The Last of Us 2x02, le differenze con il videogioco: più action, meno drama

Con l'episodio due, lo show HBO continua il suo cammino di distanziamento dal videogioco con delle scelte narrative che preferiscono la spettacolarità all'emotività drammatica.

Abby attaccata dagli infetti in The Last of Us 2x02: through the valley

E così ora anche i normali spettatori di The Last of Us sanno quello che i videogiocatori hanno appreso nel giugno del 2020, quando la Parte II ha annichilito un po' tutti con la brutale uccisione di Joel. Per certi versi, in casa HBO si è andato a ripetere un refrain tipico de Il Trono di Spade con i lettori dei libri che si riprendevano dai traumi letterari godendosi lo shock del pubblico a ogni nuova morte eccellente. Ecco, in realtà con The Last of Us: Parte II le sorprese non finiscono di certo qui per chi non conosce i fatti del videogame Naughty Dog e, soprattutto, come sono organizzati narrativamente. Queste prime due puntate della stagione 2 hanno detto a gran voce che anche i videogiocatori avranno modo di restare colpiti per le varie scelte di adattamento del materiale originale.

Un processo creativo che è servito a confezionare una grandiosa prima stagione introducendo nuovi elementi, l'eliminazione delle spore come veicolo di contagio, i rizomi del cordyceps che fingono anche da sistema di comunicazione, gli antefatti di alcune puntate che hanno arricchito il quadro, la dilatazione di alcuni passaggi (su tutti, quello della primissima puntata quando la figlia di Joel era ancora viva) e l'invenzione di altri (la mai troppo celebrata puntata di Bill & Frank). Nel tradurre per la TV un'opera come la Parte II, che è più grande della prima in tutti i sensi, il lavoro di adattamento, già ostico di suo è reso anche più intricato dal fatto che il principale snodo narrativo, l'eliminazione di Joel e le motivazioni della cosa, rischiavano di essere rovinate dagli eventuali spoiler che potevano verificarsi fra la stagione 2 e la stagione 3.

Last Of Us 2 Abby Dever
La Abby televisiva di The Last of Us 2

È forse per questo che Craig Mazin e Neil Druckmann hanno preferito mettere subito le carte in tavola già dalla prima puntata in merito a quelle che sono le motivazioni di Abby, una scelta che, nell'episodio 2, ha avuto uno strascico non da poco.

Come l'assedio a Grande Inverno

Abbiamo già dedicato un articolo a quelle che sono le principali differenze fra Future Days, la 2x01 di The Last of Us, e il videogame. Per la 2x02 abbiamo deciso di concentrarci principalmente sulle macro diversità che sono due: lo spettacolare assalto degli infetti a Jackson e come è stata gestita l'uscita di scena di Joel. Partiamo dalla prima.

In The Last of Us parte II non c'è alcun assalto alla comunità di Tommy, Maria and co. Abbiamo modo di conoscere alcuni dei suoi abitanti che poi, magari, avranno un ruolo non indifferente nella storia e possiamo capire come la cittadina abbia un'organizzazione ottimizzata e ottimale basata su regole condivise che le garantiscono di prosperare in mezzo alla fine del mondo. Ma si ferma tutto qua.

The Last of Us 2x01, Giorni futuri: le principali differenze con il videogioco The Last of Us 2x01, Giorni futuri: le principali differenze con il videogioco

La seconda stagione della serie ha reso Jackson molto più centrale nella storia anche con l'inserimento di personaggi assenti nel gioco (su tutti, Gail). Una centralità che si riflette anche nel voler rappresentare un contesto in cui la sicurezza è solo un'illusione. Nonostante le palizzate, i cancelli e le torri di guardia è impossibile essere davvero al sicuro in un mondo come quello di The Last of Us. Anche senza aver visto nessun trailer, sapevamo dalla fine della 2x01 che Jackson sarebbe stata attaccata: in una tubazione vedevamo quei rizomi introdotti nella stagione 1 reagire e muoversi, comunicando a un numero imprecisato d'infetti situati chissà dove che... valeva la pena andare a fare una capatina in "centro città".

The Last Of Us Scena Gruppo Seconda Stagione Serie Tv Sky Now
Abby e i suoi

Un elemento narrativo inedito introdotto nella prima stagione viene sfruttato per dare il via a una scena d'azione che fa impallidire qualsiasi cosa vista nel già citato Il trono di spade. È quasi impossibile trovare qualcosa che non funzioni in questo passaggio: abbiamo una premessa con Tommy che spiega le strategie che gli abitanti devono adottare in caso di attacco, abbiamo una tempesta che rende sostanzialmente impossibile comunicare con chi si trova di pattuglia fuori dalla città e soprattutto, contrariamente alla Battaglia di Grande Inverno qua si vede bene tutto quello che accade e non dobbiamo tirare a indovinare perché le scene sono troppo buie e rese caotiche anche per via della compressione streaming. Il problema di questa aggiunta è semmai da mettere in relazione a quell'altra cosa che accade nel mentre.

