TWST - Things We Said Today, la recensione: o di come raccontare l'America grazie ai Beatles

Il regista rumeno Andrei Ujică parte dal concerto del 1965 dei Fab Four allo Shea Stadium di New York per mostrare le due facce di un Paese da sempre polarizzato sui diritti civili. Presentato fuori concorso a Venezia 81.

I Fab Four scendono da un aereo per il tour

Mettiamo subito le cose in chiaro. Chi da TWST - Things We Said Today, titolo presentato fuori concorso a Venezia 81 dedicato al concerto dei Beatles allo Shea Stadium di New York - si aspetta il classico documentario musicale rimarrà profondamente deluso. Perché il regista Andrei Ujică era interessato a tutt'altro. È come se l'esibizione di John, Paul, George e Ringo fosse il punto di partenza ma non la destinazione.

La beatlemania a New York

Twst Things We Said Today Un Immagine
Una scena del documentario

Il titolo prende ispirazione dall'omonimo brano contenuto in A Hard Day's Night, album del 1964, e racconta i giorni che vanno dal 13 al 15 agosto 1965. La data del concerto che i Beatles tennero alla presenza di 55mila persone. Il biglietto costava 5 dollari e 65 centesimi e quella sarebbe stata la prima tappa di un tour concluso il 31 agosto a Daly City in California. Una gestazione lunga dieci anni e un sogno nel cassetto da quando era ragazzo. In mezzo per Andrei Ujică una carriera da documentarista - del 2010 il suo lavoro dedicato alla figura dell'ex presidente della repubblica socialista rumena - che lo ha portato, a settantatré anni, a realizzarlo.

TWST - Things We Said Today parte dalle immagini di Radio Caroline, radio pirata inglese installata su una nave, per spostarsi alla New York del 1965. Più precisamente all'aeroporto JFK dove atterrarono i Beatles. Ad aspettarli polizia, stampa e fotografi. Ujică ci mostra la folla urlante per le strade, la conferenza stampa con i quattro di Liverpool (testimonianza della loro importanza e di come certe domande senza senso dei giornalisti trascendono spazio e tempo) , i controlli e le barricate sotto il loro albergo con ragazze in delirio. Una diapositiva nitidissima e anche tenera di ciò che è stata la beatlemania.

Il concerto dei Beatles e i fatti di Watts

Ed è proprio in quella sala conferenza con i Beatles tartassati di domande che TWST - Things We Said Today introduce le animazioni di Yann Kebbi. Un ragazzo di nome Geoffrey dai tratti disegnati - ispirato al saggista Geoffrey O'Brian che conobbe davvero i Fab Four grazie al padre DJ - è testimone silenzioso di quelle giornate e Cicerone di noi spettatori di un'America che all'entusiasmo per quel concerto contrappone questioni sociali ancora irrisolte. Così il documentario lascia sullo sfondo lo show e si addentra per le vie di New York. Lo fa contrapponendola a Los Angeles da cui arrivano le immagini dei fatti di Watts, uno delle rivolte a sfondo razziale più violente della storia del Paese iniziate dopo l'arresto dell'afroamericano Marquette Fry da parte di un poliziotto, Lee Minikus.

Twst Things We Said Today Un Momento Del Film
Il gioco cromatico del documentario

Episodio che rimanda alla mente decine di altri casi simili in cui uomini e donne inermi sono rimasti vittime o hanno subito ingiustizie a causa del colore della loro pelle. Il documentario di Andrei Ujică, grazie al ricchissimo materiale d'archivio di ABC, CBS, NBC, filmati amatoriali recuperati su Ebay e del concerto ha la capacità di trasportare chi guarda fin dentro lo schermo. Una soggettiva su un tempo passato e ormai scomparso, ma che resta ancora profondamente tangibile.

TWST - Things We Said Today: due immagini a confronto

Twst Things We Said Today Una Scena Tratta Dal Film
Un momento del documentario

Se l'animazione di Geoffrey è parte centrale della prima parte di TWST - Things We Said Today, nella seconda metà Andrei Ujică introduce Judy, giovane fan dei Beatles in possesso di un biglietto per il concerto. Il regista la segue nelle ore che precedono l'esibizione, tra il viaggio in macchina da fuori città e il giro con le sue amiche per ingannare il tempo tra i padiglioni dell'Esposizione Universale di New York. Una realtà gioiosa e ben diversa da quella che da costa a costa degli Stati Uniti vivevano ragazze e ragazzi afroamericani. Se i poliziotti che cercavano di arginare il fiume umano di ragazzine bianche sotto l'albergo dei Beatles ridevano tra di loro divertiti dalla situazione, altri poliziotti picchiavano, arrestavano e umiliavano indiscriminatamente ragazze e ragazzi afroamericani per reprimere le loro voci. Ma lo spiega bene un giovane uomo afroamericano di Los Angeles ad un reporter. "La società è una sola".

Conclusioni

Lontano nello stile e negli intenti dai classici documentari musicali, TWST – Things We Said Today ha un'intuizione geniale: partire da uno degli eventi pop più iconici degli anni Sessanta per raccontare la società americana dell'epoca. L'uso dei personaggi animati e della loro prospettiva sulle giornate dell'agosto 1965 contrapposti alle immagini d'archivio creano un racconto carico di nostalgia ma, in un modo inaspettato, anche profondamente attuale.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L'uso originale del materiale d'archivio.
  • L'idea di partire dai Bealtes per raccontare gli Stati Uniti di àmet anni Sessanta.
  • I protagonisti animati.

Cosa non va

  • Chi si aspetta un classico documentario musicale resterà molto deluso.