Tooth Pari - Il morso dell'amore, la recensione: amore e morsi a Calcutta

La recensione di Tooth Pari - Il morso dell'amore, la nuova serie romantic urban fantasy a base di vampiri dall'India, disponibile su Netflix dal 20 aprile. Tra succhiasangue, streghe e... dentisti, un esperimento di genere purtroppo non perfettamente riuscito.

Tooth Pari - Il morso dell'amore, la recensione: amore e morsi a Calcutta

Una vampira a cui s'è spezzato un dente si innamora di un dentista che sviene alla vista del sangue. Cosa potrebbe mai andare storto?
Se l'incipit di questa recensione di Tooth Pari - Il morso dell'amore, la nuova serie Netflix made in India e disponibile dal 20 aprile sulla piattaforma, vi sembra abbastanza assurdo sappiate che... avete anche ragione, in effetti. Ma andiamo con ordine.

La trama (?)

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Tooth Pari: una scena

Nella Calcutta contemporanea si annidano dei vampiri. Normalmente restano nascosti nel loro covo sotterraneo, ben attenti a non farsi scoprire dagli umani con cui, già in precedenza, si sono scontrati ripetutamente.
Ma una di loro non ci sta: Rumi (Tania Maniktala), una bellissima vampira dal cuore ribelle, è dedita a scorribande notturne durante le quali seduce le sue vittime per poi succhiare il loro sangue fresco. Non li uccide, ma li lascia confusi e privi di sensi per poi fare ritorno alla tana, cercando di non farsi scoprire dai suoi simili e da AD, il loro misterioso e inquietante "custode" umano, che ha il compito di tenere i vampiri sotto controllo.
Durante una caccia, però, qualcosa va storto e Rumi perde uno dei suoi affilati e mostruosi canini.
Ciliegina sulla torta, il malcapitato che è finito sotto le sue grinfie viene anche involontariamente infettato dal sangue di Rumi, iniziando così a trasformarsi a sua volta.
L'unico modo per Rumi di non farsi scoprire è di far... riparare il dente da un dentista (sic), e qui facciamo la conoscenza del giovane e impacciato Dottor Roy (Shantanu Maheshwari).
Oltre a una collezione di smorfiette da antologia e un corredo di complessi irrisolti coi genitori, il tenero dottorino ha anche un paio di tratti distintivi non da poco: è ipersensibile alla vista del sangue, tanto da rischiare di svenire alla vista anche di poche gocce e, in più, è vergine, cosa che lo rende particolarmente gustoso al palato dei vampiri.
Quello che succede in seguito è facilmente immaginabile: cuoricini a profusione, languidi sospiri e stelline negli occhi... accompagnati da occasionali spargimenti di sangue.
La love story tra la vampira e il dentista, infatti, è osteggiata sia dagli umani che dai succhiasangue in puro stile Romeo & Juliet, con tanto di triangoli amorosi, complotti e vendette incrociate.
Riusciranno Doc Roy e Rumi a coronare il loro sogno d'amore? E riuscirà Rumi a cambiare il suo destino?

Non tutti i Kati Roll riescono arrotolati...

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Tooth Pari: una foto di scena della serie

Il (meritatissimo, a nostra opinione) premio Oscar alla Miglior Canzone per RRR ha fatto scoprire al grande pubblico almeno la punta dell'iceberg rappresentato dalla filmografia di Bollywood: ovvero una delle più grandi, variegate e ricche industrie cinematografiche del mondo.
Un universo che trabocca di stelle amatissime, prodotti visivamente spettacolari e sempre più interessanti anche dal punto di vista delle storie.
Perfino prodotti con budget ridotti hanno dalla loro parte, oltre all'indiscutibile fascino di una cultura "altra", un'inventiva e una passione che traspare da ogni fotogramma.
O almeno è quello che si spera quando si seleziona un film o una serie indiana, ormai sempre più presenti nei cataloghi dei principali canali di streaming.
Questa volta, purtroppo, la delusione c'è ed è palpabile. Tooth Pari - Il morso dell'amore, serie scritta e diretta da quel Pratim D. Gupta che si era già fatto notare al Festival Internazionale di Locarno e che vanta un paio di grossi successi sul grande schermo, non riesce ad andare oltre la più banale rappresentazione del tormentato, struggente e scontatissimo rapporto amoroso tra due esponenti di mondi diversi e, apparentemente, inconciliabili.
Tra teneri sguardi e banali malintesi, tradimenti e colpi di scena (si fa per dire...) la storia d'amore tra i due protagonisti resta impantanata in un lago di melassa stucchevole e senza un briciolo di originalità.
Tanto che il vero scoglio da superare è, purtroppo, proprio la prima puntata: quella che dovrebbe stuzzicare la curiosità degli spettatori, anche quelli più smaliziati. E che invece risulta scontata, tediosa e a tratti addirittura goffa.

