Daryl Dixon è sempre stato uno dei personaggi più amati di The Walking Dead. Senza dubbio è uno di quelli che ha avuto l'arco evolutivo più articolato e interessante. Da cacciatore esperto e solitario, è diventato via via più empatico e protettivo nei confronti del gruppo di sopravvissuti di Atlanta. È una di quelle persone che parla poco, ma, quando lo fa, le sue parole lasciano il segno. Era inevitabile quindi che, dopo tanti spin-off, arrivasse quello dedicato a lui. E, finalmente, The Walking Dead: Daryl Dixon debutta anche in Italia: le prime due stagioni saranno disponibili su Sky e NOW il 2 giugno e il 23 giugno.

Creato appositamente per la serie insieme al fratello Merle (Michael Rooker), Daryl non ha una controparte nel fumetto originale di Robert Kirkman. Questo gli ha quindi permesso di crescere con il pubblico, finendo per incarnare i sentimenti più positivi della saga zombi. È infatti il simbolo del coraggio e del sacrificio in nome del bene altrui: praticamente un raggio di speranza in un mondo violento e distrutto come è quello di The Walking Dead.
Nella serie madre Daryl si lega molto a Carol Peletier (Melissa McBride): per la gioia dei fan, i due si riuniscono proprio in questo spin-off. Oltre ad aver fatto ritrovare questa coppia amatissima, il grande merito (e novità) di The Walking Dead: Daryl Dixon è quello di lasciare gli Stati Uniti, per portarci in giro per il mondo, più precisamente nella vecchia Europa. La serie comincia infatti proprio con un protagonista smarrito, che, non sa in che modo, si ritrova in Francia.
The Walking Dead: Daryl Dixon espande l'universo
The Walking Dead è durata a lungo: dal 2010 al 2022, per un totale di 11 stagioni. Un arco di tempo in cui ci si è focalizzati talmente tanto su cosa stesse accadendo ad Atlanta, e poi ad Alexandria e a Commonwealth, che non ci si è (quasi) mai chiesti cosa succedesse contemporaneamente nel resto del globo. Ecco, The Walking Dead: Daryl Dixon fa esattamente questo: ci mostra la vita degli esseri umani su un suolo diverso da quello USA.
Nella prima stagione, come dicevamo, siamo in Francia. Un paese scelto non a caso: se vi ricordate, nella prima stagione il Dr. Jenner (Noah Emmerich) dice che i Francesi erano gli ultimi ad aver lavorato a un vaccino. Nel corso delle stagioni si apprende poi anche che è proprio in questo paese che ha avuto origine il virus che trasforma gli esseri umani in zombi. La nostra guida in terra gallica è appunto Daryl, che, rapito, non sa bene come sia arrivato lì. In ogni caso ha tutta l'intenzione di tornare a casa, in America. Ovviamente il suo ritorno è ritardato dalla conoscenza di tanti nuovi personaggi, come la suora Isabelle Carriere (Clémence Poésy) e Laurent Carriere (Louis Puech Scigliuzzi), bambino che viene considerato un messia, destinato a guarire l'umanità.
Il rapporto tra Daryl e Carol

Nella seconda stagione ci si sposta anche in Spagna. Ma l'evento più importante è sicuramente la reunion di Daryl e Carol. Non a caso il sottotitolo della seconda stagione è "The Book of Carol" (il libro di Carol). La chimica tra gli attori Norman Reedus e Melissa McBride, che ormai si conoscono da 15 anni, è perfetta e in questi nuovi episodi possiamo vederli interagire ancora di più, scoprendo dei lati inediti non soltanto del loro rapporto, ma anche dei personaggi in quanto individui. Questo è possibile anche grazie all'utilizzo sapiente di flashback, che ci mostrano quanto Carol sia cambiata nel corso della saga. Da donna vessata dal marito violento, è diventata tostissima, pur portandosi sempre dietro i propri traumi, su tutti la morte della figlia.

E a proposito di traumi: nella tradizione di The Walking Dead, non mancano certo occasioni per crearne di nuovi. Come sempre, la morte e lo shock sono dietro l'angolo: attenzione ad affezionarvi ai personaggi, potrebbero finire malissimo. Ci sono poi anche delle belle idee per quanto riguarda gli infetti: Greg Nicotero, responsabile degli effetti speciali della saga, si è superato con gli zombi bioluminescenti, che fanno la loro comparsa nella seconda stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon.
Interessante anche l'esplorazione della fede, presente soprattutto nel primo ciclo di episodi, grazie al personaggio di Isabelle. E non è finita: la terza stagione è stata già confermata. Quindi, se amate Daryl, Carol e l'universo di The Walking Dead, non potete perdervi quello che, senza dubbio, è il miglior spin-off realizzato fino a ora.
Conclusioni
Tra i tanti spin-off di The Walking Dead, The Walking Dead: Daryl Dixon è sicuramente il più riuscito. Il merito è soprattutto del Daryl Dixon di Norman Reedus, personaggio creato appositamente per l'adattamento televisivo del fumetto di Robert Kirkman, che ha finito per diventare uno dei più interessanti e amati dal pubblico. Nella seconda stagione il protagonista ritrova anche la Carol di Melissa McBride e insieme fanno una cosa inedita: ci portano in Europa, precisamente in Francia e Spagna. Un tassello imperdibile per gli amanti della saga, che ne espande i confini e introduce anche nuove creature.
Perché ci piace
- La chimica tra Norman Reedus e Melissa McBride.
- L'idea di portare la saga in luoghi diversi dagli USA.
- Gli zombi bioluminescenti.
Cosa non va
- Alcune situazioni, come nella serie madre, finiscono per essere ripetitive. Ma è inevitabile quando si racconta un'apocalisse zombi.
- Alcuni personaggi, a cui viene data molta importanza, vengono eliminati troppo frettolosamente.