Cominciamo questa recensione di Triple Frontier con una precisazione: il film appena arrivato su Netflix in tutto il mondo, anticipato solo da una breve permanenza in poche sale americane, è stato in realtà in pre-produzione per quasi dieci anni, ben prima quindi dell'arrivo della piattaforma streaming nel mercato cinematografico. E, ancor prima che la regia fosse affidata a J.C. Chandor, a dirigerlo doveva esserci nientepopodimenoche Kathryn Bigelow, con un cast cinematografico di altissimo livello guidato addirittura da Tom Hanks e Johnny Depp. Poi gli anni sono passati e come, spesso accade, il progetto ha cambiato pelle: del coinvolgimento della regista premio Oscar rimane traccia solo in un credit come produttrice esecutiva e nella sceneggiatura firmata Mark Boal, compagno della regista e già autore dei successi The Hurt Locker e Zero Dark Thirty.
Cosa sarebbe stato di questo Triple Frontier se l'avesse diretto la Bigelow non ci è dato sapere, di certo il risultato finale sarebbe stato diverso e, molto probabilmente, più politicamente e socialmente impegnato, e quindi rilevante. Il film di Chandor invece si "limita" ad essere un buon film di genere, anzi generi, visto che è di base un action thriller con brevi ma significative incursioni nell'heist e nel war movie, ma può contare comunque su un ottimo ritmo e un cast sempre all'altezza. È indiscutibilmente il film più facilmente fruibile tra quelli della filmografia del giovane e talentuoso regista e, proprio per questo, particolarmente adatto ad una platea vasta e variegata come quella di Netflix.
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Una trama che si dipana su tre confini
La "triple frontier" del titolo è composta dal (triplo) confine tra Paraguay, Argentina e Brasile. È lì che la trama ha inizio, con un agente dello forze speciali, Pope (Oscar Isaac), che viene a conoscenza del nascondiglio dove si è rintanato un famigerato signore del narcotraffico con tutto il suo inestimabile patrimonio. Piuttosto che informare i suoi superiori, però, il soldato decide di richiamare in azione, o quantomeno provare a convincere, quattro ex colleghi: il pilota Francisco "Catfish" Morales (Pedro Pascal), i due fratelli William "Ironhead" Miller (Charlie Hunnam) e Ben Miller (Garrett Hedlund), e infine colui che era una volta il leader del gruppo Tom "Redfly" Davis (Ben Affleck). Lo scopo della missione - segreta, illegale e ovviamente quasi impossibile anche per degli ex veterani - è semplicemente quello di far fuori il drug lord e recuperare il maggior bottino possibile senza fare vittime e troppo rumore. Ma oltre a questo bisogna anche tornare a casa sani e salvi da un territorio a dir poco inospitale.
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Un super cast per la squadra speciale di Netflix
C'è una cosa che ci ha insegnato Netflix in questi suoi primi anni di produzioni di film originali: pur limitandosi, molto spesso, a rischiare pochissimo in termini di temi e contenuti, il cast è sempre di alto livello, e spesso aiuta proprio a sopperire alla mancanza di molto altro. Non è esattamente questo il caso, perché il film di Chandor è un prodotto solidissimo e molto piacevole da guardare, ma è indubbio che la presenza di queste quattro star - peraltro giustamente amatissime anche e soprattutto dal pubblico femminile - contribuisca in modo significativo ad elevare il risultato finale. Pur non potendo contare su un approfondimento psicologico degno dei lavori precedenti sia del regista che delle sceneggiatore, i cinque personaggi e soprattutto le dinamiche di gruppo funzionano grazie al carisma dei loro interpreti e all'esperienza e al talento che portano davanti alla macchina da presa. A onor del vero a spiccare sono soprattutto Ben Affleck e Oscar Isaac, i due personaggi più affascinanti e complessi, ma l'intero gruppo rende al meglio quello spirito di cameratismo e fratellanza tipico del genere bellico; Chandor è comunque bravo a raccontarci una storia in cui valori tipici del genere come onore e fedeltà si mescolano all'avidità e allo spirito di sopravvivenza, due aspetti che, guarda caso, sono già stati al centro di altre piccole dello stesso regista.
Una colonna sonora da combattimento
Se il film ha il grande pregio di appassionare e coinvolgere fin dai primissimi minuti, il merito non è solo della buona regia ma anche di una colonna sonora originale a cura del giovanissimo e talentuoso Richard Vreeland, aka Disasterpeace. Così come per i precedenti It Follows e Under the Silver Lake (in Italia ancora inedito), le sue tracce hanno una sonorità ben distinta e regalano al film un'atmosfera più unica che rara. A collaborare con lui alle percussioni c'è il batterista Lars Ulrich dei Metallica, che ha anche "regalato" al film due canzoni del gruppo particolarmente significative e suggestive - For Whom The Bells Tolls e Orion - che si vanno ad unire ai Creedence Clearwater Revival (Run Through The Jungle), Fleetwood Mac (The Chain) e all'indimenticabile Bob Dylan di Masters of War. Anche in questo caso avere alle spalle i soldi di Netflix, paga.
Conclusioni
Nel concludere questa nostra recensione di Triple Frontier non possiamo che ritenerci soddisfatti da questo nuovo film originale Netflix, un buon prodotto di genere che non fa certamente rimpiangere i tanti action thriller visti recentemente anche sul grande schermo e che fa sfoggio di nomi importanti sia davanti che dietro la macchina da presa. Ideale per passare due ore in tensione e senza neanche un momento di noi.
Perché ci piace
- La regia di Chandor è puntuale e a tratti anche spettacolare, riesce a donare al film un grande ritmo e nessun momento di stanca.
- Colonna sonora fenomenale, sia per i grandi classici rock che per le composizioni originali di nuovo grande talento delle soundtrack.
- Un cast di eccellenza, ottimamente guidato da Oscar Isaac e Ben Affleck....
Cosa non va
- ... anche se rimane il rimpianto di non poter vedere mai il progetto iniziale di Kathryn Bigelow con Tom Cruise e Johnny Depp.
Movieplayer.it
3.5/5