The Mosquito Coast, la recensione: un family drama on the road

La recensione di The Mosquito Coast, la nuova miniserie Apple Tv+ che è l'adattamento del romanzo omonimo di Paul Theroux dal 30 aprile sulla piattaforma.

"Tutto può essere aggiustato ma il trucco sta nel volerlo aggiustare. Niente è costruito per durare. La tv si rompe? Buttiamola via e ne compriamo una nuova. Però queste sono persone e noi le buttiamo ugualmente via, perché hanno commesso il peccato più grave per questo Paese: hanno smesso di consumare. Ridurre un essere umano alla parola 'consumatore', quant'è disgustoso?"

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The Mosquito Coast: Justin Theroux e Melissa George in una scena

Come avrete intuito dal titolo di questa recensione di The Mosquito Coast, la nuova miniserie Apple Tv+ disponibile con i primi due episodi dal 30 aprile sulla piattaforma, è un family drama anomalo questo adattamento televisivo del romanzo omonimo di Paul Theroux, zio dell'attore protagonista della miniserie, Justin Theroux (già visto in Six Feet Under e The Leftovers). Il romanzo, che quest'anno compie 40 anni, era già diventato un film per il grande schermo nel 1986 con la sceneggiatura di Paul Schrader e la regia di Peter Weir, con protagonisti Harrison Ford, Helen Mirren e un giovanissimo River Phoenix.

CORRI ALLIE CORRI

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The Mosquito Coast: Justin Theroux in un'immagine della serie

Nel serial, adattato da Neil Cross come showrunner, con Rupert Wyatt alla regia dei primi due episodi, protagonista è appunto Theroux insieme a Melissa George e agli esordienti Gabriel Bateman e Logan Polish nei panni della moglie e dei figli del protagonista. Allie Fox è un inventore anticonformista: da tempo impegnato in dure contestazioni contro il sistema capitalistico e consumistico degli Stati Uniti, si sente incompreso e sottovalutato sul posto di lavoro anche a causa delle proprie invenzioni, nonostante reputi di avere un'intelligenza sopra la media. La moglie Margot e i figli Dina e Charlie vivono con lui lontano dalla civiltà, nella remota campagna, non hanno tv o altri apparecchi elettronici, è proibito l'uso del cellulare. Ben presto viene svelato l'arcano agli spettatori e anche ai giovani membri della famiglia Fox: Allie e Margot stanno scappando da qualcosa. Ma la domanda è: da cosa, oppure da chi? Inizia così una corsa contro il tempo - e contro il governo degli Stati Uniti, che tenta di ostacolarli in ogni modo - per raggiungere il Sud America e la Mosquito Coast honduregna, che dà il titolo alla storia.

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UN AFFARE DI FAMIGLIA

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The Mosquito Coast: Melissa George in una scena

Man mano che la famiglia Fox si dà alla macchia, braccata da più parti, regia e sceneggiatura accompagnano lo spettatore costantemente sul filo del rasoio, con una struttura e alcune trovate a metà strada tra la spy story e il racconto cospirazionista. Un incontro-scontro fra la cultura statunitense e quella dell'America Latina. Come dicevamo, però, la narrazione è anche un road movie attraverso gli spazi aperti, la campagna americana, le grandi autostrade e l'infinito che si scorge all'orizzonte. Trait d'union è il family drama, perché lo show vuole essere soprattutto un racconto sui complicati rapporti familiari, soprattutto se il nucleo è tenuto in piedi da grosse bugie a monte. Ma quali sono queste bugie da svelare? Il finale non soddisfa totalmente questi interrogativi e lascia con un po' di amaro in bocca, senza però vere apparenti motivazioni narrative. La miniserie nel suo sviluppo permette anche di riflettere, e questa è la parte più interessante, come dal confronto fra Allie e la figlia riportato ad inizio recensione, sul ruolo non tanto della tecnologia come spesso capita, ma proprio del capitalismo e dell'industrializzazione sul Paese e sul mondo intero, sulla vita quotidiana e su come trattiamo e gestiamo i nostri oggetti, tanto quanto le nostre relazioni interpersonali.

Conclusioni

A chiusura della nostra recensione di The Mosquito Coast possiamo dire che siamo felici di aver ritrovato in un ruolo seriale Justin Theroux e Melissa George, che hanno dimostrato ottime interpretazioni, grande chimica fra loro. Le riflessioni che i dialoghi portano alla luce e le riprese del paesaggio rurale americano mixate alla colonna sonora sono molto suggestive, ma purtroppo vengono spesso penalizzate dall’eccessiva mole di generi inserita nella narrazione, oltre alla non risoluzione di alcune domande che rimarranno, senza però un vero motivo, senza risposta.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • La chimica palpabile fra Justin Theroux e Melissa George e il loro funzionare anche come famiglia insieme ai due giovani protagonisti.
  • L’idealismo e le riflessioni che il confronto generazionale porta allo show…

Cosa non va

  • …che però girano un po’ a vuoto, penalizzate dai troppi generi inseriti nel racconto.
  • Moltissimi nodi narrativi non vengono risolti nel finale, ma senza una vera motivazione stilistica.