Proprio nei giorni in cui è approdato al cinema Warfare - Tempo di guerra di Alex Garland e Ray Mendoza, un altro focus spietato e crudo sulla guerra arriva anche in tv in formato seriale, precisamente in streaming su Prime Video. Si tratta di The Terminal List: Dark Wolf, prequel del fenomeno datato 2022 con Chris Pratt, che già nasceva dal romanzo bestseller di Jack Carr.

Il successo ha portato non solo all'ordine di una seconda stagione ma anche di uno spin-off in cui i due protagonisti, come hanno scherzato sui social, si dessero supporto a vicenda, l'uno sul set dell'altro. Taylor Kitsch e il suo Ben Edwards torneranno a fare capolino nella storia di recupero della memoria del James Reece di Chris Pratt, mentre quest'ultimo ci mostra come ha aiutato Ben nel periodo di passaggio dalle forze speciali della Marina Militare statunitense (i cosiddetti Navy SEAL) al mondo clandestino delle operazioni speciali della CIA.
The Terminal List: Dark Wolf, nel cuore della battaglia
La serie prequel di Prime Video è creata a quattro mani da Jack Carr e David DiGilio, creatore e showrunner della prima serie originale. Se quella era un mix tra action e crime, qui siamo più vicini al thriller psicologico che all'action duro e puro. Attenzione, non stiamo dicendo che non vi siano presenti scene ad alto tasso adrenalinico ma in questo caso si lavora più di silenzi, di rumori assordanti, di primi piani che seguono i soldati mentre gli eventi si susseguono inesorabili davanti ai loro occhi.
La war series incontra la spy story realizzando qualcosa di leggermente retorico - l'indottrinamento dell'ISF da parte dei soldati statunitensi contro gli integralisti islamici - e più vicino alla propaganda militarista, nonostante si presenti come una critica al sistema.
Un inizio in medias res

Il prequel esplora il lato più oscuro della guerra e il costo umano che comporta. Proprio come Warfare, ci catapulta immediatamente dentro l'azione, senza sconti e senza edulcorazioni, mostrando al pubblico la dura verità direttamente dall'interno. Missione dopo missione, in giro per il mondo nello spirito della serie spionistica, e in mezzo al deserto e alla sabbia che copre gli occhi, proprio come un war movie moderno, i protagonisti dovranno imparare a proprie spese cosa significhi servire il proprio Paese, tra patriottismo e messa in discussione dello stesso. È la vera e propria origin story - come un (anti)eroe fumettistico - del personaggio di Edwards che mostra la rabbia crescente verso il Sistema che lo porterà ad allontanarvisi: un percorso antitetico e complementare a quello di Reece in Terminal List.
Due ottimi protagonisti e due anime nella serie Prime Video

The Terminal List: Dark Wolf mostra il percorso di ribellione di Ben a partire dall'interno per esplodere man mano verso l'esterno. Dai primi episodi visti, forse otto si prospettano un po' troppi per il tipo di storia raccontata - proprio come accadeva nella serie originale; anche la durata delle puntate si dimostra eccessiva, con troppi momenti morti solo apparentemente rivelatori del dilemma interiore vissuto dai protagonisti. Il realismo del racconto non viene dato tanto dall'utilizzo della camera a mano, piuttosto da una regia quasi chirurgica, che non manca di documentare i momenti di condivisione intorno al fuoco da parte dei commilitoni. Il lavoro di squadra è alla base del racconto, fin dal primo monologo di Ben con cui inizia il primo episodio, a testimonianza del tema principale: la fratellanza in tempo di guerra.

Ci voleva quindi un valido partner da affiancare al carismatico protagonista, che lavora di sottrazione e sguardi e allo stesso tempo di rabbia e sfogo, per una sorta di buddy series. La condivisione di un periodo terribile e indimenticabile come quello bellico è comprensibile solo per chi ti è stato accanto nei momenti peggiori. Si rivela valido e azzeccato l'ex Luther di Umbrella Academy Tom Hopper che diventa il Tenente Raife Hastings, un Navy SEAL con connessioni familiari ai Selous Scouts. Un reggimento delle forze speciali dell'esercito della Rhodesia, attivo dal 1973 al 1980, il cui motto era "Avanti insieme" e il cui obiettivo era l'eliminazione clandestina di terroristi e del terrorismo dentro e fuori dal Paese. La serie parla così di onore: cosa questo rappresenti oggi per i soldati e cosa si sia disposti a fare in nome di esso; quale prezzo bisogna pagare e quali sacrifici compiere in nome di una patria che non sempre ti ripaga con la stessa moneta.
Conclusioni
The Terminal List: Dark Wolf, almeno nei primi episodi visti, catapulta lo spettatore direttamente nel cuore dell’azione, proprio come Warfare, per raccontare la crudeltà e il sacrificio che la guerra (qualsiasi guerra) comporta. Taylor Kitsch si conferma un protagonista carismatico a cui viene affiancato un ottimo Tom Hopper e la serie sembra reggersi molto su di loro e posto sul resto del gruppo (Luke Hemsworth non pervenuto). Più thriller psicologico che serie action, si tratta di un’interessante origin story, ma derivativa del precedente successo (comprese le comparsate di Chris Pratt). Si muove a metà strada tra retorica, propaganda, patriottismo e ribellione, e proprio per questo potrebbe non accontentare tutti.
Perché ci piace
- Taylor Kitsch e Tom Hopper: perfetti insieme.
- Cambiare leggermente genere dall’originale mescolando war series e spy story.
- La presenza di Chris Pratt a creare continuità.
Cosa non va
- Il resto del cast, nei primi episodi poco pervenuto.
- La propaganda nascosta sotto la critica al sistema.
- Forse troppi episodi introduttivi e sicuramente eccessiva la durata.