Come ti sei trovato nel doppio ruolo di attore e interprete di alcuni brani, peraltro estremamente significativi, della colonna sonora?
Cecco Signa: Beh: prima di tutto mi sento un privilegiato, perché sono un grande fan di Davide Ferrario, per cui quando mi ha coinvolto in questo progetto, oltretutto sia come musicista che come attore, ho pensato di non essere all'altezza.
Anni fa ho fatto teatro per qualche tempo, ma poi ho cominciato a cantare e scrivere canzoni e mi sono convinto che avrei voluto fare questo. Invece guarda un po' cos'è successo?! Bellissimo!
Davide mi ha ritagliato un ruolo, quello del detenuto/cantante/armonicista (!) che mi ha permesso di partire con un piccolo "vantaggio"... poi durante le riprese ci ho preso gusto e mi è quasi tornata voglia di riprendere quel percorso.
L'esperienza sul set di Tutta colpa di Giuda ti ha posto a contatto con la realtà carceraria, quali sensazioni ti ha dato lavorare insieme ad alcuni detenuti? Ci sono aneddoti particolari da raccontare?
Un'esperienza come questa, inutile dirlo, ti cambia un po' la prospettiva delle cose, ti costringe a porti delle domande e comunque a me quei ragazzi hanno dato tanto... non credo ne siano consapevoli ma e` nata quasi un'amicizia, infatti sono già tornato dentro per una partita di calcetto!All'inizio, prima delle riprese Davide mi ha portato a conoscerli, a preparare il terreno per il canto e la musica insieme a Fabio Barovero e Paolo Ciarchi... loro ci guardavano come se fossimo pazzi (magari avevano anche ragione!), invece gli ultimi giorni ballavano, suonavano e fischiettavano continuamente La libertà: una grande soddisfazione.
Tra gli artisti coinvolti nella commedia musicale di Ferrario c'è Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, che genere di rapporto si è sviluppato con lui?
Io e Cristiano non ci siamo nemmeno visti, perché la sua parte si è svolta al di fuori del carcere, mentre la mia solo dentro... l'ho conosciuto pochi giorni fa a Roma, per la presentazione del film e ne ho apprezzato la sconosciuta (al pubblico) vena ironica.
Cosa pensi del legame così intimo e profondo del cinema di Davide Ferrario con la musica, a partire da Tutti giù per terra?
Ricordo che quando andai a vedere Tutti giù per terra mi colpì moltissimo proprio questa caratteristica: era lontano dal solito modo di concepire la musica nel cinema italiano. Credo che con Tutta colpa di Giuda Davide abbia raggiunto il massimo, non solo per la quantità di musica, ma anche per la varietà dei suoni, che magicamente convivono tra loro e sottolineano i passaggi di umore.
Quando è nata l'idea di scrivere il brano Tutta colpa di Giuda a quattro mani con Ferrario? E quali sono le idee più importanti che il testo vuole comunicare?
Subito dopo avermi raccontato la storia Davide mi ha chiesto di scrivere un rap, che sarebbe diventato una sorta di monologo del mio personaggio e quindi doveva contenere alcuni concetti ben precisi, pero` mi ha lasciato carta bianca sullo stile. Io ho provato, ma la mia prima versione era troppo cattiva. Allora abbiamo pensato musicalmente di avvicinarci al ragamuffin, però dovevamo dare "leggerezza" al testo... così l'ironia (spesso presente nelle mie canzoni) è diventata la chiave giusta e il parallelo tra la storia di Cecco-detenuto e quella di Gesù, accomunati dalla sfortuna, il ponte verso l'utopia di un mondo senza peccato ed espiazione, senza colpa e in fondo... senza sbarre o barriere immaginarie.
Come definiresti il tuo modo di fare musica?Io amo tantissimo la musica che non si fossilizza su generi prestabiliti e poi, oltre che cantante e autore sono un dj, mentre scrivo una canzone cerco sempre di "giocare" con suoni, melodie e coi campionamenti, allora blues e soul diventano qualcosa di nuovo.
Sei arrivato così al secondo album, vuoi dirci qualcosa di questa esperienza?
Questo disco raccoglie la parte più significativa di quello che ho fatto sino ad ora. Il mio percorso fin qui è stato un po' strano, un sentiero tortuoso, ma sono ancora entusiasta del risultato artistico... insomma le canzoni mi piacciono ancora tanto e per questo devo ringraziare tutte le persone con cui ho condiviso le tappe più importanti, in particolare Caterina Caselli, Davide Ferrario, Gianni Maroccolo e Massimo Bettalico.