Siamo ancora qui a scrivere dopo la (per molti) devastante seconda puntata di The Last of Us 2. Il terzo appuntamento, sempre in contemporanea con l'America in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW, non poteva che analizzare le conseguenze del trauma per Ellie (Bella Ramsey), dopo che ha perso l'unica vera figura adulta di riferimento rimasta, Joel (Pedro Pascal), nonostante vi si fosse allontanata. Per giunta, è successo davanti ai suoi occhi, nel sangue. Parallelamente, anche Jackson si deve riprendere dopo l'attacco subito dagli infetti.
The Last of Us 2: disturbo da stress post-traumatico

La ragazzina - che appare ancora più respingente rispetto al ciclo inaugurale - si sveglia dopo la tragedia ed è assetata di vendetta, vede rosso e non vuole sentire ragioni. Il suo unico obiettivo è vendicarsi per la morte del genitore putativo e per farlo vuole trovare a tutti i costi Abby (Kaitlyn Dever) e la sua banda, pur non avendo né informazioni né le ragioni del gesto brutale, su di loro.
È interessante la scelta degli autori - in particolare Craig Mazin, che ha di nuovo scritto l'episodio, diretto da Peter Hoar - di rivelare da subito al pubblico (ma non ai personaggi) le ragioni del gesto crudele e folle di Abby. Questo crea una sorta di MacGuffin, costantemente presente in scena e che sappiamo prima o poi esploderà. Non a caso, anche lei era mossa dalla vendetta che quindi si rivela il sentimento che fa fil rouge in questo secondo capitolo. Un mondo in cui sono tutti vittime e tutti carnefici, senza distinzioni di sorta, e il confine tra rivalsa e giustizia è sempre più labile.
Un momento di raccoglimento nella serie HBO

L'altro evento che ha caratterizzato la seconda puntata di The Last of Us 2 è stato l'assalto a Jackson da parte degli infetti e ora la cittadina-avamposto deve ricostruire e ricominciare. Non tutti sono d'accordo con l'obiettivo di Ellie, ovviamente, e il suo percorso nel baratro e nell'oblio ci viene mostrato attraverso alcuni dialoghi coi personaggi che le gravitano intorno, diventando così occasione di confronto per far emergere tutti i sentimenti che sta provando e non riesce chiaramente a metabolizzare, essendo alla fine solo una ragazzina a cui la vita ha già tolto tanto.

C'è Gail, la psicoterapeuta vedova cinica e onesta, interpretata da Catherine O'Hara, che prova ad indagare e placare quella rabbia costante che Ellie ha nell'animo; c'è Jesse (Young Mazino), il ragazzo-mentore dal rapporto ambivalente con la ragazza anche per via di Dina (Isabela Merced); c'è "zio" Tommy (Gabriel Luna) che deve placare la sete di giustizia della nipote acquisita - ed è l'unico a conoscerne il segreto - ma allo stesso tempo ha un'intera comunità di cui occuparsi.
Vendetta o giustizia?
A questo proposito, una riunione cittadina mai vista prima sarà l'occasione per far capire al pubblico non solo le regole dell'avamposto accennate negli episodi precedenti e ora messe in pratica, ma anche l'egoismo in contrasto all'altruismo delle varie persone coinvolte. Un episodio che serve non solo a fare da ponte tra ciò che è stato e ciò che verrà - tornando alla road series che aveva caratterizzato il ciclo inaugurale - ma anche ad approfondire proprio il rapporto con Jesse e Dina. Soprattutto quest'ultima ci regalerà non poche sorprese nelle puntate a venire.
La regia, iperdinamica come l'episodio precedente richiedeva, con un montaggio estremamente serrato, si fa questa volta più dilatata. Si esplorano i sentimenti contrastanti, le emozioni e la psicologia dei personaggi. Ci sono i grandi monologhi durante l'assemblea e quindi il momento per i personaggi, in primis Ellie per la prima volta senza la supervisione di Joel, di brillare. Peccato che oramai sia un diamante grezzo, reso sempre più ruvido dalla vita.
Conclusioni
Il terzo episodio di The Last of Us 2 è una battuta d’arresto necessaria dopo i tumulti emotivi e fisici del precedente. Si analizzano le conseguenze su coloro che sono rimasti a Jackson, in primis ovviamente Ellie, e sulla sua psiche sempre più danneggiata. Abbiamo così modo di esplorare l’evoluzione (o involuzione?) dei suoi rapporti con gli altri cittadini, gettando le basi per ciò che verrà. Una storia che difficilmente vedrà speranza all’orizzonte. Ce lo insegna Confucio: se cerchi vendetta, scava due fosse.
Perché ci piace
- Il tema della vendetta.
- Il disturbo da stress post-traumatico.
- Il rapporto tra Ellie e Dina, Tommy, Gail.
Cosa non va
- Ellie è sempre più respingente.
- L’episodio fa da ponte tra il precedente e i successivi e quindi è necessariamente più statico.