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Tooth Pari: un momento della serie

Questo per tacere della fotografia inutilmente scura e satura, di una colonna sonora praticamente inesistente (cosa gravissima, per la tradizione indiana: giusto un paio di trascurabilissime canzoni) e di effetti speciali che sarebbe un'esagerazione lusinghiera definire "elementari", che invece affliggono tutti gli episodi.
La recitazione è quella che ci si potrebbe aspettare: enfatica, basata principalmente sul volto e sul corpo sia dei caratteristi che dei protagonisti.
Anche i dialoghi, che oscillano tra oscuri e incomprensibili, per noi, riferimenti alla cultura indiana e momenti in cui sfociano nel puro surrealismo, non aiutano di certo.
Per fortuna la situazione migliora, almeno leggermente, dalla seconda puntata in poi, con l'arrivo di comprimari più interessanti rispetto alla coppia di protagonisti (non che ci voglia molto...) come gli attempati cacciatori di vampiri, i Cutmundus, capitanati dalla strega Wicca Luna Luka. Si intrecciano (non sempre bene a fuoco) diverse linee narrative e si apre l'accesso a un world building dal buon potenziale, sullo sfondo di un conflitto che non è più solo tra umani e vampiri ma che coinvolge, almeno tangenzialmente, anche questioni politiche e sociali più complesse.

Si poteva mordere più a fondo

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Tooth Pari: una foto di scena

Gli 8 episodi di Tooth Pari lasciano, purtroppo, un po' di amaro in bocca. Gli elementi che potevano essere più originali e affascinanti, sia dal punto di vista squisitamente etnico che narrativo, rimangono troppo spesso solo abbozzati.
Ci sono personaggi che avrebbero meritato molto più spazio (una su tutte: la già citata Luna Luka), altri che vengono relegati a comparsate praticamente inutili (come il leader dei vampiri Ora), e intere linee narrative che restano incompiute, come lo sviluppo di un farmaco ricavato dal sangue dei vampiri.
Dall'altra parte, invece, la love story tra Rumi e il Doc Roy sembra durare all'infinito pur non avendo il minimo slancio di originalità, soprattutto per colpa del protagonista maschile il cui nome, a nostro avviso, andrebbe inserito come esempio nei dizionari alla voce "personaggio monodimensionale", e questo nonostante il fatto che Shantanu Maeshawari sia, in patria, uno degli attori più versatili e apprezzati della sua generazione.

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Tooth Pari: un'immagine della serie

Un po' meglio la protagonista femminile, su cui su cui almeno gli autori provano a imbastire uno straccio di passato (tragico) e motivazioni (discutibili, ma ok...) per renderla un personaggio più in linea coi tempi, una donna forte e indipendente a scapito di chi la vorrebbe controllare e dominare.
Il finale chiude alcuni punti ma ne lascia aperti parecchi altri, probabilmente per una seconda stagione che, speriamo, possa dare qualche brivido in più.

Conclusioni

La delusione provata alla fine della visione di Tooth Pari è palese nella nostra recensione. L'aspettativa per un prodotto più originale e visivamente più sorprendente era alta e, a parte qualche occasionale guizzo, è rimasta insoddisfatta. Anche a voler essere generosi e considerando alcuni elementi effettivamente interessanti, non andiamo oltre un prodotto mediocre e senza particolari attrattive se non il fascino per la cultura indiana.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Lo spaccato di cultura, usi e costumi indiani, sempre molto affascinante.
  • Ci sarebbe stato materiale per costruire una storia più complessa e originale...

Cosa non va

  • ... peccato che tutto resti a margine di una storia d'amore banale e scontata.
  • La realizzazione tecnica è a livelli bassissimi.
  • Il canino.