Tiger King 2, recensione: più tigri per tutti?

La recensione di Tiger King 2, la seconda stagione della docuserie Netflix incentrata su Joe Exotic e Carole Baskin.

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Tiger King 2: un'immagine della serie

Con la recensione di Tiger King 2, disponibile su Netflix con cinque nuovi episodi, si torna in uno dei mondi più improbabili - in tutti i sensi, anche per quanto riguarda il successo commerciale - ad aver raggiunto lo status di fenomeno culturale globale sulla piattaforma, complice il contesto in cui è arrivato sul servizio: la prima stagione della docuserie su Joe Exotic e il suo bizzarro zoo ha infatti debuttato il 20 marzo 2020, agli inizi della fase planetaria del lockdown legato all'emergenza sanitaria, raggiungendo un bacino d'utenza ancora più aperto del solito a tutto ciò che ha l'aria minimamente interessante su piattaforme varie. Ed era decisamente interessante la storia di Exotic e del suo controverso trattamento dei grandi felini, al punto da ispirare vari progetti di finzione basati sui medesimi eventi: sempre per Netflix si parla di un film o di una miniserie a cura di Ryan Murphy, con protagonista Rob Lowe, mentre è attualmente in lavorazione un'altra mini, questa per Peacock, con Kate McKinnon nei panni di Carole Baskin. E adesso c'è la seconda incarnazione del documentario, che ha generato qualche controversia prima ancora di esordire su Netflix. N.B. La recensione, senza spoiler, si basa sulla visione in anteprima di tutti e cinque gli episodi.

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Tiger King: Joe Exotic in un'immagine della serie Netflix

La seconda stagione di Tiger King si apre con la contestualizzazione di cui sopra, ricordandoci che la maggior parte di noi ha imparato a conoscere Joe Exotic nei primi mesi del 2020, in piena pandemia, generando un successo stratosferico che ha fatto contenti i più. Tra i pochi a non apprezzare pienamente la popolarità dello show c'era lo stesso Exotic, che sta scontando una pena carceraria e quindi non ha accesso a Netflix, e anche Carole Baskin si è espressa in termini poco positivi, a causa di un segmento che lascia intendere che lei possa aver ucciso il suo ex-marito, scomparso misteriosamente nel 1997. Per questo motivo ha fatto causa alla piattaforma al momento dell'annuncio della seconda stagione, sostenendo che l'accordo firmato in origine non comprendesse l'autorizzazione per usare la sua immagine in eventuali prodotti derivati. E difficilmente la signora Baskin apprezzerà l'uso che è stato fatto delle sue parole in questa sede, poiché lo spazio dedicato a lei è incentrato, inevitabilmente, sulla sorte dell'ex-marito e su come gli episodi dello scorso anno abbiano contribuito a una seconda vita delle indagini in merito. Joe, dal canto suo, viene mostrato mentre spera di dimostrare la propria innocenza e/o uscire tramite una grazia presidenziale (i suoi sostenitori chiesero a Donald Trump di prendere in considerazione l'idea prima di lasciare la Casa Bianca).

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Tiger King: Carole Baskin in un'immagine della serie Netflix

La prima annata, oltre al momento propizio in cui sbarcava su Netflix, aveva il vantaggio di essere parte del fortunato filone del true crime, in questo caso con eventi e personaggi particolarmente bizzarri, con situazioni talmente folli che nessuno sceneggiatore hollywoodiano sarebbe in grado di inventarle di sana pianta. Forse anche per quello era inevitabile che naufragasse uno dei tanti adattamenti annunciati, una miniserie Amazon che aveva generato la sua discreta dose di hype con la notizia che in tale versione Exotic avrebbe avuto le fattezze di nientemeno che Nicolas Cage, perché nessuna riduzione hollywoodiana può davvero sperare di competere con il vero protagonista, al centro di un'operazione che oltre al successo ha attirato anche una discreta percentuale di polemiche, principalmente sulla componente etica di un'operazione che ha spettacolarizzato l'argomento trattato a discapito di certi dettagli legati al tema della salvaguardia degli animali.

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Tiger King: Joe Exotic in una scena della serie Netflix

E proprio quelle conseguenze, a cui Netflix ha accennato in modo molto indiretto già lo scorso anno con un episodio speciale dove il comico Joel McHale intervistava alcuni dei diretti interessati in seguito al risalto mediatico che avevano ricevuto tramite lo show, avrebbero potuto aggiungere qualcosa a questi nuovi cinque capitoli. E inizialmente sembra che la direzione sia almeno in parte quella, con le scritte di apertura che ricordano la pandemia e il momento in cui Joe Exotic e gli altri sono entrati nelle nostre vite. Ma l'illusione dura poco, e nel corso delle quasi cinque ore successive si assiste solo a una sequela di frammenti che aggiornano lo spettatore sulla situazione attuale dei personaggi, ma senza il fattore grottesco e folle e soprattutto senza quel sentore di inedito che accompagnava i sette episodi originali. La prima stagione era un prodotto del suo tempo, l'entertainment bizzarro ideale per chi aveva fin troppo tempo da ammazzare; la seconda è un lungo post-scriptum che molto probabilmente accontenterà gli abbonati medi di Netflix, non particolarmente attenti a ciò che scelgono di guardare, ma difficilmente avrà la vita mediatica lunga del predecessore. C'è un solo re, e questo nuovo pretendente al trono netflixiano non è all'altezza.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Tiger King 2 sottolineando come la seconda stagione che propone i nuovi sviluppi delle vicende di Joe Exotic, Carole Baskin e compagnia bella, senza la carica stramboide che aveva reso affascinante la prima annata della docuserie di Netflix su uomini e tigri.

Movieplayer.it
2.5/5

Perché ci piace

  • Alcuni aneddoti sono interessanti.
  • Il materiale d'archivio ha un certo fascino.

Cosa non va

  • La carica grottesca e bizzarra della prima stagione non è presente a questo giro.
  • Cinque episodi sono troppi per il tipo di storia che questa stagione sceglie di raccontare.