Ci siamo quasi: con la recensione di The Walking Dead 11x07 siamo a poche decine di minuti dalla fine della prima parte dell'undicesima stagione, suddivisa in tre blocchi di otto capitoli ciascuno per consentire agli autori di finire al meglio la serie dopo le interruzioni causate dalla situazione che stiamo vivendo. E in questo caso ritroviamo quella che era la consuetudine nelle stagioni precedenti per quanto concerne l'episodio che precede il finale midseason (anche se qui tecnicamente si tratta di un terzo dell'annata in corso e non è detto che sarà impostato come un midseason classico): una storia che procede con il pilota automatico, girando un po' a vuoto in vista degli stravolgimenti in arrivo. La differenza principale è che lo show è ora in mano a una showrunner che sta attenta all'evoluzione dei personaggi e ne tiene conto nella pianificazione delle trame orizzontali, ma ciò non toglie che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare negli ultimi mesi, alcuni vizi della gestione precedente, per quanto in misura minore, siano rimasti.
Tre storie al prezzo di una
Come spesso capita, The Walking Dead si ritrova a dover sfruttare quasi tutto il cast principale all'interno di un singolo episodio, e in Promises Broken sono tre le storyline esplorate in parallelo: c'è Daryl, ancora infiltrato nei Reapers e ora al cospetto dei dubbi filosofici di Leah, la cui lealtà al perfido Pope potrebbe avere dei limiti quando si tratta di come eseguire certi ordini particolarmente crudeli; ci sono Eugene, Ezekiel, Princess e Stephanie, costretti ai lavori forzati all'interno del Commonwealth dopo l'incidente con la radio e pronti a lasciarsi alle spalle ogni malinteso, se non fosse per una nuova presenza destinata a creare problemi; e poi ci sono Negan e Maggie, il cui rapporto è talmente teso che lui deve esplicitamente chiederle di promettere di non cercare di ucciderlo. Ovviamente la promessa ha vita breve, e si torna ai battibecchi filosofici sul ruolo di Negan all'interno della comunità di Alexandria.
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Le strane coppie
Da quando Maggie è tornata in seno al gruppo originale, la domanda sulla bocca di tutti è stata come avrebbero gestito il suo rapporto conflittuale con Negan. Risposta: con un meccanismo a ripetizione che, dopo l'ennesima variazione sul tema, comincia a diventare sfiancante anche per i personaggi, ed è davvero divertente vedere Jeffrey Dean Morgan che trova nuovi modi per rendere interessante il proprio personaggio all'interno di un arco narrativo che ha cessato di essere minimamente intrigante sul piano drammaturgico qualche episodio fa (la rivelazione che con il senno di poi avrebbe ucciso tutti al termine della sesta stagione ci ricorda in modo efficace che lo psicopatico di un tempo è ancora lì dentro, da qualche parte). La sequenza prima dei credits è quasi una riflessione autoironica sull'argomento, ma non basta per aggiungere pepe a una storyline insipida che non fa particolari favori a nessuna delle figure coinvolte, riducendo le due fazioni a macchiette (con la doverosa precisazione che in questa sede, però, Negan è scritto in maniera coerente rispetto a quando era il grande villain).
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Per Daryl e Leah vale il discorso inverso: quando lei è stata introdotta nella cosiddetta "stagione 10.5", in uno degli episodi supplementari commissionati dalla AMC per abituare gli sceneggiatori a costruire storie compatibili con le misure di sicurezza sul set, la struttura ellittica di quel racconto eliminava ogni vera forma di pathos, al netto della percepibile alchimia recitativa fra Norman Reedus e Lynn Collins. Tale alchimia è alla base dell'esito positivo per l'uso attuale dei trascorsi fra i due personaggi, in una storyline che aggiunge ambiguità psicologica e tensione in modo coerente e intelligente (e dà anche un minimo di incertezza per l'evoluzione emotiva di Daryl, la cui incolumità fisica è invece garantita poiché dopo la conclusione della serie madre sarà protagonista di un apposito spin-off). È anche la storyline con maggiori probabilità di poter creare un qualche tipo di cliffhanger nell'ottavo episodio, lasciando a momenti più propizi la vicenda del Commonwealth, che sembra ben posizionata per aspirare al rango di villain secondario nel prossimo blocco della stagione.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x07, il penultimo tassello della prima parte del percorso tripartito della stagione finale, sottolineando come quest'episodio giri un po' a vuoto, soprattutto quando si tratta di Negan e Maggie, ma i personaggi continuano a funzionare discretamente e si pongono le basi per sviluppi potenzialmente intriganti.
Perché ci piace
- Il rapporto fra Daryl e Leah continua a evolvere in modo interessante.
- La figura di Pope si fa sempre più minacciosa.
- Jeffrey Dean Morgan si diverte vistosamente nei panni di Negan.
Cosa non va
- La scrittura è molto altalenante.