Con questa recensione di The Walking Dead 10x06 ci avviciniamo a quel traguardo annuale che è il midseason finale, il momento in cui la serie si congeda dal pubblico prima di Natale e si prende due mesi di pausa, per poi tornare con gli otto episodi successivi della decima annata. Ma anche senza sapere che mancano solo due settimane all'interruzione prima delle feste il sentore c'è nell'aria, perché la classica scrittura centellinata dello show si manifesta in maniera ancora più evidente, accentuando la presenza di storyline appena abbozzate in vista di sviluppi più significativi con l'arrivo dell'inevitabile cliffhanger di metà stagione.
Pertanto questo terzultimo capitolo della prima parte del decimo ciclo mantiene la tradizione un po' frustrante della serie, ma si prende anche la briga di sottolineare i punti di forza, tra cui il ruolo inaspettatamente accattivante di Negan, promosso nelle ultime settimane a personaggio più interessante dello show dopo un paio d'anni di inconsistenza narrativa.
Trame che si aprono
Legami (titolo che probabilmente si riferisce anche a come queste storyline si intrecceranno nei due episodi a venire) introduce tre nuove linee narrative, di cui la più debole è quella del contagio all'interno di Alexandria, che colpisce anche Rosita. Se precedentemente la rivelazione del tumore di Ezekiel forniva indicazioni interessanti sui regressi della medicina nel mondo dominato dagli zombie, la nuova sottotrama "virale" per ora sembra solo l'ennesimo escamotage per creare conflitti tra i personaggi, oltre che il classico elemento che mette in evidenza gli aspetti drammaturgici meno convincenti dello show (la verosimiglianza, dati gli individui coinvolti nelle scene in questione, va allegramente in pausa caffè). Ben più solido è il concetto di Carol e Daryl (ancora un ottimo duo, al netto di debolezze nella scrittura individuale quando sono separati) che intendono eliminare l'armata di zombie controllata da Alpha, e presumibilmente ciò che alimenterà maggiormente il conflitto in attesa del ritorno dello show a febbraio.
Con implicazioni per il lungo termine è stata concepita anche la storyline di Eugene, che in questa sede si ritrova a comunicare, via radio, con una donna proveniente da un'altra comunità, finora ignota. Una distrazione più che benvenuta dall'uso classico del personaggio, ormai svuotato di ogni importanza drammaturgica mentre corre dietro a Rosita, e senz'altro un seme da coltivare forse in vista del vero e proprio finale di stagione, con il legittimo dubbio: questi nuovi arrivati con chi si schiereranno? Domanda dalla risposta tutt'altro che scontata, poiché la gestione di Angela Kang negli ultimi tempi ha veramente saputo dare il giusto spazio a quell'ambiguità che era sempre parte del DNA della serie ma sfruttata in modo raffazzonato e superficiale, fino a rendere irriconoscibili anche i protagonisti dello show.
Sussurri e Negan
E poi, come nelle due settimane precedenti, c'è Negan. Un tempo sintomo di tutto ciò che non andava con lo show, oggi il motivo migliore per continuare a seguirlo, con Jeffrey Dean Morgan che ha ritrovato tutta la gioia nell'interpretare un personaggio che ora è davvero imprevedibile. Ci si poteva aspettare che il suo incontro con Beta finisse con un semplice duello, e invece no: Negan chiede di potersi unire ai Sussurratori.
Io sono Negan: chi è il villain più complesso e potente di The Walking Dead
Quasi sicuramente una mossa doppiogiochista, che dà vita a una sequenza del tutto inattesa e per certi versi fuori luogo: un montaggio volutamente comico dove Negan è costretto a superare diverse prove per essere ammesso nel gruppo, una gag estesa e testosteronica che mette alla berlina il machismo dell'ex-antagonista insieme a quello di Beta, la cui mascolinità è improvvisamente minacciata (nozione molto buffa anche nel contesto di una gestione creativa dello show in mano a una showrunner donna, e della scelta di Carol e Alpha come leader delle rispettive fazioni). È divertente ma anche spiazzante, cosa che la serie non era più in grado di fare da tempo, ed è la pedina più importante in vista di ciò che inevitabilmente accadrà quando le due comunità passeranno alla guerra aperta. Ma quanto bisognerà aspettare? Al finale midseason l'ardua sentenza...
Conclusioni
Giunti al termine di questa recensione di The Walking Dead (stagione 10, episodio 6), non è cambiata di molto l'impressione generale: l'andamento è sempre lo stesso, con diverse promesse positive parzialmente smorzate dai difetti classici dello show in termini di struttura e gestione dei personaggi. Come negli episodi precedenti, Negan è ora ufficialmente la ragione migliore per continuare a seguire le vicende post-apocalittiche delle creazioni di Robert Kirkman.
Perché ci piace
- La rivalità fra Negan e Beta è coinvolgente e spassosa.
- La sottotrama con Eugene promette sviluppi interessanti.
- I primi indizi su ciò che accadrà nel finale midseason sono intriganti...
Cosa non va
- ... ma fanno anche sì che l'episodio risulti un po' incompleto.