L'importanza dei ricordi. Potremmo riassumere così la sesta e penultima puntata di The Last of Us 2, che per prepararci definitivamente al finale riesce a catapultarci all'interno del salto temporale annunciato all'inizio della stagione spiegando tutti gli indizi disseminati nel corso degli episodi, sempre in contemporanea con gli Usa e in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su NOW.

Forse per questo è diventato il nostro episodio preferito - e il più riuscito - di questa nuova annata, in attesa della terza già ordinata. Chi si lamentava - o è rimasto attonito - per la velocità con cui hanno fatto morire il personaggio di Joel, rimanendo in questo fedeli al videogioco, potrebbe ricredersi ma ovviamente... fate attenzione agli spoiler proseguendo nella lettura se non avete ancora visto l'episodio.
The Last of Us 2: remember the memories
Il decesso shock alla fine del secondo episodio della serie HBO acquisisce perfettamente senso nel classico episodio-prima-del-finale in cui un lungo flashback ci accompagna nei cinque anni in cui Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) si sono a proprio modo ambientati a Jackson dal fratello di lui, Tommy (Gabriel Luna), a capo della comunità. Ma in realtà si sentono ancora entrambi dei pesci fuor d'acqua, a cui è stata tolta la famiglia: proprio la cognata Maria (Rutina Wesley) dirà all'uomo in una scena significativa come è tempo che si senta a casa insieme a loro, potendovi contare.
Scopriamo quindi che inizialmente padre e figlia putativi avevano rinsaldato il rapporto, complici il regalo della chitarra - che tornerà presente nella vita in fuga della ragazza per vendicarsi di Abby (Kaitlyn Dever) - e la "caccia" insieme nei boschi. Altrettanto presto il rapporto si deteriora culminando in due eventi principali: la morte di Eugene, il marito di Gail (Catherine O'Hara), già nominata nel corso della stagione ma che non era chiaro come si inserisse nel quadro generale.
E poi la rivelazione che Ellie aveva scoperto, quell'ultima sera in cui avevano litigato al ballo, che Joel aveva ucciso tutti in ospedale a Salt Lake City per salvarle la vita, a discapito di una possibile cura e della salvezza del mondo intero. Un evento traumatico di cui anche in questo caso avevamo avuto alcune soffiate precedenti ma non eravamo riusciti a mettere insieme i pezzi: questo comunque non rende Ellie meno respingente o l'episodio meno furbo e costruito ad hoc.
Un terribile viaggio emotivo nella serie HBO

Il sesto episodio - scritto da Craig Mazin questa volta insieme a Halley Gross e Neil Druckmann, che lo ha anche diretto - è quindi un profondo e doloroso cammino dentro i sentimenti dei protagonisti. Pedro Pascal e Bella Ramsey sono particolarmente intensi, dimostrando una profonda chimica e riuscendo a creare, grazie a questo inserimento stagionale postumo, un maggiore coinvolgimento emotivo con lo spettatore, se qualcuno tra il pubblico fosse ancora dubbioso in precedenza.

Una menzione speciale va invece a Catherine O'Hara: il cinismo e la disillusione della sua Gail acquistano ancora più senso ora che sappiamo come sono andate le cose. Paradossalmente e simbolicamente, non aveva provato queste sensazioni in seguito alla fine del mondo e alla diffusione del Cordyceps, ma dopo la morte del marito in quel modo atroce, senza potergli dire addio, distruggendola dentro e fuori, tanto da darsi alla marijuana e ai commenti sarcastici.
Incredibile che proprio lei sia diventata la psicoterapeuta di Joel e di tutto l'avamposto, forse anche perché l'unica disponibile. Lo stesso meccanismo di elaborazione del lutto capita a "padre e figlia" che si dividono per sempre a livello emotivo prima ancora di farlo a livello mortale. L'ultima cosa che si sono scambiati in The Last of Us 2 non era il silenzio visto nel primo episodio, ma il momento immediatamente successivo: ugualmente triste e da immediato buco nello stomaco.
Conclusioni
Il sesto episodio di The Last of Us 2 funziona perché è il classico flashback prima del finale che spiega molte cose su quanto visto in precedenza. Allo stesso tempo diviene intriso di emozioni per il rapporto che si deteriora tra i due protagonisti, perché posizionato a questo punto della stagione post mortem e non come se lo avessimo visto all’inizio. È il migliore della stagione per noi perché incentrato su quella che è sempre stata la vera forza del serial rispetto al videogioco originario: il cast e i rapporti tra i personaggi, arrivando a quel senso di famiglia distrutta che rappresenta il mondo decaduto della storia.
Perché ci piace
- Il ritorno di Joel, tattico a questo punto della stagione.
- La ricostruzione degli indizi precedenti e il lungo flashback.
- L’interpretazione di Pedro Pascal, Bella Ramsey e Catherine O’Hara.
- Il tema della famiglia.
Cosa non va
- È sicuramente un episodio ruffiano (però fatto bene).
- Ellie è sempre più inspportabile.