Negli anni del revival del vampiro, la scelta della CW di adattare i romanzi di L.J. Smith nella nuova serie The Vampire Diaries era apparsa sensata per far decollare il nuovo, giovane network americano. I risultati, in termini di ascolto, avevano confermato la sensazione, con una premiere seguita da quasi cinque milioni di spettatori, ma si confermava dal punto di vista artistico il timore di una serie che non volesse osare, giocando di episodio in episodio con il triangolo sentimentale tra la protagostia Elena ed i due fratelli Stefan e Damon Salvatore.
Ad undici episodi da quel debutto (analizzato in questo nostro articolo), possiamo valutare con più completezza il lavoro di adattamento di Kevin Williamson ed il suo staff di autori ed affermare che il coraggio non è mancato: pur non brillando di originalità, la serie mantiene ritmo e sorprese, dimostrando una vicacità narrativa ed una ricchezza nella mitologia di base che, per quanto mutuata dai romanzi della Smith, dimostra una consapevolezza del mondo in cui i personaggi si muovono ed una certa decisione nel portare avanti il percorso che si ha in mente.
Una qualità che ha conservato un discreto riscontro in termini di ascolti, specialmente per la CW, oscillando tra un minimo di tre milioni e mezzo circa, per gli episodi Family Ties e You're Undead to Me di inizio ottobre, e gli oltre quattro per 162 Candles ed History Repeating di novembre, fino al rientro dopo una pausa natalizia di due mesi con Bloodlines a 3.69 milioni di spettatori. Un'accoglieza che può trovare riflesso anche nel nostro paese quando la serie debutterà su Mya, canale di Mediaset Premium, il prossimo 3 Febbraio.
Andando avanti, la trama si fa più complessa, gli occasionali attacchi ad innocenti passano in secondo piano e ci si concentra sulla mitologia di Mystic Falls, i vampiri presenti nel passato della cittadina e di conseguenza anche quelli che contro di loro lottavano, con una terza entità ai margini, quella delle streghe, dalla quale Bonnie e la sua famiglia discendono.
La ragazza e la graduale consapevolezza dei suoi poteri sono un altro arco nattarivo ben sviluppato nella prima metà di stagione, che si va ad intrecciare con la storia e le intenzioni di Damon: il malvagio vampiro interpretato da Ian Somerhalder ha infatti bisogno di un cristallo che finisce proprio in possesso di Bonnie, un cristallo appartenuto ad un'antenata della ragazza che proprio grazie ad esso riesce a tormentarla. E' lo scenario di History Repeating, che fornisce dettagli sulla storia dell'oggetto, sulla sorte dei vampiri di Mystic Falls e sull'intenzione di Damon di liberarli per riportare indietro Katherine, ma lo fa con un episodio ben costruito che mette in scena momenti di grande tensione nel descrivere la seduta spiritica di Bonnie per entrare in contatto con Emily e la possessione che ne consegue. Il triangolo tra Elena, Stefan e Damon è ovviamente presente, ma cambia coordinate: Elena è sì attratta da Stefan, ma può fidarsi di lui? La promessa di verità dopo che la reale natura del ragazza viene allo scoperto, si scontra con la continua scoperta di dettagli tenuti nascosti, impedendo una relazione stabile tra i due. Parallelamente Damon si ritaglia un posto nella vita della ragazza: Somerhalder è bravo a dipingere l'ambigua e spietata, quanto carismatica, figura di Damon. Elena sa bene di non potersi fidare di lui, ma in qualche modo, poco a poco, comincia a riconoscerne l'essere diretto e, a modo suo, onesto. Indicativo in questo senso proprio l'ultimo episodio trasmesso in USA, Bloodlines, che vede Elena compagna di viaggio di Damon, suo malgrado: il viaggio nasce dall'intervento del vampiro per trarre in salvo la ragazza dal drammatico cliffhanger dell'episodio precedente e porta lei a dover ricambiare il favore di lì a poco, creando un ulteriore legame tra i due. Ma l'episodio è fondamentale anche per aggiungere un ulteriore tassello alla storia della ragazza, introducendo il motivo della sua incredibile somiglianza con Katherine, che sarà sicuramente al centro della seconda metà della stagione.
Motivazioni narrative a parte, Bloodlines va ricordato anche per la partecipazione di una guest star del calibro di Gina Torres, che si aggiunge alla lunga lista di personaggi secondari, più o meno stabili, introdotti finora che hanno contribuito ad arricchire l'ambientazione: è il caso per esempio della vampira Lexi (Arielle Kebbel), in città per il compleanno di Stefan in 162 Candles, una presenza di breve durata che ha permesso di conoscere sfumature diverse, nel bene e nel male, di entrambi i fratelli Salvatore.
Più stabile invece sembra Alaric Saltzman, nuovo insegnante di storia di Jeremy, ma non per questo una persona comune. Il suo arrivo nell'episodio History Repeating non passa inosservato, in primo luogo proprio a Jeremy, anche grazie al vistoso anello che indossa e che ricorda molto quelli in possesso dei Salvatore Brothers, che permette loro di essere esposti alla luce. E' infatti chiaro fin da subito che l'uomo nasconde qualcosa e dalla sua apparizione fino a Bloodlines anche il suo astio per Damon si palesa, insieme alle cause del suo rancore.
Debutto nell'undicesimo episodio anche per Malese Jow nel ruolo di Anna, nuova amicizia per Jeremy con la quale il ragazzo inizia ad indagare sulla storia locale, una ricerca che li potrebbe portare nell'immediato futuro a contatto con l'oscuro passato che coinvolge le streghe, i vampiri ed il gruppo di cittadini che a loro si è opposto. E' proprio Jeremy un personaggio che potrebbe trovare ulteriore spazio nella seconda parte di stagione, uno di quelli non presenti nei romanzi da cui la serie, sfruttando sia il suo crescente interesse per il passato, sia la sua storia con Vicki di inizio stagione ed il risultato a cui ha portato in Haunted, con Damon costretto ad usare i suoi poteri sulla mente del ragazzo, lasciandoci molti dubbi sull'effettiva entità e profondità del suo intervento. A metà della prima stagione, con la relativa sicurezza di poter andare avanti anche l'anno prossimo grazie al favore del pubblico, è ovvio iniziare ad impostare il futuro e vanno in questa direzione i nuovi innesti: da Sean Faris e Mia Kirshner a Melinda Clarke, che accogliamo con la speranza che i nomi nuovi non distolgano l'attenzione dalle dinamiche dei personaggi principali, rendendo dispersiva una storia che fin qui riesce a proporre novità e nuovi dettagli con il giusto equilibrio. Ed è pur vero che i vampiri della serie non sono in linea con l'immagine letteraria classica, ma l'importante dal punto di vista narrativo è che la figura di questi nuovi mostri, che siano di The Vampire Diaries o di Twilight, siano coerenti con sè stessi all'interno della finzione di cui fanno parte.