Dopo The Terror e The Head, continua il fascino di Prime Video per le spedizioni in terre lontane e inospitali - ambientate nel passato o nel presente che siano - con elementi soprannaturali leggendari a condire le missioni di un elemento thriller-horror insieme a quello puramente drammatico. Torniamo in questo filone con la recensione di The Rig, dal 6 gennaio su Prime Video con tutti i sei episodi che compongono la miniserie, la prima della piattaforma interamente girata in Scozia e quindi di fatto la loro prima produzione originale locale.
Dentro il Mare del Nord
The Rig (che letteralmente significa "impianto di trivellazione" e indica la piattaforma petrolifera Kinloch Bravo dove lavorano i protagonisti della miniserie), ambientata ai giorni nostri, è creata da David Macpherson e diretta da John Strickland e Alex Holmes. Il cast, ricco e variegato e con un parterre di attori inglesi e scozzesi comprende: Emily Hampshire, Martin Compston, Calvin Demba, Richard Pepple, Mark Bonnar, Rochenda Sandall, Emun Elliott, Stuart McQuarrie, Abraham Popoola, Molly Vevers, Mark Addy, Nikhil Parmar, Cameron Fulton. Tra gli interpreti figurano gli attori del Trono di Spade Iain Glen, l'indimenticato Jorah Mormont e qui Magnus McMillan, a capo della piattaforma, e Owen Teale, che nella serie HBO fu Alliser Thorne e qui interpreta Lars Hutton, un membro della crew che crea costantemente problemi e cerca continuamente il litigio soprattutto con Magnus. In generale il morale dei lavoratori è alle strette perché dopo tanto tempo in mare aperto e in condizioni difficili erano convinti di poter tornare alla propria vita e alle proprie famiglie ma un evento li costringerà bloccati su quella maledetta piattaforma petrolifera di stanza al largo della costa scozzese, nelle pericolose acque del Mare del Nord.
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La nebbia
Come nei migliori horror-thriller che si rispettino, tutto inizia con una misteriosa nebbia che avvolge la piattaforma e tutto ciò che le sta intorno per chilometri. A quel punto, saltano le comunicazioni radio, c'è un blackout e iniziano ad avvenire strani fenomeni sismici inspiegabili. Le leggende da vecchi esploratori e di chi lavora da più tempo in questo tipo di spedizioni, insieme ai miti del Mare del Nord, alimentano l'agitazione della crew anche più giovane e meno esperta, che non vedeva l'ora di tornare a casa. Questo insieme ad altri attriti personali pre-esistenti e affetti che inevitabilmente si creano tra alcuni membri dell'equipaggio, porterà a una sorta di punto di ebollizione per le persone bloccate al largo. The Rig unisce sapientemente gli elementi legati al survival drama legato alle spedizioni impossibili ad altri più moderni e vicini all'attualità, al cambiamento climatico in atto, alla pandemia e così via. I due aspetti si mescolano bene in una miniserie ad alta tensione narrativa, i cui episodi forse sarebbero potuti durare un po' di meno e la cui CGI in alcuni momenti non è a livelli proprio eccellenti.
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Il giallo
I colori freddi ammantano questa produzione scozzese di Prime Video e tutto ciò che circonda i personaggi, dalla nebbia al mare in tempesta e al contrasto con qualcosa di "caldo" che arriva dal cielo. Complice l'essere bloccati in mare aperto inizia a farsi largo anche l'elemento da giallo da camera. Dopo un incidente ad un membro dell'equipaggio, viene da chiedersi se sia stato davvero un incidente e se possa essere stato qualcuno della squadra. A quel punto si tratta non solo di una lotta per la sopravvivenza dell'uomo contro la natura ma anche tra uomini stessi, dato che c'è una sempre maggiore perdita di fiducia degli spedizionieri nei confronti del capitano e tra di loro internamente. Vecchio e nuovo sono gli elementi generazionali che vanno a scontrarsi per mostrare il diverso approccio nei confronti della minaccia incombente da parte di vecchia e nuova generazione. Ovviamente non manca la riflessione di fondo su cosa si è disposti a fare come esseri umani se portati al limite? Lealtà, tradimenti, colpi di scena, resistenza sono tutti elementi che condiscono questo giallo horror in mare aperto. Perfetto per gli amanti del genere.
Conclusioni
Alla fine della recensione di The Rig constatiamo come si tratti di una serie di genere con tutti i canoni per appassionare i fan: un equipaggio bloccato ai giorni nostri in mare aperto in condizioni estreme, che deve sfidare sia i limiti della natura che le frizioni tra esseri umani. Un racconto ad alta tensione che mescola elementi e guarda all’attualità, con un cast variegato capitanato da alcuni volti conosciuti.
Perché ci piace
- Il cast soprattutto scozzese, così come la produzione.
- L’idea sempreverde della minaccia in mare aperto.
- Il thriller-horror che va a mescolarsi col giallo da camera e col survival drama.
- Le tematiche ambientaliste ed ecologiche attuali.
Cosa non va
- Gli episodi forse sarebbero potuti durare un po’ di meno.
- La CGI in alcuni momenti non è a livelli proprio eccellenti.