Scrivere la recensione di The Lego Star Wars Christmas Special, nuovo speciale di Disney+ ambientato nell'universo ideato da George Lucas (potete guardarlo abbonandovi alla piattaforma di casa Disney), significa in parte fare i conti con un altro Holiday Special (allusione che sparisce nella traduzione italiana del titolo del sequel), che lo stesso Lucas ha sostanzialmente fatto sparire dalla circolazione (per lo meno per quanto riguarda la distribuzione ufficiale). Un elemento di cui gli autori del nuovo mediometraggio (44 minuti) sono perfettamente consapevoli, dato che non solo c'è nuovamente di mezzo il Giorno della Vita, ricorrenza fittizia che i protagonisti vogliono festeggiare insieme (e che non coincide con il Natale, nonostante alcuni elementi iconografici possano farlo pensare, ma con il Thanksgiving), ma si è anche scelta la data di uscita dell'originale, il 17 novembre (ragion per cui, contravvenendo alla logica tradizionale di Disney+, lo speciale debutta di martedì anziché di venerdì). Pertanto abbiamo a che fare con una storia che è contemporaneamente sequel e messa alla berlina di uno dei concetti più folli e vituperati della storia del franchise, con risultati alquanto spassosi.
Tanto tempo fa, su un canale lontano lontano...
Prima di addentrarci nel territorio specifico di The Lego Star Wars Christmas Special, è necessario andare indietro di poco più di quattro decenni, al 17 novembre 1978: quel giorno, su CBS, andò in onda il primo Holiday Special, commissionato da George Lucas per sfruttare la grande popolarità di Guerre stellari in attesa dell'uscita del sequel. Un'idea di per sé molto valida, ma il cui esito è entrato nella storia per ben altri motivi: tolto infatti il cortometraggio animato in cui esordiva Boba Fett, e che è disponibile in alcune edizioni home video della Skywalker Saga, lo speciale non è mai più stato mostrato su richiesta dello stesso Lucas, il quale si è rapidamente reso conto di quanto il programma fosse scadente a livello qualitativo, tra scelte narrative allucinanti (c'è un intero segmento in cui i parenti di Chewbacca parlano tra di loro, senza sottotitoli) e un apparato tecnico non all'altezza. Carrie Fisher sosteneva di essere stata sotto l'effetto di stupefacenti per l'intera durata delle riprese (e in una sequenza in particolare è abbastanza palese), mentre Anthony Daniels, intervistato da Empire alcuni anni fa, ha commentato così la qualità dello speciale, da tempo reperibile solo tramite versioni non autorizzate in rete: "Ho una copia pirata a casa, ma devo essere molto ubriaco per riuscire a guardarla."
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Quarantadue anni dopo
Il sequel si svolge dopo gli eventi di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, e questa volta i nostri eroi vogliono festeggiare il Giorno della Vita dopo aver sconfitto una volta per tutte il Primo Ordine. Tra un preparativo e l'altro, scopriamo anche che Rey ha iniziato ad addestrare Finn per farlo diventare un Jedi, ma le frustrazioni annesse portano la giovane a partire, da sola (o meglio, accompagnata solamente da BB-8), in cerca di un misterioso artefatto legato alla Forza. Lo trova in un vecchio tempio, e scopre ben presto di avere a che fare con un oggetto che permette di viaggiare nel tempo. Lei vuole servirsene a fin di bene, cercando di visitare versioni passate del suo mentore Luke Skywalker, ma la cosa si complica quando un Palpatine ancora vivo (all'epoca de Il ritorno dello Jedi) viene a sapere dell'esistenza dell'artefatto e manda Darth Vader a recuperarlo, dando inizio a un inseguimento nelle pieghe del tempo e dello spazio, uno scontro tra due generazioni per la sopravvivenza dell'intera galassia. Il tutto con Yoda come narratore in salsa pseudonatalizia.
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Star Wars: Endgame
Oltre alla palese ispirazione citata nel titolo originale, lo speciale fa anche il verso ad Avengers: Endgame, tirando in ballo un escamotage che porta Rey e lo spettatore a rivivere in chiave demenziale alcuni dei momenti più celebri e amati di tutta la Skywalker Saga, dalla gara dei podrace ai numerosi duelli con le spade laser, aggiungendo anche qualche istante meno movimentato ma non per questo meno iconico. È un'avventura - teoricamente canonica - che unisce diverse ere del franchise, anche a livello di casting: solo tre personaggi (C-3PO, Lando Calrissian e Rose Tico) hanno le voci dei loro interpreti cinematografici, mentre per alcuni altri (nella fattispecie Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker e i Cloni) sono stati recuperati coloro che li doppiavano in Star Wars: le guerre dei Cloni e Star Wars Rebels. Ma è anche un racconto che mette in evidenza quanto siano poco definiti molti dei personaggi della terza trilogia, poiché a parte Rey sono tutti accantonati nella parte di trama che riguarda il festeggiamento del Giorno della Vita. Certo, è innegabile che a livello umoristico sia più facile prendere in giro i primi sei capitoli, più vetusti e fonte inesauribile di materiale immortale (basti pensare alla controversia su Greedo), ma è anche la dimostrazione di quanto la nostalgia sappia essere un'arma a doppio taglio (detto questo, col senno di poi è molto più efficace l'uso di Palpatine in questa sede che nell'Episodio IX).
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Ma in fin dei conti questo aspetto è secondario rispetto all'intenzione primaria dello speciale, che è quella di divertire. E ci riesce, perché nel corso di 44 minuti, al netto di qualche piccola caduta di ritmo, la risata è pressoché continua in compagnia di personaggi che apprezziamo da quarant'anni a questa parte, al servizio di un'avventura graficamente accattivante che farà la gioia di grandi e piccini (in particolare questi ultimi, meno attenti a questioni esterne come la percezione dei vari film da parte dei fan adulti). Un'avventura che, nei suoi momenti più alti, ci ricorda come siamo tutti uniti dalla Forza, quella cosa indefinibile che attraversa la mitologia del franchise dal 1977 ed è parte del suo appeal universale (come ha proposto anche la riflessione teorica al riguardo in Star Wars: Gli ultimi Jedi), capace di trascendere ogni luogo e ogni epoca. Perché alla fine, a prescindere da quello che ciascuno di noi può pensare dei singoli Episodi (o degli spin-off per il cinema e la televisione), la Forza sarà sempre al nostro fianco. Anche quando si tratta di riesumare, per lo meno sulla carta, uno dei capitoli più imbarazzanti della storia della saga.
Conclusioni
Chiudiamo con un sorriso la nostra recensione di The Lego Star Wars Christmas Special, un'avventura elementare ma spassosa che omaggia quattro decenni di racconti cosmici con simpatia e irriverenza.
Perché ci piace
- La deformazione parodistica del famigerato Holiday Special fa molto ridere.
- Gli omaggi alle varie epoche del franchise sono per lo più esilaranti.
- L'animazione è eccellente.
Cosa non va
- Ci sono alcune piccole cadute di ritmo.
- L'uso dei personaggi della terza trilogia non metterà d'accordo tutti.