Ma quanto ci sta abituando bene questo finale di stagione 6 di The Walking Dead? Se è vero che il pericolo di episodi filler è sempre dietro l'angolo con la serie AMC - soprattutto in questo momento della stagione in cui abbiamo un'ingombrante certezza, l'arrivo di Negan "programmato" per il gran finale del prossimo 4 aprile - è altrettanto vero che finora Scott M. Gimple e gli altri autori hanno fatto davvero un ottimo lavoro nell'ampliare quanto mostrato nel fumetto (e, in alcuni momenti, adattandolo alla perfezione), rimanendo fedeli al materiale originale ma al tempo stesso portando avanti alcuni personaggi e alcuni temi che sono propri dello show.
Tra gli sceneggiatori che più hanno brillato in questi ultimi anni della serie c'è sicuramente Angela Kang a cui dobbiamo questo Nella stessa barca, un ottimo bottle episode ad alta tensione, per di più basato su materiale nuovo di zecca (ovvero non presente nel fumetto di Kirkman) e praticamente tutto al femminile, che si concentra principalmente sui personaggi di Carol e Maggie, entrambe prigioniere in seguito agli avvenimenti di Non è ancora domani per mano di una battagliera e tostissima seguace di Negan chiamata Paula e interpretata dalla guest star Alicia Witt.
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"Siamo tutti Negan"
Che sia una seguace di Negan lo diciamo noi, perché in realtà fino ad ora Negan nella serie è stato nominato più volte ma non solo non l'abbiamo ancora visto ma continua ad essere un qualcosa di molto ambiguo e poco chiaro. Sappiamo che è il leader di questa comunità molto ben attrezzata e dall'organizzazione militaresca, ma in questo episodio se ne parla quasi come fosse un qualcosa di anonimo e intangibile, quasi irreale e satanico ("Noi siamo Legione") . Noi sappiamo che il personaggio interpretato da Jeffrey Dean Morgan sta arrivando, ma che gli autori dello show stiano preparando qualcosa di molto diverso e quindi più sorprendente? Di certo lo scopriremo a breve, perché a questo punto una rappresaglia in qualche modo ci sarà già dal prossimo episodio (qualcosa si può intuire già dal promo che trovate qui sotto) ma va anche notato che tutti i Salvatori che abbiamo incontrato finora sono morti per mano di Rick, Daryl o del gruppo e che quindi, in teoria, Negan o chi per lui ancora non dovrebbe ancora sapere nulla di Alexandria o di Rick.
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"Voi non siete i buoni. Dovreste saperlo."
Quello che però è ancora più significativo in questo episodio è l'insistenza sul tema già affrontato la scorsa settimana con ottimi risultati, ovvero quella sorta di punto di non ritorno raggiunto da Rick e gli altri nel momento in cui hanno attaccato per primi e hanno ucciso decine di persone a sangue freddo. Ovviamente l'hanno fatto per difendersi, sapendo che prima o poi sarebbe successo l'opposto, ma ciò non toglie che si è trattato di un momento davvero duro per gli spettatori che per una volta si sono trovati a empatizzare con gente che non era più semplicemente vittima di tragici avvenimenti ma anche fautrice. E portatrice di morte.
Il gruppo di Negan, a partire dalla stessa Paula, si rende perfettamente conto di tutto questo e reagisce in modo quasi "umano", certamente più di quanto avrebbe fatto Rick se al termine dello scorso episodio non fosse arrivata quella voce dal walkie talkie. Paula sa di avere a che fare con un gruppo che ha sterminato i suoi amici, ma nonostante questo non medita vendetta ma pensa solo al suo dovere e al bene della sua comunità. È anche lei una killer a sangue freddo, ma al tempo stesso è una donna che una volta era una madre, una moglie, una figlia. È una donna che dice di non aver paura di morire, di essere stata cambiata da questo mondo impossibile, ma che nonostante questo non riesce a vedere Carol e Maggie per quello che veramente sono: non due donne fragili e impaurite, ma due killer come e più di lei. Due donne che, soprattutto, non sono più persone "buone".
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Il coraggio di uccidere
Non lo sono più già da un pezzo probabilmente, ma entrambe desidererebbero più di qualsiasi cosa tornare ad esserlo. Maggie, ovviamente, soprattutto per la sua gravidanza, per la paura di perdere il bambino o che qualcosa possa succedere a Glenn; ammette alla fine di non riuscire più a continuare a vivere così, non perché non ne sia in grado, anzi, ma perché essere spietata e senza scrupoli non può essere compatibile con il suo futuro di mamma ed eventualmente anche leader di una comunità vera e felice come quella che auspicava Deanna.
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Il percorso di Carol è invece diverso, forse meno semplice da capire per le persone che le sono vicino, ma di certo non per noi spettatori che già nel precedente episodio avevamo visto nei suoi occhi il desiderio di una vita nuova, più semplice e sicuramente meno sanguinosa. Sicuramente pesa su questo suo cambiamento lo scontro con Morgan - l'unico che sembra aver riconosciuto il vero pericolo di continuare per una strada che può portare solo ad altra morte ed altra violenza - avvenuto qualche settimana prima e anche la consapevolezza che quel numero di vittime scritto sull'agenda la sera precedente è già aumentato vertiginosamente.
Carol è sempre stato uno dei personaggi più affascinanti dello show, soprattutto quando, nelle ultime due stagioni, aveva mascherato il suo nuovo io per apparire, quando serviva, più fragile di quanto fosse in realtà. Ma in questo episodio Carol finge solo in parte, la sua paura è reale; ma non è paura di morire come credeva Paula, ma è paura di uccidere, e quindi di veder morire quella parte di lei "buona" che sembra sempre più lontana. Quando gli altri arrivano nei minuti finali, non è più per portarle in salvo: Rick chiede chi sia Negan e quando Primo mente dicendo che è lui, l'ex sceriffo non esita un secondo e lo uccide. "Siamo tutti Negan", anche e soprattutto Rick. Adesso anche Carol sembra averlo capito e sarà interessante vedere quali saranno le conseguenze.
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Movieplayer.it
4.0/5