La fine è sempre più vicina, e ce ne accorgiamo scrivendo questa recensione di The Walking Dead 11x09, l'episodio che inaugura su Disney+ la seconda parte del ciclo conclusivo della serie nata dai fumetti di Robert Kirkman. Già nel primo blocco di episodi, lo scorso autunno, si era notato quello che sembrava un chiaro intento di muoversi verso un finale definitivo (al netto degli spin-off che continuano per i fatti loro, con uno nuovo in arrivo nel 2023), e l'impressione si rafforza in questa premiere di midseason - ma forse il termine è errato in questa sede perché la stagione è divisa in tre e non due - che procede a un ritmo forsennato per connettere i tre elementi narrativi principali e passare alla fase successiva della macrostoria concepita dalla showrunner Angela Kang e dai suoi collaboratori. Macrostoria che continua a sfruttare alcuni dei capisaldi del franchise, ma questa volta con un minimo di criterio, come nel caso del (piccolo) salto temporale che pone le basi per ciò che vedremo nelle settimane a venire.
Tutti contro tutti
Ma prima di arrivare a quel salto, The Walking Dead ci riporta esattamente dove eravamo, con Alexandria sotto assedio e i nostri eroi impegnati su più fronti: la prima inquadratura, a suo modo una simpatica dichiarazione d'intenti, mostra uno zombie ridotto in poltiglia da dei fuochi d'artificio conficcati nel petto. Come dire: bando alle ciance, entriamo nel vivo della situazione. Situazione che si basa essenzialmente sul conflitto tra Daryl e il gruppo ora capitanato da Leah, ma anche sulle divergenze filosofiche sempre più evidenti tra lui e Maggie, la cui tendenza a fare di testa propria comincia a preoccupare anche Negan, ora non più tanto sicuro che lei manterrà la promessa di non ucciderlo. Altrove, la crisi spirituale di Gabriel va incontro a nuove, sorprendenti evoluzioni quando lui entra in contatto con qualcun di inaspettato, e rimane l'incognita del Commonwealth, che ha promesso a Eugene che tutto andrà per il meglio, ma non ci vuole un genio per intuire che il gruppo non abbia necessariamente a cuore il bene comune, nonostante il nome...
The Walking Dead 11x08, la recensione: il caos prima della pausa
Rapidità insolita
Se nelle stagioni precedenti, in particolare quelle curate da Scott M. Gimple, era d'uopo ritrovarsi con episodi che allungavano il brodo perché il materiale non era abbastanza forte da giustificare sedici episodi senza girare parzialmente a vuoto, qui si verifica l'esatto opposto, con un capitolo che ha tanta carne al fuoco e la brucia tutta nel giro di poche decine di minuti. Laddove anche solo un anno fa sarebbe stato lecito aspettarsi che il salto temporale arrivasse come cliffhanger di metà stagione o come elemento già stabilito nell'episodio successivo, qua la cesura netta manca, e di conseguenza si procede da un momento forte all'altro senza che le sequenze individuali abbiano la possibilità di respirare, complice anche la durata ridotta (per una premiere midseason classica non era insolito che si avesse un minutaggio più generoso). Siamo più dalle parti del divertimento senza troppe pretese (la storyline di Gabriel è particolarmente efficiente come pezzo di pulp), il che è un po' straniante alla luce dell'approfondimento tematico e psicologico a cui ci ha abituati Kang.
"Basta, smetto di guardarlo!" The Walking Dead ha tirato troppo la corda?
Ma poi, appunto, arriva la svolta, quella che presumibilmente dà il tono per il resto della stagione, o quantomeno per i sette episodi rimanenti di questo secondo blocco, destinato ad accompagnarci fino a primavera inoltrata. E si manifesta con una certa prepotenza il disegno generale a livello di trama orizzontale, che da un lato sembra voler riciclare alcuni elementi già noti e dall'altro rimescolare sufficientemente le carte da far sì che lo scontro finale non abbia lo stesso sapore - a volte deludente - delle annate precedenti. Anche perché a differenza dei cadaveri rianimati che popolano lo show, gli spettatori - il cui numero è diminuito drasticamente con il passare delle stagioni di Gimple - non sono più particolarmente inclini a divorare la prima cosa che capita sottomano.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x09, episodio efficace ma frettoloso che pone le basi per la seconda parte della stagione conclusiva.
Perché ci piace
- Le tre storyline si intrecciano in modo abbastanza coerente.
- Le scene action e splatter sono gestite bene.
- Jeffrey Dean Morgan è strepitoso.
Cosa non va
- Il ritmo accelerato smorza l'impatto di alcune scene.