The Walking Dead 8: l'atteso ritorno con l'episodio n°100, ma c'è poco da festeggiare

Questa ottava stagione sarà probabilmente la più importante della storia dello show, quella che in qualche modo dovrà convincere pubblico e critica che la serie tratta dal fumetto di Kirkman ha ancora molto da raccontare. Da quel che abbiamo potuto vedere nel primo episodio, però, le premesse non sono esattamente delle migliori.

The Walking Dead: Andrew Lincoln in una scena dell'episodio Mercy
The Walking Dead: Andrew Lincoln in una scena dell'episodio Mercy

Dopo una settima stagione che ha lasciato più dubbi che certezze, torna The Walking Dead, una serie che ha certamente avuto un ruolo importante nell'ultimo decennio televisivo ma che ha più volte accusato una certa stanchezza. Questa stagione otto sarà probabilmente la più importante della storia dello show; quella che in qualche modo dovrà convincere pubblico e critica che la serie ha ancora molto da raccontare e che non è, a sua volta, un morto vivente.
Da quel che abbiamo potuto vedere le premesse non sono esattamente delle migliori, perché quello che poteva e forse doveva essere un episodio memorabile, si è rivelato una mezza delusione sotto molti aspetti. Più volte in passato la serie AMC ha abusato del termine evento, regalando una durata "speciale" ad episodi che non l'avrebbero meritata; considerato il fortunato coincidere di questo episodio numero 100 con la premiere di questa nuova fondamentale stagione sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di simile se non addirittura di più, e invece non solo ci troviamo davanti ad un episodio "normale" ma anche piuttosto fiacco e discutibile nelle scelte di sceneggiatura.

Alla regia c'è quel Greg Nicotero che in più di un'occasione ha dimostrato di saperci regalare momenti indimenticabili ed iconici, ma cosa resterà invece di questo Mercy? Più che l'incipit su più piani narrativi o il nuovo scontro con Negan, ci viene da pensare ai due omaggi al primo storico episodio della serie, con Carl che solitario esplora una stazione di benzina proprio come faceva suo padre anni or sono o lo stesso Rick che si risveglia da solo in un letto proprio come accadeva nell'ospedale di Atlanta all'inizio delle sue avventure. Ma sono omaggi, divertissment, che non fanno un episodio e che purtroppo non riescono a coprire gli enormi dubbi che sorgono con il trascorrere dell'episodio.

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Il momento di uccidere

The Walking Dead: Lauren Cohan nell'episodio Mercy
The Walking Dead: Lauren Cohan nell'episodio Mercy

Va quantomeno detto che ci era stata promessa una guerra fin da subito, senza indugi e perdite di tempo, e così è stato. In questo episodio numero 100 vediamo sì molti dei protagonisti prepararsi allo scontro e a vendicarsi di Negan e dei suoi uomini, ma tutto ci viene mostrato in modo molto asciutto e rapido. Niente spiegoni, niente attese, niente inutili backstory. Lo scopo è uno ed uno soltanto, uccidere Negan. Il lungo discorso che Rick fa ai suoi uomini e ai suoi alleati non lascia alcun dubbio: "una sola persona deve morire" per poter fermare tutto questo. Per potersi riprendere quel futuro di speranza a cui tutto il gruppo e tutte le comunità giustamente bramano, Negan deve morire. Ed è così che Rick, insieme a Maggie ed Ezekiel e al traditore Dwight, prepara un lungo e complesso attacco alla base dei Salvatori con quell'unico obiettivo.

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The Walking Dead: Andrew Lincoln e Khary Payton nell'episodio Mercy
The Walking Dead: Andrew Lincoln e Khary Payton nell'episodio Mercy

Cosa succede però quando tutti quanti si trovano, esattamente come sperato, davanti lo stesso Negan e tutti i suoi luogotenenti praticamente indifesi e disarmati? Nessuno spara. Non Rick, non Maggie, né nessuno dei presenti, quando invece la lista di coloro che dovrebbero volere la morte del leader dei Salvatori, anche solo per questioni personali, sarebbe lunghissima. Soltanto due episodi fa, in primavera, Sasha e Rosita si erano lanciate in una missione suicida pur di tentare la stessa identica impresa e qui, in una situazione vicinissima all'ideale, nessuno fa fuoco? Eppure Rick aveva detto che non era necessario che morisse nessun altro che lui, e allora perché non approfittare? Perché non scegliere la soluzione più facile e più logica e poi pentirsi soltanto dopo di non essere riuscito ad ucciderlo?

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Adattare o non adattare? Questo è il problema...

