Ultras, la recensione: Il tifo e la passione, oltre il campo di calcio

La nostra recensione di Ultras, il film originale Netflix diretto da Francesco Lettieri che ci porta nel mondo delle tifoserie organizzate, in catalogo dal 20 Marzo.

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Ultras: una scena del film

Storie, passioni e generazioni diverse, tempo che passa e approcci che cambiano. Questo è il cuore del film di Francesco Lettieri che cercheremo di illustrarvi in questa recensione di Ultras, l'originale Netflix che arriva finalmente nel catalogo della piattaforma streaming dal 20 Marzo, dopo aver mancato la prevista uscita evento del 9 a causa della chiusura delle sale: l'emergenza dovuta al Coronavirus ha chiuso i cinema e ci impedisce di uscire di casa, ma non può tenerci lontani da film e serie, è anzi l'occasione per guardare qualcosa in più e Ultras è sicuramente uno dei nuovi titoli da tenere in considerazione.

La passione e la violenza

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Ultras: una scena tratta dal film

Siamo a Napoli, una città che di calcio vive e si nutre, in cui la passione per la squadra locale viene condivisa da tanti in modi diversi. Ultras ce lo racconta partendo dal protagonista Sandro, detto il Mohicano, che a quasi cinquant'anni è ancora a capo del gruppo di tifosi che risponde al nome di Apache. Con loro Sandro ha passato una vita gravitando attorno allo stadio, tra tifo, passione e scontri, ma è arrivato a un momento della propria esistenza in cui le sue certezze iniziano a vacillare, in cui la voglia di fermarsi e rifugiarsi in una vita normale inizia a prendere il sopravvento e diventa concreta nel suo incontro con una donna forte e senza timori, Terry.

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Questioni generazionali

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Ultras: un'immagine del film

Ma il Mohicano del bravo e genuino Aniello Arena non è l'unico perno attorno a cui ruota la storia scritta da Francesco Lettieri insieme a Peppe Fiore, perché suo perfetto contraltare è Angelo, che ha solo sedici anni e considera il gruppo degli Apache la sua famiglia. Quando anni prima suo fratello Sasà è morto durante gli scontri verificatisi in una trasferta, Sandro ne ha preso il posto, diventando una vera e propria guida. È nel rapporto tra loro, nei personaggi, che il film Netflix trova il suo principale senso e compimento, nel raccontare tre diverse generazioni attraversate da questa folle passione, la vicinanza e insieme lontananza tra loro, nel raccontare un fenomeno complesso e stratificato che dipinge le derive di una società e va ben oltre il calcio.

Il calcio sullo sfondo

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Ultras: un'immagine

Il calcio nella sua componente sportiva se ne sta infatti sullo sfondo del racconto di Lettieri e Fiore: il campo e persino lo stadio sono presenze labili e distanti, lo scenario in cui le complesse dinamiche che muovono i gruppi del tifo organizzato trovano manifestazione e sfogo. Con un passato nel mondo dei videoclip per Liberato, Calcutta, Emis Killa e tanti altri, Francesco Lettieri dimostra di saper gestire anche un racconto di più ampio respiro e di saper guidare con efficacia i propri attori, dal già citato Arena al giovane Ciro Nacca e Antonia Truppo.

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Ultras: un'immagine tratta dal film

Se la direzione degli attori è una piacevole sorpresa, non lo è la capacità di Lettieri di costruire immagini suggestive e d'impatto, di mettere in piedi scene efficaci sia dal punto di vista narrativo che visivo. Al netto di qualche superficialità nel trattare alcuni passaggi, l'esordio del regista in un lungometraggio ci è sembrato degno di nota e Ultras una interessante aggiunta al corposo catalogo Netflix.

Conclusioni

Come abbiamo spiegato nella nostra recensione di Ultras, il film Netflix racconta le dinamiche di diverse generazioni di tifo organizzato, costruendo il suo messaggio sui personaggi e il rapporto tra loro, avvalendosi di cast di buon livello e ben diretto, e lasciando il calcio soltanto sullo sfondo. Peccato per la mancanza di ulteriore approfondimento di alcuni temi e passaggi che avrebbero meritato uno sviluppo maggiore, ma l’esordio in un lungometraggio di Francesco Lettieri risulta efficace e riuscito sia dal punto di vista narrativo che visivo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.4/5

Perché ci piace

  • Il cast in parte, da Aniello Arena ad Antonia Truppo, che rendono compiuta l’attenzione dello script per i personaggi.
  • La regia di Lettieri, che dimostra di saper gestire attori e personaggi oltre che lo sviluppo narrativo e l’impianto visivo della storia.
  • La scelta di tenere il calcio sullo sfondo, separando il fenomeno del tifo organizzato da ciò che avviene sui campi…

Cosa non va

  • … che però può deludere chi si aspetta un tipo di storia diverso.
  • Manca un pizzico di approfondimento in più per alcuni temi e passaggi.