The White Lotus 3: dalla sigla al monologo di Sam Rockwell, dietro le quinte di una stagione memorabile

La terza stagione si è conclusa, ma c'è già una quarta stagione all'orizzonte: ripercorriamo insieme le ultime puntate. Su Sky e NOW.

The White Lotus 3, un particolare del poster

Doveva essere una sorta di one shot nata durante il COVID quando le piattaforme streaming e la TV avevano disperatamente bisogno di soddisfare la sete d'intrattenimento di gente tappata dentro casa per cause di forza maggiore, ma alla fine The White Lotus è diventata una delle produzioni di punta di HBO. La ricetta del suo creatore Mike White è semplice, almeno sulla carta. Ogni stagione è ambientata in un diverso resort della catena di lusso The White Lotus, ci propone nella prima puntata una sorta di murder mistery senza svelare chi e come sia passato a miglior vita e poi ci mette di fronte a tutti quei passaggi che, in un modo o nell'altro, hanno portato a quel momento. E lo fa raccontando una storia dove le vite di chi lavora in queste strutture di extra lusso e chi paga fior fiore di dollari per trascorrerci una vacanza s'intrecciano in una maniera decisamente più sfrontata di quando il downstairs e l'upstairs di Downton Abbey s'incontrano.

The White Lotus Season 2
Jon Gries e Jennifer Coolidge in The White Lotus 2

Non c'è nulla di cerimoniale in The White Lotus, ma c'è tanto di corrosivo e caustico. E non è un caso che ormai mezza Hollywood faccia la fila fuori dalla porta di Mike White per partecipare alle riprese (perché l'altra metà ha già avuto il lusso di poterlo fare). Fra bisogni fisici espletati in una valigia e un manipolo di gay intenti a voler eliminare la Tanya McQuoid di Jennifer Coolidge e 44 nomination agli Emmy ricevute finora (e 15 vittorie), The White Lotus è arrivato a questa folgorante terza stagione, terminata da poco con un finale attesissimo e bello corposo, in quanto a durata.

In attesa di scoprire quale sarà l'esotica location della quarta stagione e quali saranno le star che vedremo in scena, scaviamo un po' più a fondo della terza con una serie di curiosità sulla sua lavorazione che arrivano, principalmente, da un dietro le quinte dell'Hollywood Reporter in compagnia di Mike White e del cast della serie.

Thailandia batte Giappone

Inizialmente, White voleva girare The White Lotus 3 in Giappone. Paese che tuttavia non offre particolari incentivi fiscali alle produzioni cinematografiche o televisive che scelgono i suoi confini come scenario. Motivo per cui la HBO premeva per la Thailandia, molto più allettante sul fronte dei tax incentives. Solo che si trattava di un paese con cui White non voleva più avere a che fare dopo essere stato lì per due settimane insieme al padre per le riprese dello show tv The Amazing Race. Tornò a visitarlo solo come forma di cortesia verso la casa di produzione.

Proprio durante quella trasferta, si è beccato una terribile bronchite che, però, ha avuto un ruolo fondamentale per convincerlo a girare lì: "Mi hanno messo su un nebulizzatore. È stato come fumare crack - non che io abbia mai fumato crack. Per due giorni non ho chiuso occhio. Stavo semplicemente disteso in un letto d'ospedale a Chiang Mai, cercando di riflettere su cosa fosse davvero lo show, e l'illuminazione è arrivata".

Spiega infatti che aveva avuto qualche esperienza con il buddismo, e per questo la Thailandia era adeguata alle tematiche che voleva affrontare: "Lo show parla di identità e desiderio - e poi c'è un'altra parte di me, quella parte gay e un po' maliziosa, che dice: 'Come posso creare qualcosa che sia sporco e divertente?'. Mi fa ridere quando le persone leggono lo show in modo troppo letterale, come se parlasse davvero di incesto. Sono contento di aver intercettato questa gente, ma in realtà non è il nostro pubblico".

Discorsi del ca**o

Dopo la scena full frontal di Jason Isaacs, per due settimane non si è fatto altro che parlare della cosa e chiunque aveva avuto modo d'intervistare l'attore che ha impersonato Lucius Malfoy in Harry Potter gli ha chiesto se si trattasse di roba sua o di una protesi. Cosa che ha indispettito non poco Isaacs. Sempre Isaacs ammette con l'Hollywood Reporter che questa è stata una diretta conseguenza della geniale capacità di White di stuzzicare il pubblico generando queste conversazioni.

The White Lotus Jason Isaacs Parker Posey Patrick Schwarzenegger Sarah Catherine Hook Sam Nivola Scena Terza Stagione Serie Tv Sky Now
The White Lotus 3: la famigli Ratliff

Gli fa eco lo showrunner che spiega: "Già, mostrare il pene è il mio colpo di genio. Quando facevo televisione generalista intorno ai trent'anni, testavamo i pilot con la gente che stava lì con delle manopole per indicare se era interessata o no. È assurdo quanto siano tutti primitivi. Mostri una donna con un seno grosso e all'improvviso la manopola schizza in alto. È il trucco più vecchio del mondo".

