"La sfida? Mettere insieme diverse aree. Orfeo, poi, è un mito che parla della nostra contemporaneità in modo attuale. Amore, morte, e la necessità di imparare a lasciare andare le anime". Davide Livermore e Paolo Gep Cucco raccontano così The Opera! - Arie per un'eclissi, ambizioso lungometraggio che fonde cinema, musica, teatro e, appunto opera. Al cinema in tre date evento, The Opera! rivede il mito di Orfeo ed Euridce secondo una chiave moderna e, secondo gli autori, "Umanista. Una storia trasportata all'interno di una narrazione che si rifà ad un linguaggio universale come la musica. Da qui l'idea: generare un'opera musical che evitasse etichette e generi".
The Opera!, dietro le quinte con Davide Livermore e Paolo Gep Cucco
Protagonisti del film, Valentino Buzza e Mariam Battistelli. A riguardo, Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, durante il nostro incontro, spiegano che "Abbiamo girato mezzo mondo per cercare i veri talenti d'opera che fossero in grado anche di recitare". Con loro, un grande cast: da Vincent Cassel a Fanny Ardant fino a Rossy De Palma. "Il primo giorno sul set di Buzza non è stato facile. Cassel, che interpreta Ade, è un grande professionista, ed è andato nel camerino di Buzza a salutarlo. Per fare questo lavoro devi essere il più normale possibile".
Per i registi, The Opera! - Arie per un'eclissi non è un canonico film, ma "sfrutta il mezzo cinematografico. Così come nelle prime alla Scala abbiamo usato il mezzo tv. E sulla Rai la Prima alla Scala fa sempre record di ascolti. Il cinema ci ha aiutato anche nelle allegorie. Il mito, in generale, ci ha sempre aiutato. Pensiamo a Speranza, figura allegorica. Era interessante elaborare il lutto e il dolore attraverso una parabola. In mezzo poi troviamo linguaggi diversi e ispirazioni diverse che arrivano dalla pittura e dal design. Una continua ibridazione. Siamo due registi che hanno mischiato le proprie esperienze, tra teatro e musica", e proseguono, "La vita è molto di più di quello che può essere la catalogazione degli affetti o delle arti. Per dire, c'è tantissimo Henry Purcell, il grande musicista inglese della fine del '600. Bisogna conoscere per riconoscere. Le arti, come i pensieri straordinari, a un certo punto non contano più per una società, si inabissano, come nella storia, divenendo fiumi carsici che non vedi più, ma poi riescono fuori perché cambia il contemporaneo".
The Opera! Arie per un'eclissi, recensione: forme meticce per un film che merita attenzione
Tecnologia e umanesimo
The Opera!, come scritto nella nostra recensione, mischia diversi umori musicali. "Viviamo in un tempo che è in grado di poter comprendere che non va spiegato l'arrangiamento di The Power of Love, fatto per un'orchestra barocca diretta dal più grande direttore barocco che è Fabio Biondi. E poi il meraviglioso arrangiamento di Mario Conte, che comincia con la toccata per Liuto in la Maggiore di Bach, che può raccontare il mondo dei Frankie Goes to Hollywood. Tutto è una conseguenza dell'altra cosa. La vita non può avere una forma comprensibile, sempre. Più le opere sono meticce, più sono una rappresentazione del nostro mondo, che è un mondo fluido, transgender, un mondo di assoluta contaminazione".
Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, poi, si sono concentrati sull'aspetto estetico di The Opera! - Arie per un'eclissi. "Da un lato troviamo l'estetica italiana, da De Chirico al Colosseo Quadrato. Dall'altra c'è, per esempio, Nervi, poi c'è Carlo Mollino. C'è sempre questo mix di tecnologia per riportarci invece a una posizione molto umana, molto vera che è quella della storia che stiamo raccontando. Il set l'abbiamo costruito allo ShowLab, un virtual set a Torino su misura per noi. L'abbiamo sperimentato, e abbiamo fatto sì che funzionasse al meglio". E, a giudicare dal risultato, ci sono riusciti.