Che volpe Gianni Amelio. Al suo primo anno da direttore del Torino Film Festival è arrivato secondo solo al London Film Festival, che ha ospitato la world premiere di Fantastic Mr. Fox - Una volpe troppo furba solo pochi giorni fa, riuscendo a portare in Italia con cinque mesi di anticipo rispetto all'uscita nelle sale l'anteprima nazionale del film di animazione della 20th Century Fox diretto da Wes Anderson e 'interpretato' nella versione originale da un cast stellare di attori/doppiatori. "Nel libro di Dahl non c'erano elementi sufficienti per realizzare un lungometraggio così io e Noah Baumbach ci siamo divertiti ad immedesimarci nei panni dello scrittore originale del racconto e ad inventare pezzi di storia che fossero conformi al suo stile e al suo stile", ha dichiarato Wes Anderson tentando di far capire come anche in questo film non abbia resistito alla tentazione di scrivere di suo pugno dialoghi e situazioni paradossali che da sempre contraddistinguono il suo lavoro.
Alle risate per grandi e piccini scatenate dalle avventure di Mr. Fox e dei suoi pelosi compagni, alle prese con i tre invidiosi e agguerriti agricoltori della fattoria in cui gli animaletti hanno formato una comunità che assomiglia ad una grande famiglia, si contrappone l'offerta del concorso che propone oggi due dolorosi drammi familiari, il tedesco Chi l'ha visto e il norvegese Nord, che vedono entrambi a centro della narrazione rispettivamente un figlio che cerca il proprio padre e un padre in cerca del proprio figlio. Protagonista del lungometraggio d'esordio della regista tedesca Claudia Rorarius (fotografa professionista con esperienza da documentarista e regista televisiva) è Gianni Meurer, giovane attore per metà tedesco e per metà italiano che intraprende un viaggio in macchina da Berlino a Roma per partecipare al famoso programma televisivo Chi l'ha visto? per provare a ritrovare il padre, scomparso dalla sua vita da venticinque anni. Bizzarro come l'attore protagonista (molto famoso in Germania come interprete di musical) abbia scelto di usare per il personaggio il suo nome e il suo cognome veri visto che la storia raccontata nel film ha molto di autobiografico. Al centro del gustoso film norvegese Nord invece la vicenda di Jomar, trentenne ex-sciatore professionista che dopo essere stato internato in una clinica psichiatrica per un grave esaurimento nervoso accetta di vivere e di lavorare come guardiano di una stazione sciistica isolatissima da tutto. Quando viene a conoscenza di essere il vero padre del bambino della sua ex-compagna intraprende un viaggio di 1100 kilometri verso il nord attraversando tutta la Norvegia per raggiungere il villaggio in cui la donna vive con il piccolo. Unica scorta di viveri cinque preziosissimi litri di alcol. Due lungometraggi davvero interessanti caratterizzati da una narrazione simile distinti unicamente dal finale, bizzarro da una parte e sofferto dall'altra. Variegato e con una massiccia presenza italiana il programma proposto fuori dal concorso nella sezione Festa Mobile. Di scena oggi La straniera di Marco Turco, regista di Vite in sospeso e della fiction televisiva Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu. La storia è quella di Naghib (Ahmed Hafiene), architetto arabo di mezz'età che vive a Torino, che si innamora di Amina, una prostituta marocchina arrivata in Italia per sfuggire dalle grinfie di una vita di povertà e da quelle di un marito violento. Le regole rigide e i pregiudizi legati alla sua religione e alla sua cultura, non permettono a Naghib di vivere sino in fondo il sentimento per la donna che ad un certo punto decide di sparire e di lasciarlo libero. Solo l'intervento di un'agente di polizia incaricato di occuparsi della sua espulsione dall'Italia riuscirà a riavvicinare i due e a dar loro una seconda possibilità di essere felici. Un amore struggente al centro di una storia come tante più adatta ad uno sceneggiato televisivo che al cinema ambientata nella Torino di Porta Palazzo, quartiere multietnico in cui i negozi hanno le scritte in arabo e che una volta era popolato da immigrati meridionali mentre ora è abitato da migliaia di ragazzi marocchini, tunisini ed egiziani. Stessa ambientazione torinese e stesso attore protagonista per La cosa giusta di Marco Campogiani che fa interpretare ad Ahmed Hafiene (già apprezzato nei panni del protagonista de La giusta distanza di Carlo Mazzacurati) un personaggio del tutto diverso da quello appena narrato. Nel lungometraggio d'esordio dello sceneggiatore di Liscio si racconta la vicenda di due poliziotti (Ennio Fantastichini e Paolo Briguglia) incaricati di pedinare Khalid, un marocchino appena rimesso in libertà e sospettato di terrorismo. Dopo screzi e vicissitudini tra i due agenti e il sorvegliato speciale nasce un'inaspettata intesa che porterà i due colleghi a scoprire la tragica verità: in realtà l'uomo che stanno tartassando è vittima di un errore giudiziario ma viene ugualmente espulso dall'Italia. Un film amaro sulle conseguenze dell'11 settembre e una riflessione sull'amicizia, un sentimento che come l'amore quando nasce sa essere piacevolmente sorprendente e capace di travalicare i confini politici e di razza. Completano il quadro The Blind, un thriller americano dai rimandi hitchcockiani definito dal suo stesso regista esordiente Nathan Silver come "un film che non invita il pubblico ad identificarsi con la coppia di fidanzati protagonista della storia quanto più a simpatizzare con le manie di un idiota sconclusionato e passivo-aggressive di una casalinga" e Pink Subaru, una commedia surreale diretta da Kazuya Ogawa, regista giapponese residente in Italia che dopo un viaggio nella città arabo-israeliana di Tayibe si è reso conto di due cose, del fatto che la gente lo guardava come fosse un alieno (forse uno dei primi giapponesi a visitare quei luoghi) e che sarebbe stato divertente capire invece come mai in quei luoghi circolino così tante automobili made in Japan, soprattutto Subaru. Una commedia surreale popolata di arabi, ebrei, giapponesi, maghe, sfasciacarrozze, parenti ed equivoci che gira intorno al personaggio di Elzober, cuoco in un sushi bar di Tel Aviv che dopo vent'anni di risparmi riesce finalmente a comprarsi l'auto dei suoi sogni, una Subaru Legacy nera metalizzata che gli verrà rubata il giorno dopo il ritiro dal concessionario facendolo sprofondare nella disperazione più totale. Gli abitanti del suo villaggio decidono così di dargli una mano a scoprire chi ha potuto compiere un atto così vigliacco ed arriveranno persino a chiedere aiuto ad un ladro professionista che di furti se ne intende.A movimentare le proiezioni e lo svolgimento del TFF oggi anche una manifestazione di studenti contro la Riforma Gelmini che con un corteo ha invaso le vie del centro e si è poi spostata nel vicino rettorato dell'Università di Torino, a due passi dalle proiezioni in via Po. Massiccia la presenza delle forze dell'ordine che ha 'protetto' i giornalisti e tutti gli accreditati della kermesse cinematografica generando un po' di confusione ed un clima di infondata tensione. Voci ufficiali parlano di un'occupazione del rettorato da parte di alcune decine di studenti che continuerà per tutta la notte.
A conclusione della ricca giornata l'incontro con il pubblico di Gianni Zanasi - regista di Non pensarci - in occasione della presentazione del suo film del cuore, quello a cui si deve l'avvicinamento al mondo del cinema. Gli appassioneati di Truffaut potranno godersi, grazie alla scelta di Zanasi, la visione su grande schermo di Effetto Notte.