Settantadue ore. Una settimana. Stephen King, negli anni, ha riportato versioni discordanti sul tempo che ha impiegato per scrivere, sotto il suo ben noto pseudonimo Richard Bachman, il romanzo L'uomo in fuga (The Running Man). Negli USA è arrivato per la prima volta nelle librerie nel 1982 e, proprio nell'introduzione del libro, dichiarava di averlo ultimato in 72 ore. Anni dopo, nel suo ben noto saggio On writing, è salito a una settimana.

In questi 43 anni, il romanzo è stato adattato per il grande schermo due volte, la prima volta con L'implacabile, il cult del 1987 con Arnold Schwarzenegger diretto da Paul Michael Glaser (il detective David Starsky di Starsky & Hutch) la seconda con un film che, tecnicamente, non è ancora giunto nelle sale visto che stiamo parlando di quel The Running Man diretto da Edgar Wright e interpretato da Glen Powell in arrivo nei cinema di tutto il mondo il 7 novembre (il 6 in Italia).
Le regole del gioco
Il romanzo di Stephen King è ambientato in un 2025 da incubo in quella che nel 1982 poteva sembrare solo una distopia e che invece, per certi versi, ora che quell'anno lo stiamo vivendo si è rivelata essere quasi una profezia. Amare considerazioni sui mala tempora a parte, la storia dell'Uomo in fuga è ambientata in un'America in cui è diventato obbligatorio per tutti possedere una tv e segue le traversie di Ben Richards che, per trovare i soldi necessari a curare sua figlia affetta da una terribile polmonite e far sì che, al contempo, sua moglie possa smetterla di prostituirsi per far fronte alle spese di casa, decide di rivolgersi alla Games Federation.

Si tratta di una casa di produzione di reality show particolarmente violenti in cui i partecipanti possono vincere un mucchio di soldi. A patto di sopravvivere. Richards viene sottoposto a una serie di rigorosi test e viene selezionato per prendere parte al più celebre format della Games Federation: L'uomo in fuga. Il premio in palio, che non è mai stato vinto da nessuno, ammonta a un miliardo di dollari. Solo che, per ottenerlo, bisogna sopravvivere per un mese intero in cui il giocatore non è braccato solo dalla forza di polizia privata del game show, i "cacciatori", ma anche da tutti i cittadini d'America. La produzione corrisponde difatti un bonus per la condivisione d'informazioni sul dove si trovi Ben Richards.
La versione del 1987: L'implacabile
Negli anni ottanta, durante la consacrazione e deflagrazione globale del fenomeno letterario Stephen King, Hollywood aveva già cominciato da tempo ad attingere a piene mani dal corpus letterario del Re del brivido di Bangor. Con risultati altalenanti dal punto di vista della qualità che peraltro, spesso e volentieri, utilizzavano la frase "tratto da un romanzo di Stephen King" solo come trucchetto di marketing con lungometraggi che finivano per stravolgere del tutto quello che l'autore aveva elaborato. Solo che se lo faceva Stanley Kubrick poi finivamo per ottenere un capolavoro della storia del cinema come Shining che tradiva il materiale di riferimento per diventare altro, se lo facevano l'ex detective David Starsky insieme al leggendario sceneggiatore Steven E. de Souza (quello di Commando e Trappola di cristallo) si finiva sempre e comunque per tradire la storia di partenza per dare forma a quello che sarebbe poi diventato un cult del cinema secondo Arnold Schwarzenegger.

L'implacabile appunto. Il presupposto del gioco a eliminazione - fisica - dei partecipanti rimaneva, seppur trasformato. Da una gara di resistenza di un mese, si passava alle tre ore in cui si doveva arrivare alla fine di una serie di sfide dal sapore gladiatorio in cui gli antagonisti del buon Schwarzie erano interpretati per lo più da famosi wrestler del periodo. Non a caso, proprio questo lungometraggio è stato fondamentale per concepire uno dei programmi tv americani più celebri apparsi a cavallo fra gli anni ottanta e novanta, American Gladiators. Poi, visto che di mezzo c'era Arnold Schwarzenegger, la star action più grande in circolazione, sì passo dalla triste vita di un uomo che deve fare di necessità virtù a quella più canonica di un Ben Richards militare corretto e tutto d'un pezzo che, nel 2017 e non nel 2025, viene ingiustamente accusato di un crimine e gettato nella fossa dei leoni.
Come vi spiegavamo più su, è comunque diventato un cult nel tempo a dispetto d'incassi che, per gli standard del periodo del caro Arnold, furono deludenti. Ha anche il merito di aver ispirato un notissimo videogame arcare dei primi anni novanta, Smash TV, poi approdato anche sulle varie piattaforme videoludiche disponibili in quegli anni.
La versione del 2025: The Running Man
Per quel che riguarda i film diretti (e anche sceneggiati o co-sceneggiati) da Edgar Wright, si tratta della seconda volta nella sua filmografia che si mette alle prese con la regia di una pellicola adattata da qualcosa di pre esistente. Dobbiamo tornare indietro al 2010 e all'uscita di Scott Pilgrim vs. the World per la prima volta, il film basato sui fumetti di Bryan Lee O'Malley che incassò due spicci ma che è comunque divenuto un must per i cinefili.
A maggio del 2017, mentre era impegnato nella promozione di Baby Driver - Il genio della fuga, su Twitter, rispondendo alla domanda di chi gli chiedeva "Non so cosa ne pensi dei remake, ma se dovessi farne uno, senza alcuna restrizione di sorta, quale film ti stuzzicherebbe rifare?" svelò che avrebbe amato rigirare proprio una versione più fedele al materiale di partenza dell'Implacabile. Lo sviluppo del progetto venne poi confermato dalla Paramount nel 2021 e venne anche reso noto che Wright, per la sceneggiatura, avrebbe nuovamente collaborato con Michael Bacall, con cui aveva già scritto proprio Scott Pilgrim.
Nell'aprile del 2024 Glen Powell è stato scritturato come nuovo Ben Richards e le riprese delle sessioni principali sono poi partite il 4 novembre dello stesso anno nel Regno Unito (per poi terminare il 28 marzo del 2025). La Paramount ha mostrato del footage di The Running Man alla CinemaCon di aprile per poi distribuire online il primo trailer a inizio giugno.

Proprio dai materiali ufficiali abbiamo potuto constatare come, rispetto al film con Arnold Schwarzenegger, l'idea di un uomo in fuga da tutto e tutti sia rispettata, con passaggi ad altissimo tasso di adrenalina, azione e tensione. Ed è apparso anche subito alquanto palese come il racconto di Stephen King sia stato adattato alle nuove tecnologie che, nel mentre, sono emerse e con cui il personaggio di Glenn Powell verrà braccato. E proprio parlando di cast, accanto alla star di Top Gun: Maverick e Tutti tranne te vedremo anche William H. Macy, Lee Pace, Emilia Jones, Michael Cera, Daniel Ezra, Jayme Lawson, Colman Domingo e Josh Brolin. The Running Man arriverà nei cinema italiani a partire dal prossimo 6 novembre distribuito da Eagle Pictures.