Da Io Canto Generation a The Voice Kids, se la tv generalista torna a spremere i bambini cantanti

Speravamo di non doverli più vedere, e invece sia Rai1 che Canale 5 sono tornati al passato, rilanciando la sfida Gerry Scotti/Antonella Clerici.

Da Io Canto Generation a The Voice Kids, se la tv generalista torna a spremere i bambini cantanti

Ritorno improvviso al 2010. Tredici anni fa Antonella Clerici spopolava su Rai 1 con Ti lascio una canzone, talent show per bambini canterini nato nel 2008, con picchi monster del 38,83% di share. Su Canale 5 si inventarono così Io canto, con Gerry Scotti mattatore e altri bambini chiamati a cantare in prime time. Ti lascio una canzone è andato avanti per otto stagioni, chiudendo i battenti nel 2015. Io Canto è sopravvissuto per 4 edizioni, chiudendo nel 2013.

Ed è di nuovo 2010

Io Canto Generation

Dieci anni dopo, improvvisamente e senza che nessuno ne sentisse davvero l'urgenza e/o la mancanza, la TV italiana è tornata a concedere microfoni a ragazzini e ragazzine in tenerissima età. Nel giro di 48 ore Canale 5 e Rai 1 hanno deciso di sfidarsi come ai tempi andati, sempre e comunque con Gerry Scotti e Antonella Clerici conduttori. Ieri sera ha preso il via Io Canto Generation, con 24 concorrenti suddivisi in sei squadre capitanate da Mietta, Iva Zanicchi, Anna Tatangelo, Fausto Leali, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta. Venerdì su Rai 1 partirà invece The Voice Kids, ennesimo spin-off del più celebre The Voice con Arisa, Loredana Bertè, Clementino e Gigi d'Alessio giudici. Senza logica apparente, la tv generalista ha così rispolverato due format che sembravano meritatamente andati in pensione, lasciando gli adolescenti a casa, nelle proprie camerette e con i rispettivi Canta Tu, e non su un palco agghindati come gli adulti a cantare canzoni da adulti con pose e atteggiamenti da adulti.

Dopo l'ultima fallimentare edizione di Chi ha incastrato Peter Pan?, andata in onda nel 2017 su Canale 5, si era certificata la fine di un'era televisiva, che in pochi anni aveva spremuto infanti pur di raccattare share e telespettatori, creando bimbi apparentemente sempre più televisivamente parlando costruiti. Che qualcosa stesse cambiando lo si era intuito prima con Il Collegio su Rai2 e a seguire con Back to School su Italia 1, con giovanissimi chiamati a fare da insegnati a pseudo vip. Ora il cambio netto di marcia, che vede la musica e il canto tornare a farla da padrona, con tutti i rischi e i limiti del caso.

La crudeltà di una gara

The Voice Kids

Perché sia Io Canto Generation che The Voice Kids sono delle gare a tutti gli effetti, delle competizioni in cui uno vince e tutti gli altri, inevitabilmente, devono essere eliminati. La più ovvia conseguenza riguarda le reazioni di questi adolescenti, adulti nella loro costruzione scenica ma emotivamente infanti, chiaramente immaturi. La prima puntata di Io Canto Generation ha subito in tal senso partorito le prime eliminazioni, dolorose, con due ragazze tornate frettolosamente a casa. Mietta, loro coach, ha faticato a gestire tale ovvietà, sottolineando più volte come tutto ciò facesse "male", fosse "bruttissimo". Piangevano le ragazze eliminate, piangevano i ragazzi rimasti, piangevano i coach, i giurati, piangevano tutti. Nel mentre i giudici hanno chiaramente regalato voti altissimi a tutti i concorrenti, perché come fai a giudicare negativamente un adolescente davanti a milioni di italiani? Impossibile.

L'insensata cannibalizzazione televisiva

The Voice Kids

E allora crolla il senso di un talent canoro, di una vera e propria competizione che contempli addirittura dei voti. Nel caso di The Voice Kids addirittura eventuali rifiuti, perché da regolamento del format può capitare che nessuno dei giudici si giri al cospetto di una voce, senza sapere a chi appartenga, lasciando così il povero e giovanissimo concorrente a cantare dinanzi a quattro personaggi che gli danno le spalle, bocciato in partenza. Se lo Zecchino d'Oro è parte integrante della nostra storia televisiva, la sua evoluzione estrema ha portato i principali canali della tv generalista a cavalcarne l'onda, finendo per attutire quella purezza che dovrebbe contraddistinguere ragazzi e ragazze che vanno dai 10 ai 14 anni, qui proposti in vesti che teoricamente non dovrebbero appartenergli. Chiaro a tutti il più ovvio dei rischi, ovvero l'inevitabile e rapida saturazione televisiva, esattamente come avvenne 10 anni or sono, quando a forza di cannibalizzarsi a vicenda sia Scotti che Clerici dovettero arrendersi al crollo Auditel e chiudere i battenti. Quanto ci vorrà per arrivare al medesimo risultato?