Una partita a golf

A livello visivo, gli attimi che portano alla morte di Joel sono concepiti in maniera molto fedele al videogame. Soprattutto la fuga di Abby dagli infetti, il suo salvataggio da parte di Joel e la sua successiva eliminazione. A essere pignoli, Abby infligge il colpo di grazia a Joel trafiggendo il collo con la mazza da golf che si era spezzata mentre lo percuoteva. Nel gioco, è ancora integra e la usa per colpire la sua testa.

Cambia però il contorno e non di poco. A cominciare da Abby e dal flashback in ospedale. Nel videogame avviene molto più in avanti, mentre la serie continua a giocare a carte scoperte anticipandolo: d'altronde l'esordio della seconda stagione aveva già fatto capire che c'era qualcosa che legava Abby e i suoi alle vittime dell'ospedale di Salt Lake City. Ma appunto, il gioco si poteva permettere un lusso che, per un motivo o per l'altro, la produzione tv non può avere: svelare dopo dieci ore di gioco che la persona che avevamo odiato per tutto quel lasso di tempo non era una vera villain facendo crollare tutte le nostre certezze. Era una ragazza che aveva vissuto il rovescio della medaglia delle decisioni prese da quel Joel che tutti noi amavamo da anni e anni per via del rapporto che lo legava a Ellie e che, nella parte II, veniva dipinto per quello che era in realtà. Un antieroe fatto di luci e ombre.

E c'è di più: su PlayStation, Joel non ha la benché minima idea del perché quella ragazza ce l'abbia così tanto con lui. Sicuramene capisce - come il videogiocatore - che c'è un torto di qualche tipo alla base, ma visto che parliamo di un contrabbandiere mediamente privo di scrupoli c'era tutta una gamma di cose da ipotizzare prima di quella che ha innescato realmente il desiderio di vendetta di Abby.

The Last Of Us 2 Pedro Pascal
Pedro Pascal è Joel Miller in The Last of Us 2

Poi ci sono altri elementi secondari che sono stati miscelati diversamente rispetto alla controparte videoludica, in primis la formazione delle pattuglie. Nel capolavoro Naughty Dog, Joel era di ronda con il fratello che assiste alla scena, mentre Ellie era con Dina. Nella serie HBO, Joel è con Dina, che viene narcotizzata, mentre Ellie è con Jesse. La puntata, che chiaramente non può essere "giocata", restringe anche i tempi di una scoperta che nel videogame erano molto più dilatati ed emotivamente complicati da gestire perché arricchiti da una fase, seppur non lunghissima, di esplorazione ambientale. Con Abby giravamo dentro la struttura montana sentendo dei rumori poco rassicuranti in lontananza. Difficile da rendere con il linguaggio televisivo che tuttavia ci regala a che un momento incredibilmente struggente che nel medesimo passaggio del videogame è assente: Ellie che striscia verso il cadavere di Joel per abbracciarlo.

Una tragedia meno... tragedia

Che sia messo agli atti: non è che questa puntata sia da bocciare sia chiaro. Non sarebbe onesto dirlo. Eppure qualche riserva sulla gestione del tutto c'è. È palese come Mazin e Druckmann abbiano voluto dare forma a qualcosa che potesse in qualche modo richiamare quello che accadeva nella prima puntata della stagione 1 in cui a fronte di una tragedia su larga scala, la fine del mondo, se ne verificava un'altra più intima e privata: la morte della figlia di Joel. Il problema è che quella prima puntata, così come l'analogo passaggio del videogame, serviva a introdurre un universo narrativo. Un contesto che giunti alla Parte II o alla seconda stagione di The Last of Us conosciamo già tanto che, al netto della spettacolarità, l'assalto a Jackson risulta più che ridondante, dispersivo.

La storia di The Last of Us è sì la storia di un pianeta andato a rotoli con tutte le sue regole e convenzioni sociali, ma, in primis, è pur sempre la storia di Joel, Ellie e poi di Abby. Non è la storia della comunità di Jackson e di come debba resistere alle avversità di questo nuovo mondo. Sdoppiare la narrazione in questa maniera finisce per depotenziare la morte di Joel e quello che significa per tutte le parti in causa. Spettatori inclusi. Che magari finiranno comunque per odiare Abby, per postare i semini sui social e per restare traumatizzati pensando però allo stesso tempo che "però la scena dell'attacco a Jackson è una bomba!". Solo che sarebbe stato un po' come vedere il montaggio alternato di una spettacolare battaglia campale nell'episodio delle Nozze rosse del Trono di Spade. L'effetto finale non sarebbe stato lo stesso.