Un uomo nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Nel modo più assoluto possibile. Questo è Muncie Daniels, il protagonista della nuova miniserie The Madness, il quale come suggerisce il titolo si trova al centro di una cospirazione folle che rischia di portarlo alla pazzia. Il classico thriller cospirativo che avrebbe tutte le carte in regola per appassionare il pubblico Netflix, eppure qualche ingranaggio non funziona a dovere, puntando un po' troppo sul protagonista e sul suo essere in preda ad un destino già scritto.
The Madness: come dimostrare la propria innocenza
La serie Netflix creata da Stephen Belber gioca sull'immedesimazione dello spettatore con il malcapitato protagonista. Muncie Daniels è un esperto dei media, ex insegnante di Filadelfia, attivista per i diritti dei neri che ha acquisito notorietà come opinionista della CNN. Tanto da venire chiamato come "supplente" in sostituzione di chi sta dietro la scrivania del telegiornale, anche se lui punta alla prima sedia. Nel frattempo sta scrivendo un romanzo e quindi decide di passare il weekend nella propria baita in mezzo al bosco (per perpetrare lo stereotipo hemingwayano) per provare a buttare giù un po' di pagine. Peccato che il suo vicino di baita, un bianco che scoprirà essere tutt'altro rispetto a ciò che pensava, faccia una brutta fine e lui ne diventi un ignaro testimone.
A quel punto, nonostante il suo voler denunciare l'accaduto alle autorità, non ottiene il clamore sperato. Anzi, i poliziotti (bianchi) sembrano non credergli, pensando che abbia viaggiato con la propria fervida immaginazione. Non solo: i colpevoli potrebbero volerlo incastrare per l'omicidio, facendolo addirittura accusare del crimine: troppi indizi sembrano messi lì solamente allo scopo. Il suo avvocato è ovviamente dalla sua parte ma gli intima di mantenere un profilo basso, e solo l'agente FBI Franco Quinones (John Ortiz) sembra credere nella sua innocenza.
Un grande Colman Domingo, per una serie che scricchiola
The Madness si regge tutta sulle spalle di Colman Domingo, forte della popolarità dell'interprete dopo Fear the Walking Dead, Il colore viola e soprattutto il Premio Emmy per il suo personaggio in Euphoria. O almeno vorrebbe farlo, ma non sappiamo se siano abbastanza larghe: è sicuramente un protagonista carismatico ma in parte anche respingente verso il pubblico. Incarna a dovere l'ideale tanto americano del Self Made Man, ma anche di colui che non può affidarsi alle autorità istituzionali bensì può contare solamente sulle proprie forze per arrivare alla verità. Braccato, con un destino che sembra già scritto per lui, deve affrontare anche le proprie questioni lavorative e personali, con un'ex moglie e un figlio con cui ha un rapporto altalenante. Lo stesso che specularmente accadeva alla vittima rendendoli l'eroe e il villain adatti a questa storia. Ma chi è Batman e chi è Joker tra i due? Tutti gli altri personaggi, con questo accentramento narrativo, rischiano di sparire nella nebbia.
Attualità complottista
La regia dinamica e il montaggio serrato e sincopato vorrebbero tenere lo spettatore incollato, ma mancano a volte di tensione. Come in ogni thriller cospirativo che si rispetti, anche nella miniserie si strizza l'occhio alla società contemporanea, dato che il contesto culturale è sempre fondamentale in questo tipo di racconto. Si parla di diritti dei neri, supremazia bianca ma lo si fa con un pizzico di superficialità, non riuscendo ad entrare totalmente nel cuore del pubblico così come a catturare costantemente la sua attenzione.
L'azione non manca anzi sembra essere la cifra stilistica scelta per un prodotto che ammicca a Liam Neeson e Keanu Reeves, peccato che gli manchi quell'elemento in più e quella parte tecnica così curata da risultare quasi un'opera d'arte. Al centro però rimane sicuramente l'idea (tanto inquietante quanto affascinante) del caso/caos come motore dell'azione, di quanto una giornata, anzi uno singolo momento possa cambiare la propria vita per sempre.
Conclusioni
Conclusioni The Madness è una miniserie che intrattiene gli appassionati di cospirazioni e complotti ma non riesce ad andare troppo oltre, per una storia che si ferma alla superficie delle tematiche che vorrebbe affrontare. Si tifa per il protagonista grazie al carisma del suo interprete ma il resto dei personaggi viene poco approfondito, se non ai fini della storyline principale, ovvero quella del voler incastrare Muncie a qualunque costo e del suo essersi trovato in circostanze sfavorevoli senza saperlo.
Perché ci piace
- L’idea di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato e come questo cambi tutto: il potere del caso.
- Il rapporto tra bianchi e neri negli Stati Uniti oggi.
- Il carisma di Colman Domingo…
Cosa non va
- …che a tratti però risulta respingente.
- Un po’ troppa azione fine a se stessa.
- L’investigatore per necessità, solo contro tutti, potrebbe stancare.