Tribes of Europa, la recensione: un futuro europeo distopico nella serie Netflix

La recensione di Tribes of Europa, la nuova serie tedesca originale Netflix creata da Philip Koch, che racconta un'Europa distopica nel 2074.

Tribes Of Europa 01
Tribes of Europa: una foto di scena della serie Netflix

Cominciamo la nostra recensione di Tribes of Europa, la nuova serie originale Netflix in sei puntate dai suoi elementi positivi. La serie tedesca creata da Philip Koch è un particolare ibrido di generi e idee, tra la fantascienza e il racconto distopico, con una premessa affascinante: siamo nel futuro, il mondo tecnologico è un lontano ricordo, il progetto dell'Unione Europea è fallito e il Vecchio Continente è diviso da guerre tra clan e micro-stati, ognuno col suo Credo e con la sua visione del mondo. Lascia davvero ben sperare il modo in cui la serie ha inizio, catapultando sin da subito lo spettatore nell'atmosfera tesa e particolare della storia. Poche parole, pochi riferimenti al passato, personaggi troppo giovani per aver vissuto la fine del mondo e adulti troppo impegnati a sopravvivere nel presente per ricordare le vicende del passato. Si ha subito un senso di world building molto curato, mettendo immediatamente una curiosità insaziabile su ciò che è successo prima dell'inizio delle vicende che ci verranno raccontate. Poi il racconto inizia per davvero e, insieme a lui, cominciano anche i problemi di questo young adult atipico che vuole accogliere dentro di sé varie anime e vari mondi (così come l'Europa frammentata della storia), ma non ha braccia abbastanza lunghe per racchiuderli al meglio.

Tre protagonisti e un cubo

Tribes Of Europa 02
Tribes of Europa: un dettaglio della serie Netflix
  1. Trentacinque anni dopo il "Dicembre Nero", un evento improvviso che ha spento ogni strumento tecnologico e ha causato il fallimento dell'Unione Europea, gli Stati così come li conosciamo non esistono più. Al loro posto ci sono numerosi micro-stati che lottano tra di loro, fagocitandosi a vicenda, e una divisione in clan a seconda della propria visione del mondo e dello stile di vita. Tra questi, ci sono i Corvi, terribili e letali guerrieri portatori di morte che vivono schiavizzando i loro prigionieri; i Crimson, una società militare guidata da un vecchio comandante in lotta con i Corvi; gli Atlantidei, una misteriosa civiltà di cui non si sa granché, che pare sia riuscita a sviluppare la tecnologia più all'avanguardia possibile. E gli Origini, una tribù che vive immersa nella natura della foresta in pace e lontano dalle dispute belliche e politiche. È qui che troviamo i tre giovani protagonisti della serie: Liv, la sorella, talentuosa con l'arco, Kiano, il fratello maggiore che si sente adulto e Elja, il minore che ha appena completato la sua prima caccia. La pace viene rotta dall'arrivo di un Atlantideo ferito che porta con sé un misterioso oggetto chiamato il Cubo, che contiene con sé una mappa per arrivare a una misteriosa Arca. I Corvi sono alla ricerca del Cubo e non si fermano nemmeno davanti a una tribù pacifica come quella degli Origini, che viene così sterminata. I tre fratelli sono costretti a dividersi, ognuno per la sua strada: Liv troverà rifugio dai Crimson, Kiano verrà catturato dai Corvi e Elja riuscirà a fuggire col Cubo nella speranza di portarlo a destinazione.

