The Voice Senior, ovvero come i riusciti spin-off hanno archiviato il format originale

Il format di The Voice? Tra over 60 e under 15, Antonella Clerici ha resuscitato un programma che si credeva finito, azzerando ambizioni e competitività per lasciar spazio ad emozioni sincere, voglia di rivalsa e riscatto.

The Voice Senior, ovvero come i riusciti spin-off hanno archiviato il format originale

5 anni fa, era il 2019, andava in onda su Rai2 la sesta e ultima stagione di The Voice of Italy, con Simona Ventura conduttrice e Carmen Pierri, concorrente del team Gigi D'Alessio, in trionfo, pur nell'indifferenza più o meno generale. Quella finale venne vista da appena 1.710.000 telespettatori, pari al 10,81% di share. All'epoca si pensava che il format The Voice, amatissimo negli USA con 25 edizioni e quasi 600 puntate andate in onda dal 2010 ad oggi, potesse ufficialmente finire in soffitta, fino a quando la Rai ha deciso di spiazzare tutti, nel 2020, cavalcando il marchio attraverso gli spin-off.

Antonella Clerici tra Senior e Junior

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Prima gli anziani, poi i giovani. E il boom, abbastanza impronosticabile, è stato tanto clamoroso quanto meritato. Perché dal 2019 ad oggi il The Voice "originale" non è stato mai più preso in considerazione, affidandosi solo e soltanto ai suoi parenti stretti. The Voice Senior, promosso con coraggio su Rai 1 con la conduzione di Antonella Clerici e concorrenti over 60, e dallo scorso anno The Voice Kids, in cui i concorrenti sono bambini e adolescenti dai 7 ai 14 anni. Non più aspiranti popstar poi puntualmente disilluse da una discografia sempre più stracolma di ipotetici talenti desiderosi di esplodere, ma personaggi di diverso spessore, incredibilmente agli antipodi. Da una parte gli over 60, uomini e donne che hanno costruito e vissuto vite cullando l'amore per la musica e per il canto ma facendo il più delle volte tutt'altro, che partecipano a The Voice solo per il gusto di farlo, o per coronare quel sogno mai realizzato, e per vincere una scommessa con loro stessi. Dall'altra, poco più che bambini che cantano per gioco, tra un compito di italiano e un capitolo di geografia, accompagnati sul palco da genitori orgogliosi, nonni pieni d'amore, fratelli e sorelle plaudenti.

Perché funzionano meglio del format originale

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Se in The Voice of Italy la "competizione" era sempre e comunque al centro dell'impianto narrativo, perché chi vinceva si portava a casa un contratto discografico poi puntualmente finito nel nulla, con i due spin-off la gara lascia meravigliosamente spazio ad altro. All'umanità dei suoi protagonisti, alle storie di vita vissuta, ai rimpianti a lungo portati dentro, alla voglia di (ri)mettersi in gioco senza avere nulla da perdere, all'occasione di rivalsa e di riscatto da vivere in prima serata su Rai1 davanti a milioni di telespettatori. Da questo punto di vista The Voice of Senior, che è ripartito fortissimo con la sua 4a stagione, trasuda emozioni. Perché gli aspiranti concorrenti si raccontano, prima delle tradizionali e celebri "audizioni al buio", abbracciando percorsi esistenziali facilmente riconoscibili dal pubblico mainstream. Non ci sono 'star' davanti ai telespettatori ma persone comuni che non ambiscono a sbancare le radio, andare a Sanremo e/o a vendere milioni di dischi, ma semplicemente ritagliarsi un piccolo, indimenticabile spazio televisivo facendo quel che hanno sempre amato fare. Cantare. Antonella Clerici, da questo punto di vista, è una perfetta padrona di casa, educata, garbata e materna con tutti i suoi concorrenti, che abbiano 10 o 80 anni. E anche la giuria, per 3/4 ormai rodatissima, funziona meravigliosamente.

Una giuria centrata

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Loredana Berté è l'anima rock del programma, letteralmente ringiovanita da quando ha fatto sua la celeberrima poltrona rotante, lucida come non mai, straordinariamente auto-ironica e in grado di amalgamarsi perfettamente con tutti i suoi compagni di avventure. Gigi D'Alessio ha ormai trovato dei tempi televisivi perfetti, grazie anche alla vicinanza dell'istrionico Clementino, vero "cavallo pazzo" del programma, giullare competente che tra una risata e l'altra si lascia andare molto spesso a lacrime sincere. Poi c'è Arisa, ultima arrivata, riuscita ad entrare in punta di piedi in un meccanismo che appare semplicemente perfetto. Al termine della quinta e ultima puntata delle "Blind", i quattro coach dovranno selezionare i 24 concorrenti prescelti - sei per team - che passeranno ai "Knock Out", semifinali in cui i talenti di ciascuna squadra si sfideranno fra loro con il proprio cavallo di battaglia. A quel punto sarà il coach a decidere chi potrà andare avanti nella gara, con 3 concorrenti a team che voleranno in "Finale", dove sarà il pubblico da casa tramite televoto a decretare il vincitore della quarta edizione di The Voice Senior.

E gli ascolti volano

Un pubblico da casa che da 4 anni guarda in massa gli spin-off di The Voice. La prima edizione 'senior' da 5 puntate sorprese tutti con una media da 4 milioni di telespettatori e uno share medio del 19%. La 2a stagione da otto puntate mantenne uno share medio del 18.9%, con la 3a da 7 puntate schizzata addirittura al 23,37%. La 4a stagione è felicemente ripartita dal 23,56% di share, con annesso scalpo celebre. Antonella Clerici è infatti tornata a battere Paolo Bonolis e il suo Ciao Darwin, come già accaduto con 4 puntate su 5 tra dicembre e gennaio grazie a The Voice Kids, con quasi 3 punti di differenza percentuale in sovrapposizione.

Una conferma più che meritata per un format che dopo aver a lungo cercato fortuna nel Bel Paese con la sua versione 'originale', fallendo puntualmente l'obiettivo ad esclusione della 2a edizione segnata dal fenomeno mediatico Suor Cristina, ha trovato una sua strada, un proprio racconto, un linguaggio e una sua centralità con due spin-off su cui in pochi avrebbero probabilmente scommesso.