The Walking Dead 10x03, la recensione: il percorso allucinante di Carol

La recensione di The Walking Dead 10x03, terzo episodio della decima stagione dal titolo Fantasmi, dove si torna a parlare del gruppo principale.

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The Walking Dead 10: Samantha Morton nel terzo episodio, Fantasmi

Apriamo questa recensione di The Walking Dead 10x03 con una sorta di necrologio: dopo l'onorata gestione di Luca Liguori, che ha recensito con coraggio i primi 104 episodi della fortunata serie della AMC, ora anche il prode Giuseppe Grossi è stato stroncato dall'onere di continuare ad affrontare settimanalmente una serie tv i cui punti di forza latitano da qualche anno.

Battute a parte, questo è un articolo di transizione, dato che per cause di forza maggiore ci sarà un breve passaggio di consegne per quanto riguarda le recensioni di questa prima metà di stagione. Tre recensori per quattro showrunner: quasi un pareggio, e considerando che il network sembra intenzionato a continuare con la serie ancora a lungo (tant'è che il franchise si sta espandendo ulteriormente con un nuovo spin-off televisivo e il già annunciato di Rick Grimes in una trilogia di film) non si sa mai fino a dove arriverà quella cifra, da entrambi i lati della barricata.

I tormenti di Carol

Eccoci, dunque, alle prese con Fantasmi, terzo episodio della decima stagione di The Walking Dead, la seconda sotto l'egida di Angela Kang. Dopo la scorsa settimana, che esplorava l'origine dei due leader dei Sussurratori, si torna alla squadra principale, alle prese con il pericolo rappresentato da Alpha e i suoi scagnozzi per quanto riguarda la demarcazione dei territori delle due fazioni. O almeno così dovrebbe essere, ma la classica scrittura centellinata dello show fa sì che tale minaccia sia rimandata a data da destinarsi, cedendo la posizione centrale a ben altro pericolo, questa volta interno: la salute mentale di Carol. Una svolta che sulla carta si annuncia molto interessante, dato che lei, insieme a Daryl, rimane uno dei principali motivi validi per continuare a seguire la serie, grazie alla performance di Melissa Suzanne McBride che compensa anche i momenti di scrittura meno ispirati. In questo caso, però, anche l'attrice ha difficoltà a rendere coinvolgente un elemento che poteva avere conseguenze interessanti sul lungo termine e invece viene sostanzialmente liquidato entro i confini della singola puntata: la rivelazione che Carol, a causa dell'abuso di farmaci, soffre di allucinazioni, inclusa una conversazione con Daryl (uno dei momenti veramente efficaci dell'episodio in termini visivi e drammaturgici).

The Walking Dead 10x02, la recensione: dietro la maschera dei Sussurratori

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The Walking Dead 10: Una scena del terzo episodio, Fantasmi

La logica della serie, che sacrifica le evoluzioni a lungo termine in nome di occasionali sprazzi di conflitto interiore che durano circa una quarantina di minuti, è una sorta di piaga, paragonabile all'epidemia dei morti viventi, da almeno tre stagioni (quando è stato introdotto Negan, una delle grandi promesse mancate dello show), ed è particolarmente evidente quando gli autori cercano di ridare un certo spessore ai protagonisti storici, ormai intrappolati in una ruotine che va oltre la semplice struttura classica del genere post-apocalittico. Il ritmo estremamente discontinuo fa sì che la tensione si conceda abbondanti pause, non solo da un episodio all'altro ma anche all'interno dello stesso capitolo, lasciandoci con dei tempi morti dove la vacuità, in teoria, non era voluta da Kang e il suo staff. E il fatto che in questo caso ne soffra Carol, inizialmente una delle grandi figure tragiche dello show (sebbene a causa della tanto discussa - e discutibile - storyline della fattoria nella seconda stagione), è particolarmente spiacevole, perché denota una noncuranza generale (evidente anche nel fatto che la trama si ponga in termini ambivalenti circa la presunta psicosi del personaggio) che la nuova gestione non è ancora riuscita a debellare, soprattutto quando si tratta di dare spazio al cast originale e non ai nuovi arrivati, generalmente tratteggiati un po' meglio, forse perché effettivi figli della nuova showrunner.

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La salvezza si chiama Negan (!)

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The Walking Dead 10: Un intenso faccia a faccia nel terzo episodio, Fantasmi

A risollevare le sorti dell'episodio, appesantito anche da un melenso interludio con Eugene e Rosita, è, un po' a sorpresa, proprio Negan, tradizionalmente una palla al piede sul piano drammaturgico, capace di smorzare in parte anche il carisma solitamente inscalfibile di Jeffrey Dean Morgan.

Nella stagione precedente, al netto della discutibilità della storyline della prigionia che l'aveva ridotto a una macchietta quasi peggiore di quella del villain prevedibile nella sua imprevedibilità, c'era stato un piccolo alone di speranza, e qui lo vediamo finalmente realizzarsi, con l'ex-antagonista che torna ad avere un ruolo attivo in compagnia di Aaron e lascia intendere che il suo nuovo status quo sarà questo, con un'inattesa superiorità morale che lo rende un elemento prezioso da integrare nella comunità di Alexandria, affrontando in modo insolitamente intelligente la questione della complessità etica della società creata da Rick a suo tempo. E ora che la minaccia dei Sussurratori sembra volersi concretizzare, questo nuovo traguardo del folle con la mazza da baseball suggerisce che forse, per quanto riguarda il più volte annunciato cambio di rotta dello show, la situazione si stia stabilizzando.

Conclusioni

Concludendo la nostra recensione direcensione di The Walking Dead 10x03 l'impressione dominante è quella tipicamente alla serie da alcuni anni a questa parte: qualche notevole passo in avanti (nella fattispecie la nuova evoluzione di Negan) che però procede in parallelo con la solita staticità drammaturgica di uno show la cui trasformazione è un costante cumulo di incertezze, esitazioni e passi indietro.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • Negan acquista una personalità vera e propria, molto apprezzabile.
  • L'allucinazione principale di Carol è piuttosto interessante.

Cosa non va

  • La scrittura continua a lasciare a desiderare.
  • La storyline della dipendenza e delle allucinazioni è gestita in modo maldestro.
  • La scarsa presenza dei Sussurratori si fa sentire.