70 serie TV da guardare su Netflix - Lista aggiornata a gennaio 2021

Un ritmo elevato e una strana estetica

Tribes Of Europa 06
Tribes of Europa: una scena della serie Netflix

Se pensate che vi abbiamo raccontato molto, dobbiamo deludervi. Il nostro paragrafo precedente riassumeva solamente l'antefatto della vicenda che si svolgerà, non senza un cliffhanger finale in attesa di un rinnovo per una seconda stagione, nel corso di sei episodi dal ritmo molto elevato. Forse fin troppo. Tribes of Europa non vuole annoiare lo spettatore e preme sull'acceleratore dall'inizio alla fine rendendo di fatto difficile trovarsi di fronte a un episodio di transizione capace di riannodare i fili con calma. Per certi versi funziona: la serie verrà particolarmente apprezzata perché ideale per un weekend all'insegna del bingewatching più sfrenato, complice la durata breve di questa prima stagione. Tuttavia non si può fare a meno di notare di come questo ritmo elevato non permetta di dare il giusto respiro agli sviluppi narrativi che richiederebbero un po' più di calma per meglio empatizzare coi personaggi e le loro scelte. Invece, questa corsa verso la fine rischia di donare una meccanicità alla trama e al comportamento dei personaggi (non particolarmente carismatici) tanto da far perdere parte di quel fascino iniziale. Fortunatamente, la serie creata e diretta in gran parte da Philip Koch, sa compensare questo ritmo indiavolato con un'estetica sicuramente atipica e strana per i prodotti televisivi. Facendo grande uso delle lenti distorte, Tribes of Europa sembra uscire, nel suo clima da futuro distopico, da fantascienza sporca e violenta, dai film più cupi di Terry Gilliam riprendendone non solo scenografie e costumi, ma anche quelle prospettive sghembe, quelle inquadrature particolari che non si vedono molto spesso.

Frammenti di storie conosciute

Tribes Of Europa 07
Tribes of Europa: una foto di scena della serie Netflix

Quando i personaggi si riferiscono a certe tribù o a certi luoghi, lo spettatore può sforzarsi di immaginare a quale reale Stato oggi esistente o a quale città fanno riferimento (con l'esclusione di Piccola Praga, davvero troppo facile). Non necessita grande sforzo, però, riconoscere certi modelli a cui la serie fa riferimento. Rivolgendosi principalmente a un target di adolescenti (certo, ci sono momenti anche molto violenti e di forte impatto erotico, ma ben lontani da trasformare la serie in un prodotto per adulti), la serie sembra prendere sin troppe suggestioni da storie già conosciute risultando parecchio prevedibile nei suoi sviluppi. Liv è la protagonista della storia di stampo politico e action che ha un po' troppi punti di contatto con Hunger Games (e l'attrice Henriette Confurius ricorda anche Jennifer Lawrence); Kiano è invece il ragazzo dal fisico scolpito che dovrà interagire con la violenza e sopportare la schiavitù (tra Il gladiatore e 300); Elja ha la storia relativa al viaggio, come un piccolo hobbit, che deve portare con sé un oggetto che tutti cercano e che deve tenere nascosto. Anche le scenografie, i costumi, gli oggetti di scena, persino i volti degli attori, come si truccano e come si vestono non lasciano spazio a qualche tipo di immaginario nuovo: ci si adagia sullo stereotipo tanto da prevedere le conseguenze di quasi ogni evento narrativo. Rimangono qualche sussulto improvviso e il fascino di un background distopico, ma la sensazione generale è quella di ritrovarsi di fronte a frammenti di storie conosciute.

I 21 migliori film distopici da vedere

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Tribes of Europa non possiamo che restare delusi da queste sei puntate che hanno un ritmo elevatissimo anche quando la storia richiederebbe un po’ più di tempo. Le premesse sono interessanti e il mondo raccontato è potenzialmente pieno di fascino, ma il tutto viene un po’ soffocato dal riferimento continuo ad altri modelli narrativi del genere young adult di successo, da una pigrizia scenografica e di scrittura che non appassiona più di tanto. Rimane l’emozione di qualche colpo di scena improvviso e di uno stile di regia atipico per il genere. Il finale lascia spazio a una possibile seconda stagione.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Le premesse del racconto sono affascinanti e interessanti.
  • Lo stile di regia è atipico e straniante per un prodotto young adult di questo tipo.
  • Il ritmo è elevatissimo nel corso di tutti i sei episodi della prima stagione.

Cosa non va

  • Troppi i modelli di riferimento della serie che risulta prevedibile e stereotipata.
  • Un ritmo un po’ più disteso in certe occasioni avrebbe aiutato nella costruzione di un legame affettivo tra personaggi e spettatore.