Con l'ottavo episodio finalmente disponibile sulla piattaforma Disney+, la prima serie live action ambientata nell'universo di Star Wars si è conclusa. The Mandalorian è stato un breve ma intenso viaggio, ha inserito nella saga e nella cultura dell'intrattenimento personaggi memorabili come Il Bambino (per gli amici, Baby Yoda) e il finale di stagione ha riservato persino qualche interessante sorpresa. Se volete sapere cosa ne pensiamo vi rimandiamo alla nostra recensione dell'ottavo episodio; qui, invece, abbiamo pensato di approfondire qualche tema e soffermarci su alcuni elementi narrativi della serie creata da Jon Favreau. Proseguite nella lettura per la nostra analisi del finale della prima stagione di The Mandalorian solo se avete già visto la puntata, perché seguiranno spoiler.
Una nuova diade
Jedi e Sith, il maestro e l'apprendista, Rey e Kylo Ren e ora il Mandaloriano e il Bambino. Una nuova coppia entra prepotentemente nell'universo di Star Wars, una coppia creata per caso, frutto di un incontro fortuito e che nasce nell'indifferenza. Baby Yoda doveva essere solo un pacco da consegnare e, invece, piano piano, la creatura di cui ancora non conosciamo il passato e il motivo per cui l'impero tanto la desidera, ha smosso qualcosa nell'animo duro e solitario del cacciatore di taglie. Nel corso della stagione abbiamo avuto modo di soffermarci sul carattere riservato e schivo del Mandaloriano, un personaggio che - come nella miglior tradizione dell'eroe western - vive per la sua strada, da solo e, anche con una certa dose di cinismo, non si cura degli altri. Eppure l'incontro col "piccoletto" riuscirà a smuovere un senso d'affetto in quel cuore di pietra (e a ragione: chi non si è scaldato il cuore a vedere Baby Yoda?) arrivando persino a sacrificare la propria vita per poterlo salvare.
Morte e rinascita di un eroe
Ormai lo sappiamo: il viaggio dell'eroe, prima di poterne raccontare l'esito vittorioso, deve per forza passare per quella che, nel linguaggio tecnico, viene chiamata "la caverna più profonda". È il momento della storia in cui l'eroe protagonista affronta la sfida più pericolosa sperimentando l'esperienza della morte e che, al suo ritorno, lo porterà a essere un eroe rinnovato e migliore. Non fa eccezione il nostro mandaloriano che viene ferito mortalmente dall'esercito del Moff Gideon (Giancarlo Esposito) e che è costretto, per la prima volta, a togliersi il casco e mostrare il suo volto. È una morte fisicamente evitata (il droide IG-11 riuscirà a curarlo), ma che corrisponde metaforicamente alla morte del nostro Mando come l'abbiamo conosciuto, non più il misterioso eroe solitario senza nome, ma un sopravvissuto orfano chiamato Din Djarin. Arrivando a dargli un volto e un nome vero, assistiamo alla trasformazione conclusiva, la rinascita definitiva del nostro eroe.
Genitori e figli
C'è un legame in The Mandalorian che è sempre stato presente nella saga di Star Wars e che, tuttavia, non è mai stato così ben esplorato. Parliamo del rapporto di paternità, della presenza di una figura paterna che cresce il proprio figlio. Sebbene conosciamo l'importanza dei rapporti di parentela presenti nella saga, è in The Mandalorian che, per la prima volta, abbiamo modo di vedere un padre presente e dedito al figlio. Se pensiamo agli altri personaggi della saga possiamo notare come tutti gli eroi della storia siano stati abbandonati o rinnegati dal padre, che molto spesso viene considerata come una figura negativa: Anakin è cresciuto senza un padre, Luke vi è in conflitto, il padre di Jyn in Rogue One è stato costretto ad abbandonare la figlia, Han Solo verrà ucciso dal figlio, il padre di Rey verrà ucciso, dopo essere stato rinnegato, dall'Imperatore Palpatine. The Mandalorian sembra riempire questo buco affettivo mostrando una coppia anomala, quella di Mando e Baby Yoda, uniti tra loro da un legame circolare. Non solo perché i due si sono salvati la vita a vicenda (nell'episodio 2 è grazie all'intervento del grazioso esserino che Mando riesce a sconfiggere la bestia Mudhorn; nell'episodio successivo è il mandaloriano che salva Baby Yoda dalle grinfie dell'Impero), ma anche perché, come veniamo a scoprire in quest'ultimo episodio, anche il nostro eroe è a sua volta un trovatello. Salvato in extremis da un mandaloriano, il giovane Din Djarin è entrato a far parte del loro corpo di combattimento giurando fede al Credo e, una volta cresciuto, agendo di conseguenza in base ai valori di quel popolo. Ora, rispettando la ciclicità del percorso di crescita, è proprio lui ad aver salvato un trovatello e dovrà essere lui a crescerlo: il figlio è diventato padre.
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Nuove avventure per un nuovo eroe
Ecco che l'uscita dal tunnel, su una barca spinta da un droide che ricorda Caronte e sopra un fiume di lava, presuppone il ritorno dalla morte e una nuova vita. Lo è per la nuova condizione di padre di Mando, lo è per l'addio a vecchi amici e alle nuove avventure che dovrà affrontare. Ora non è più un cacciatore di taglie solitario, ma un esploratore della galassia alla ricerca della famiglia a cui Baby Yoda deve ritornare. Lo stesso trovatello non è più un pacco da consegnare, ma una creatura parte della famiglia. È lo stesso Baby Yoda a indossare la collana col simbolo di Mandalore come a sancire definitivamente il legame che lo lega al suo casuale padre. L'eroe rinnovato ha davvero chiuso col passato? Crediamo di no. L'ultima inquadratura, un bel cliffhanger in attesa della seconda stagione in uscita a ottobre, sembra presagire qualche altro scheletro nell'armadio per il nostro protagonista. Moff Gideon è ancora vivo e tiene in mano una spada laser particolare con la lama nera. Già vista nelle serie animate The Clone Wars e Rebels, la Darksaber è un'arma unica nel suo genere e dalla storia millenaria. Il motivo per cui si trova nelle mani di un imperiale è ancora tutto da scoprire.
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