Nessuna distinzione

Nel cast corale di The White Lotus tutti vengono trattati allo stesso modo. La paga è la stessa per tutti e, nei titoli di testa, per non fare torti di sorta viene seguito il classicissimo ordine alfabetico. Così facendo, White, la HBO e gli altri produttori hanno la sicurezza che solo chi vuole davvero prendere parte alla serie accetterà queste condizioni. È un iter nato come vera e propria necessità con la prima stagione girata con una certa frugalità: i sei episodi sono costati, complessivamente, 24 milioni di dollari.

The White Lotus Walton Goggins Aimee Lou Wood Scena Terza Stagione Serie Tv Sky Now
walton Goggins e Aimee Lou Wood in una scena

Per restare in casa HBO: è la cifra che viene solitamente spesa per una puntata di House of the Dragon o The Last of Us. La terza non è che sia stata tanto più costosa: si viaggia sui 6, 7 milioni a episodio. Secondo più fonti, gli interpreti guadagnano circa 40.000 dollari a episodio. Un cachet non negoziabile. Si dice che Woody Harrelson, inizialmente preso in considerazione per il ruolo di Rick Hatchett (poi andato a Walton Goggins), abbia scomodato addirittura il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, per negoziare il suo compenso. Cosa che non si poteva assolutamente fare. Nonostante ciò, aveva firmato solo che in seguito si è ritirato per problemi di agenda.

Perché la sigla è diversa?

Anche in The White Lotus 3 la sigla e le musiche sono firmate da Cristobal Tapia de Veer. Quando la terza stagione ha debuttato su HBO (su Sky e NOW dalle nostre parti), il pubblico è rimasto spiazzato: nel brano che accompagnava i titoli di testa non c'era traccia del coretto "ooh-loo-loo-loo" che, fin dalla prima stagione, si è impresso a fuoco come un autentico tormentone nelle orecchie della gente. È stato Mike White a non volerlo e questa cosa è stato il culmine di una serie di scontri creativo con Cristobal Tapia che ha deciso di tornare per la quarta stagione.

Il musicista ha spiegato al New York Times che White aveva in mente qualcosa che fosse simile a una musica di sottofondo, qualcosa da ascoltare in un locale chill e sexy a Ibiza. Sempre Tapia aggiunge anche che aveva "mandato un messaggio al produttore dicendogli che sarebbe stato bello, a un certo punto, dare al pubblico la versione lunga con gli ooh-loo-loo-loo, perché la gente sarebbe impazzita realizzando che la musica stava comunque andando in quella direzione. Lui ha pensato che fosse una buona idea. Ma poi Mike l'ha tagliata - non era contento di quella cosa. A quel punto avevamo avuto il nostro ultimo litigio per sempre. E lui diceva no a qualsiasi cosa". Tapia ha poi postato la versione integrale su YouTube @CristobalTapiadeVeer.

Il monologo di Sam Rockwell

In un cast già enorme, è stata una sorpresa fantastica scoprire, a metà stagione, che c'era un ulteriore nome da aggiungere al team: quello di Sam Rockwell. Che fra l'altro è partner dal 2007 di Leslie Bibb anche lei nel cast della serie. L'attore vincitore dell'Oscar come Migliore attore non protagonista nel 2018 per Tre manifesti a Ebbing, Missouri è un noto perfezionista e, all'inizio, non voleva prendere parte a The White Lotus 3 dato che aveva solo due, tre settimane al massimo per prepararsi a un ruolo che richiedeva un lungo e "peculiare" monologo. Quello sul voler essere una ragazza asiatica che il suo Frank fa all'amico Rick interpretato da un altro grande attore come Walton Goggins.

Racconta Rockwell all'Hollywood Reporter: "Ho lavorato per la prima volta con Mike in Gentlemen Broncos (in cui White recitava e che ha anche prodotto, ndr.) nel 2009, e da allora siamo rimasti in contatto. Abbiamo fatto insieme anche L'unico e insuperabile Ivan, da lui scritto. A dire la verità, non ero sicuro di riuscire a farcela. Ero nel mezzo delle riprese in Sudafrica del film di Gore Verbinski Good Luck, Have Fun, Don't Die, e il monologo - come avrete visto - era parecchio impegnativo. Avevo paura di non avere abbastanza tempo per prepararmi e calarmi davvero nella testa di questo personaggio". Poi Rockwell ci ha ragionato e ha iniziato a proporre delle idee su Frank a Mike White e, dopo aver fatto una lettura insieme a lui, lo showrunner ha approvato in toto la cosa: "Volevamo dargli un'aria da ex militare, molto mascolina e un po' indifferente, cosa che funzionava bene in contrasto con il modo in cui Mike aveva scritto la scena".

Uno psicopatico

C'è una linea narrativa che unisce le tre stagioni di The White Lotus: quella che ha a che fare con Tanya McQuoid (Jennifer Coolidge), la sua morte nella stagione 2 e il ruolo avuto in tutto questo da suo marito Gary/Greg interpretato da Jon Gries. L'attore, anche alla fine della seconda stagione, era convinto che il suo personaggio non fosse davvero coinvolto nella cosa: "La gente mi diceva: 'L'hai uccisa tu!'. E io rispondevo: 'Ma io non ero nemmeno lì!'. Nella mia testa avevo creato ogni tipo di scenario confuso. Così, all'inizio della terza stagione, prima ancora di girare qualcosa, mi sono avvicinato a Mike e gli ho chiesto: 'Diresti davvero che Greg è uno psicopatico?'. Lui ha semplicemente detto: 'Psicopatico!' e se n'è andato".