Recensione The Tale: un racconto ipnotico per riappropriarsi del dolore

La recensione di The Tale. Tra autobiografia e fiction, con coraggio e sensibilità, con The Tale Jennifer Fox ci conduce alla scoperta del suo trauma rimosso e di un'ingiustizia devastante con il contributo essenziale di una magnifica Laura Dern.

Il dolore era nascosto in una storia. Ci raccontiamo storie per vivere, per andare avanti, e così Jenny Fox aveva trasformato il suo dolore in una storia bellissima. In un amore speciale, che l'aveva salvata dalla banalità e dall'invisibilità, e che l'aveva fatta sentire una prescelta. Non certo una vittima. Mai una vittima.
Quando sua madre si imbatte in quei potenti paragrafi, scritti da un'adolescente per un corso di scrittura creativa, e decide di affrontare i propri sensi di colpa dopo tanto tempo, Jennifer ha quarantotto anni, è una donna di successo, con una personalità forte e indipendente e un compagno che la ama. Non si aspetta certo che possa partire proprio da qui un'indagine - interiore e non - che la porterà ad affrontare un dolore rimosso che come un'ombra informe e inquietante e onnipresente ha abitato fino a quel momento la sua esistenza.

The Tale:
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"Erano gli anni '70"

The Tale:
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Per decenni, la brava documentarista, candidata a un Emmy Award col suo My Resurrection, guardava al passato, alla sua "prima relazione", con affetto e orgoglio. Poi quel racconto emerse da un vecchio scatolone, per tormentare la coscienza di un'anziana madre, e cambiare forse il corso della vita di una donna adulta, equilibrata ed efficiente. E a turbare quella delle altre persone coinvolte nella vicenda e nella vita di Jenny, per arrivare fino a noi. The Tale è la rielaborazione, tra fiction e memoriale, non tanto di quanto accadde alla Jenny tredicenne nell'estate del 1973, quanto dell'esperienza difficile e dolorosa di mettere in discussione la propria memoria, andare al cuore di un evento fondante e profondamente traumatico custodito per una vita intera come positivo e prezioso.

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The Tale:
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Così l'opera The Tale si trasforma nelle mani e nell'immaginazione di Fox in qualcosa di davvero originale nella concezione e nella struttura: si trasforma nel percorso, per tentativi, errori, correzioni, confronti e sottrazioni, che ha condotto l'autrice ad accettare il dolore e a denunciare il torto subito. Un'auto-indagine che ha una rilevanza particolare oggi, nell'era del #MeToo, in cui le vittime di abusi sono finalmente sostenute, incoraggiate a superare la vergogna e la paura dei giudizio altrui per mettere in piazza la soggettività della propria sofferenza e la realtà della prepotenza, dell'umiliazione e della deumanizzazione che subiscono le vittime dei predatori sessuali.

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Indagatrice di se stessa

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Giustamente inclusa tra le candidature agli Emmy 2018 per questo ruolo, Laura Dern è la bussola che assicura l'orientamento al viaggio di The Tale, il centro saldo del labirinto della narrazione: sicura di sé, affascinante e sensuale nei panni della Jennifer che, all'inizio della storia, cerca di liquidare come rigurgiti moralisti i dubbi della madre, rivela gradualmente le epifanie, la consapevolezza crescente della sua eroina; esemplari sono da questo punto di vista i momenti in cui vediamo Jennifer impegnata a montare il suo ultimo documentario, o a interagire con i suoi studenti: momenti in cui, senza parlare, Laura/Jenny lascia risuonare l'eco dell'esperienza di altre donne nella sua.

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The Tale:
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Il resto del cast è all'altezza di una protagonista tanto versatile e magnetica: basti pensare alla sempre magnifica Ellen Burstyn nel ruolo della mandre di Jenny o al tandem Elizabeth Debicki/Frances Conroy, capaci di dare con coerenza una qualità eterea e misteriosa a quel personaggio inquietante e struggente che è Mrs. G. Ma in particolare ci preme spendere qualche parola su Isabelle Nélisse, che interpreta la Jenny tredicenne (aveva solo undici anni al tempo delle riprese, e Fox l'ha protetta con tutti i mezzi possibili dagli aspetti scabrosi e perturbanti del suo racconto) ed è straordinaria nel trasmetterci l'innocenza di una bambina, l'ambizione di un intelletto vivace e di una personalità nascente, e infine la grinta con cui ingaggia un vero e proprio duello con il suo alter ego del futuro. Una battaglia che, in The Tale, ha un esito incerto fino all'ultimo passaggio devastante ma inevitabile, e che ci lascia in eredità riflessioni preziosissime sull'identità, la memoria e la natura della violenza.

Nessuno ha salvato me

Movieplayer.it

4.0/5