"Il segreto dietro il denaro è il grande mistero al centro dell'economia globale": e cosa rende il denaro, nella sua forma 'fisica' (anzi, nelle sue diverse manifestazioni), tanto prezioso per ciascuno di noi? È il primo interrogativo posto da Kal Penn nell'incipit di This Giant Beast That Is the Global Economy, docu-serie in otto episodi realizzata per Amazon Video e co-prodotta da Adam McKay, il regista e sceneggiatore artefice del successo de La grande scommessa (premio Oscar 2015 per la miglior sceneggiatura) e del recentissimo Vice, qui impegnato anche nel ruolo di voce narrante. E, come approfondiremo in questa recensione di This Giant Beast That Is the Global Economy, l'impronta di McKay è evidente, almeno in parte, nello stile e nel taglio di un prodotto che strizza l'occhio al mockumentary per costruire una sorta di ampia 'lezione' dedicata all'economia globale.
L'economia ai tempi della globalizzazione
Kal Penn, creatore di This Giant Beast That is the Global Economy, è un volto abbastanza noto del piccolo e del grande schermo: al cinema come caratterista in varie commedie demenziali, in TV come comprimario di serie quali Dr. House e How I Met Your Mother. Meno nota è però la carriera 'parallela' di Penn, che nel 2009 ha congelato l'attività di attore per svolgere la carica di direttore associato nell'ufficio delle pubbliche relazioni dell'amministrazione di Barack Obama. Le sue incursioni nel campo della politica e dell'economia lo hanno portato dunque a contribuire a questa serie in cui si offre come guida per lo spettatore, ricorrendo alla propria verve comica per mettere in scena e discutere le questioni legate all'intreccio tra il fenomeno della globalizzazione e il sistema economico mondiale.
Il primo episodio, ad esempio, prende in esame le molteplici forme assunte dal denaro in epoche e paesi differenti: dalla pratica del baratto all'oro, dalle canoniche banconote ai bitcoin, che hanno annullato l'aspetto concreto dei soldi per trasferirne l'essenza su un piano puramente virtuale. Da cosa deriva perciò il valore del denaro, e in che modo e misura le trasformazioni della società impattano su tale valore? Kal Penn e Adam McKay tendono a semplificare il più possibile tali concetti, sottolineando in particolare i paradossi, le contraddizioni e i rischi comportati da questa nuova economia globale, il Leviatano reso oggetto di analisi della docu-serie: gigante dai piedi d'argilla (la crisi economica del 2008 rientra ovviamente nell'equazione complessiva) e bestia dal minaccioso potenziale distruttivo.
Una docu-serie sulla scia de La grande scommessa
L'intento didattico (talvolta fin troppo) di This Giant Beast That Is the Global Economy, che sembra rivolgersi non solo e non tanto agli esperti del settore, quanto piuttosto a un pubblico occasionale, ricalca per certi versi il modello de La grande scommessa: il lungometraggio di finzione in cui McKay, imbastendo una struttura narrativa corale, tracciava un affresco del crollo di Wall Street del 2008 e delle radici della recessione finanziaria che avrebbe travolto i mercati di mezzo pianeta. Se La grande scommessa contaminava con abilità il campo della fiction con ingredienti del genere documentaristico, la serie di Amazon applica il procedimento inverso, mantenendosi su un registro ironico e accentuando gli aspetti brillanti.
Il risultato finale si presenta come una lezione di economia servita attraverso una catena di sketch e condita perfino da qualche inserto surreale; con una forza e un'efficacia decisamente minori in confronto a quelle degli ultimi due cimenti cinematografici di Adam McKay, ma capace comunque di raggiungere l'obiettivo prefissato e di amalgamare l'informazione, l'intrattenimento e la riflessione critica sui meccanismi in continua evoluzione della nostra contemporaneità.
Movieplayer.it
3.0/5