Intelligente, colta, bella, ricca, fisico mozzafiato e dotata di innumerevoli abilità, dal decifrare geroglifici a sparare con una pistola in ogni mano: fin dal momento dell'uscita del videogioco Tomb Raider, datata 1996, Lara Croft si è imposta nell'immaginario collettivo come un'icona, diventando simbolo dell'avventuriera perfetta, che in molti hanno definito fin da subito "la risposta femminile a Indiana Jones".
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Un po' Indiana Jones, un po' James Bond, un po' Bruce Wayne: Lara è davvero un modello difficile da raggiungere, non solo per le sue forme incredibili (leggenda vuole che il suo creatore, Toby Gard, fu convinto dal team di designers a lasciare il suo décolleté molto generoso, ingrandito per errore del 150%), ma soprattutto per la sua sicurezza, per il coraggio con cui si getta in qualsiasi avventura. Queste caratteristiche sono alla base del primo adattamento cinematografico di Tomb Raider, Lara Croft: Tomb Raider, uscito nel 2001 e diretto da Simon West, con Angelina Jolie nei panni della protagonista, seguito da Tomb Raider: La culla della vita.
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Nel 2013 però, Crystal Dynamics ha realizzato un reboot del videogioco, mettendo al centro della storia una Lara più giovane e inesperta, insicura, non ancora la guerriera senza paura che tutti conosciamo. Proprio al personaggio scritto da Rhianna Pratchett si ispira Tomb Raider, nelle sale italiane dal 15 marzo, diretto da Roar Uthaug e con il premio Oscar Alicia Vikander nei panni di Lara.
L'attrice svedese, inizialmente criticata perché ritenuta non fisicamente adatta al ruolo, si è dedicata anima e corpo al personaggio, sottoponendosi a un allenamento durissimo (ha seguito il Magnus Method, elaborato dal trainer Magnus Lygdback, mangiando cinque pasti al giorno e andando tutti i giorni in palestra per sette mesi), lavorando sulla sua psicologia, creando una Lara sfaccettata, ostinata, che viene continuamente colpita e ferita, fisicamente e psicologicamente, ma sempre in grado di reagire e rialzarsi. In una parola: umana. Ne abbiamo parlato con Alicia Vikander a Londra, all'anteprima europea di Tomb Raider.
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Diventare Lara Croft
Si può dire tutto della Lara Croft di Alicia Vikander, ma non che non sia un personaggio sfaccettato e sofferto, a cui l'attrice ha dedicato tutta se stessa: uno dei punti di forza del film è proprio il fatto di non fare sconti alla protagonista, che sanguina, viene colpita mille volte, si dispera, cerca di sopravvivere e si rialza ogni volta. L'attrice ha saputo fin dall'inizio a cosa sarebbe andata incontro: "Roar, il regista, mi ha detto da subito che voleva fare un lavoro crudo e realistico sul personaggio e sul suo mondo: questo permette di immedesimarsi con lei. Sottoporsi alle sue prove è doloroso e traumatico: è ciò che volevamo mostrare. È importante perché ti fa affezionare a lei: quando riesce a rinascere dalle ceneri e far emergere la guerriera che è in lei, capisci che si è guadagnata sul campo la sua maturazione".
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