The Walking Dead: Norman Reedus nell'episodio Mercy
The Walking Dead: Norman Reedus nell'episodio Mercy

Quello che segue all'inutile - e abbastanza insensato, vista la situazione di cui sopra - dialogo tra Negan e Rick viene invece direttamente dal fumetto: i nostri protagonisti sparano alle vetrate della base dei Saviors per attirare l'ora dei non morti al suo interno e mettere in trappola Negan. Peccato che nel fumetto davanti alla base ci fossero già centinaia di non morti liberi di scorrazzare (tenuti da Negan come difesa), mentre qui nella serie il piano di Rick è molto più complesso, visto che questi non morti devono arrivare da lontano, attirati da Daryl, Carol e gli altri. Ciò che era semplice e geniale del piano dei fumetti qui diventa inutilmente laborioso e francamente ridicolo nella messa in scena.

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The Walking Dead: una scena dell'episodio Mercy
The Walking Dead: una scena dell'episodio Mercy

Ma d'altronde lo stesso problema di adattamento è evidente in questo episodio con Negan che è sì sbruffone e coraggioso ma non stupido. E che quindi mai uscirebbe davanti a Rick e agli altri, ad una distanza così ravvicinata, senza avere un suo piano, un asso nella manica. E qual è invece l'arma che Negan si gioca contro i suoi nemici? L'eloquenza e il carisma inesistenti di Gregory che, secondo non si sa quale logica, dovrebbe convincere gli abitanti di Hilltop ad arrendersi. La sequenza che segue è a dir poco imbarazzante e anche senza senso: anche ammesso che qualcuno dei presenti si fosse lasciato convincere, non sarebbero bastate le altre decine di presenti ad ucciderli tutti se solo si fossero decisi a sparare?

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The Walking Dead: Andrew Lincoln e Lauren Cohan nell'episodio Mercy
The Walking Dead: Andrew Lincoln e Lauren Cohan nell'episodio Mercy

Davvero è credibile che uno come Negan possa mai correre questo rischio? E davvero un Negan messo alle strette dal piano di Rick, umiliato e costretto a a sottrarsi ai proiettili che arrivano da tutte le parti, quando si ritrova davanti Padre Gabriel (con tanto di fucile d'assalto imbracciato, ma tanto perché sparare?), ha ancora quel sorrisino sarcastico e la battuta pronta? "I hope you got your shittin' pants on, because you are gonna shit your pants". Ah sì? Perché, cosa fai, mandi di nuovo Gregory a spaventarlo? Oppure ti tieni vicino, ma sano e salvo, pure Gabriel come hai già fatto con Eugene e Daryl? Il Negan del fumetto era divertente ed eccessivo, perfino amichevole a tratti, ma pure spaventoso ed imprevedibile. Quello della serie ha perso molto di questa ambiguità e farebbe molto bene a recuperarla in fretta.

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Ci sarà una volta. O forse no?

The Walking Dead: una foto dell'ottava stagione
The Walking Dead: una foto dell'ottava stagione

Cosa succederà a Padre Gabriel, come proseguirà il piano di Rick e quale sarà la contromossa di Negan lo scopriremo, si spera, presto. Ma in realtà anche lo showrunner Scott M. Gimple non sembra troppo convinto e soddisfatto del materiale a disposizione e fa un bel salto in avanti, mostrandoci un probabile flashforward in cui Rick è invecchiato ma ancora circondato dalle persone che ama (Michonne, Carl e Judith) e in un luogo apparentemente pacifico e idilliaco. Troppo bello per essere vero? Sarà tutto solo un sogno o una fantasia? E quell'altra timeline che sembra mescolarsi, quella in cui Rick ha gli occhi rossi e sembra tutt'altro che felice, come si colloca in tutto questo? È un altro futuro magari precedente a questo "lieto fine"?

The Walking Dead: una foto di Andrew Lincoln e Danai Gurira in una foto promozionale
The Walking Dead: una foto di Andrew Lincoln e Danai Gurira in una foto promozionale

Probabile che per avere queste risposte dovremmo attendere molto di più, forse addirittura la fine della stagione, e chissà se in quel caso ci spiegheranno anche il perché della scelta della canzone Another One Rides The Bus, ovvero la parodia della ben più celebre canzone dei Queen firmata da Weird Al Yankovic. Una scelta di cui non riusciamo a comprendere il senso e che ci appare totalmente fuori luogo con una serie come The Walking Dead. O almeno con il The Walking Dead che apprezzavamo e attendevamo ogni settimana. Ma adesso ci sembra più difficile riconoscerlo. Adesso forse dobbiamo prepararci ad ammettere che potrebbe non valerne più la pena.

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Movieplayer.it

2.5/5