Con la recensione di The Walking Dead 11x06, terzultimo episodio del primo blocco della stagione conclusiva, torniamo a passare un po' di tempo con Connie, personaggio che mancava all'appello da quasi diciassette capitoli: data per morta nel nono episodio della decima stagione (un escamotage necessario per consentire all'attrice Lauren Ridloff di girare il film Marvel Eternals), era tornata in scena brevemente in quello che doveva essere il finale della penultima annata, confermando di essere ancora viva prima di assentarsi nuovamente in vista dell'undicesimo ciclo (anche se, come da consuetudine, Ridloff rimane menzionata come membro del cast fisso a prescindere dalla sua presenza nei singoli capitoli). E in occasione di questo ritorno, come protagonista assoluta (o quasi), lo show ne approfitta per tornare a darsi all'horror puro, con risultati molto interessanti.
Minaccia silenziosa
On the Inside si focalizza principalmente su Connie e Virgil, che l'aveva trovata viva ma ridotta male nel sedicesimo episodio della stagione precedente. I due, in fuga da un gruppo di morti viventi, si rifugiano in una casa, nella speranza che Connie si possa riposare. Solo che lei non dorme da giorni (perché ogni volta che chiude gli occhi ha dei flashback traumatici), e quando comincia a sospettare che qualcun altro si trovi nella casa, lui dà per scontato che sia solo un'allucinazione causata dallo stress. Anche Daryl è in una situazione tesa, dovendo convincere il perfido Pope a fidarsi di lui ma senza fornire troppe informazioni che possano danneggiare il gruppo di Maggie. Due storie parallele di prigionia o comunque di isolamento all'interno di spazi chiusi (anche se poi Daryl accompagna i Reapers in missione all'aperto), con diversi dubbi su cosa sia vero e cosa no. E se la seconda sa a tratti di minestra riscaldata (con tutte le differenze del caso, ricorda comunque un po' Negan con i Sussurratori lo scorso anno), la prima è un ottimo esempio di ciò che The Walking Dead sa fare quando ha a disposizione un'idea efficace e gli strumenti giusti per realizzarla.
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Per l'esattezza, l'episodio ha un regista che di horror si intende, ossia Greg Nicotero, e un'attrice, Lauren Ridloff, che ha fatto delle proprie limitazioni fisiche (è non udente dalla nascita) il punto di forza delle sue interpretazioni, apportando ai suoi ruoli un'intensità che qualsiasi battuta verbale rischierebbe di sminuire (motivo per cui è stata la scelta ideale per Connie, anche se il personaggio cartaceo non è sordo). Insieme, i due creano un microcosmo da brivido che si avvale delle classiche convenzioni di genere ma le usa in modo efficace, senza che il cliché diventi fonte di banalità. In particolare, è notevole il lavoro sull'apparato sonoro, che per certi versi ricorda il film Hush - il terrore del silenzio, con silenzi che rappresentano il mondo come lo vive Connie e rendono ancora più terrificanti i momenti in cui l'audio torna con tutta la sua potenza. È un esercizio di stile che ci permette anche di entrare nella mente di uno dei personaggi più interessanti della serie, con un approfondimento psicologico che va di pari passo con l'efficienza formale di gran parte dell'episodio.
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Rottura e tradizione
Viene quasi da chiedersi se l'idea di base dell'episodio non fosse una di quelle considerate per i sei capitoli "extra" della decima stagione, almeno per quanto riguarda Connie e Virgil, data la natura a prova di pandemia del loro segmento narrativo, con un'unica location e il cast ridotto all'indispensabile. In tal caso avremmo anche potuto fare a meno delle storyline secondarie, con la doverosa precisazione che in questa sede lo squilibrio solitamente riscontrato è meno forte, grazie alla scelta di ridurre a pochi minuti la parte legata ad Alexandria, con il grosso dell'attenzione su Connie da un lato e su Daryl dall'altro. E da quel punto di vista è un bene che il soggetto sia stato tenuto da parte per la stagione regolare, per ricordarci come la serie sappia andare "fuori formato" anche quando non c'è bisogno di aggiungere materiale per motivi esterni allo show stesso. E come nei momenti migliori del programma, il "fuori formato" non è fine a sé stesso, ma coerente all'interno del piano generale di una serie che sta a tutti gli effetti dimostrando di saper risorgere alla grande.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x06 ribadendo come si tratti di un episodio che spinge il pedale dell'horror avvalendosi di una grandissima performance di Lauren Ridloff. Coadiuvato dall'attrice, sorda nella vita, il regista Greg Nicotero costruisce un meccanismo di tensione a base di efficaci, terrificanti silenzi.
Perché ci piace
- Il grande ritorno in scena di Connie è gestito benissimo.
- La componente horror è ottima.
- Il lavoro sull'apparato sonoro dell'episodio è notevole.
Cosa non va
- La scrittura scivola un po' quando ci si discosta dalla trama principale.