il tuo talento". Il talento è il cuore del film e del mondo, e i talenti vanno sempre sostenuti e aiutati.
Eleonora Brown: Io interpreto un'insegnante di canto con trascorsi di profondo dolore. I ragazzi de Il Volo mi hanno convinta immediatamente a partecipare al film. Li ho conosciuti da piccoli e li ho adorati da subito: loro sono proprio come li vedete nel film.