The Water Man, la recensione: un classico racconto di formazione tra dramma e fantastico

La nostra recensione di The Water Man, il nuovo film per ragazzi disponibile su Netflix dal 9 luglio 2021 che coniuga il racconto di formazione con il dramma e il fantastico.

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The Water Man: David Oyelowo e Lonnie Chavis in una scena del film

In questa recensione di The Water Man vi parleremo di un film che chiaramente si ispira a quel genere, le produzioni per ragazzi, molto in voga negli anni ottanta, decennio d'oro che ha dato vita a pellicole indimenticabili come I Goonies ed E.T. l'extraterrestre - solo per citare due film iconici - e che ha visto imporre standard molto alti e canoni ben precisi a questo genere, base per tutto ciò che è venuto dopo e metro di paragone difficile da superare. The Water Man di certo ci prova: disponibile su Netflix è l'esordio alla regia di David Oyelowo, qui anche attore, e racconta una storia nata dalla penna della sceneggiatrice Emma Needell, che si pone l'obiettivo di narrare su schermo una vicenda fatta di dolore, accettazione e crescita, tre elementi propri e caratteristici del racconto di formazione, vera anima e intento di un film in bilico tra il dramma e il fantastico.

L'accettazione della malattia nella trama

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The Water Man: Rosario Dawson e Lonnie Chavisuna in scena del film

Gunner è un ragazzino sveglio, ama il disegno e la lettura e, proprio per questo, passa molto del suo tempo nello sviluppo della sua graphic novel, una storia fatta di mistero e morte. L'idea della morte si è infatti insinuata prepotente nella vita del giovane da quando sua madre (Rosario Dawson) si è ammalata di quella malattia, la leucemia, che giorno dopo giorno la consuma e le toglie le forze, allontanandola sempre di più dal figlio. In uno dei tanti libri presi in prestito Gunner scopre, però, una leggenda che si tramanda da generazioni nella nuova cittadina in cui si è da poco trasferito: una misteriosa creatura si aggirerebbe nei boschi vicini, un uomo oscuro e schivo che avrebbe trovato la chiave per l'immortalità. Dopo aver cercato conferme tra gli abitanti, il ragazzo si convince che scoprire il segreto del Water Man, così viene chiamata la creatura, potrebbe salvare sua madre dalla morte e grazie all'improbabile aiuto di una ragazzina, Jo, che dice di averlo incontrato, si avventura nei boschi determinato nel suo intento.

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Come è difficile capire la morte

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The Water Man: Lonnie Chavis in una scena del film

Comprendere ed accettare la possibile morte di una persona cara non è semplice per nessuno, a nessuna età siamo preparati ad un tale avvenimento, ma per un ragazzino pre adolescente, che ancora non ha fatto i conti con molti dei meccanismi più crudeli della vita, un'esperienza del genere è qualcosa di enorme e totalizzante, un problema impossibile da accettare e comprendere fino in fondo. È così che vediamo Gunner, come un figlio impotente e straziato dalle difficoltà di qualcosa che non può conoscere e assimilare fino in fondo, un giovane intelligente pronto ad aggrapparsi ad ogni più tenue speranza affinché sua madre possa rimanere accanto a lui ancora a lungo. Il nostro protagonista è in quell'età in cui si cominciano a muovere i primi passi nel mondo ma in cui, comunque, si sente ancora il forte bisogno dei genitori per attutire e comprendere le difficoltà della vita. Suo padre, interpretato da Oyelowo, è esso stesso sopraffatto dalla situazione ed in preda alla paura e al dolore, e tratta Gunner con sempre crescente nervosismo. In questa cornice familiare spezzata si muovono le vicende, qui troviamo la base per la crescita del personaggio e al contempo la sua forza.

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The Water Man: Amiah Miller e Lonnie Chavisuna scena del film

La narrazione, però, non si prende tutto il tempo di cui avrebbe bisogno: in poco più di un'ora e mezza The Water Man deve portare a termine tutti i suoi sviluppi e lo fa affrettando alcune parti che avrebbero richiesto un maggiore approfondimento. I personaggi stessi, fatta eccezione per Gunner, avrebbero probabilmente richiesto qualche scena in più per essere meglio conosciuti e compresi dallo spettatore. Esempio lampante è proprio Jo, compagna di avventure del protagonista, una ragazzina estremamente sveglia della quale ignoriamo molti aspetti e ci viene persino spiegato molto poco, ma che troviamo in scena per più della metà del film.

Gli inserti animati

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The Water Man: David Oyelowo e Rosario Dawson in una scena del film

Un elemento che abbiamo invece enormemente apprezzato sono stati gli inserti narrativi animati per raccontare l'elemento di mistero del film: vedere lo stile cambiare quando si parla del Water Man rimarca l'importanza dell'elemento fantastico nella storia, lo amplifica sottolineando l'evanescenza di un mito, di una semplice voce che gira in città, una leggenda a cui solo Gunner e pochi altri sembrano dare credito ma che, proprio come accade per i suoi disegni, prende vita grazie ad un tratto di matita, quel tratto che è la vera anima del protagonista così come la sua forza: la fantasia. In conclusione possiamo affermare che The Water Man è un film ben lontano dalla perfezione e dai suoi illustri predecessori, a tratti quasi incompleto, ma pieno di cuore e coraggioso nel parlare di un argomento così delicato, come quello della morte di una persona cara, ad un pubblico di giovanissimi scegliendo di farlo con delicatezza e grazia, tingendo il tutto con una nota fantastica utile a metabolizzare concetti così difficili e dolorosi ma necessari alla crescita individuale.

Conclusioni

Come affermato nella nostra recensione di The Water Man, questo film, esordio alla regia di David Oyelow, si pone l’ambizioso compito di parlare ai giovanissimi di un tema complesso e doloroso come la morte, ed in particolare la morte di una persona cara. Nel farlo non riesce a calcolare bene i tempi risultando piuttosto incompleto lasciando poco spazio ad alcuni importanti personaggi secondari. Bellissime risultano comunque la storia e la scelta di inserire inserti narrativi animati per raccontare la parte fantastica delle vicende.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La storia, toccante e intrigante.
  • La delicatezza con cui viene affrontato il tema della morte.

Cosa non va

  • L’approfondimento dei personaggi spesso troppo superficiale.
  • Alcune situazioni trattate in modo troppo frettoloso danno un senso di incompletezza al film.