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The Innocents è un'entità strana. Non dovrebbe sorprendere, perché di base è una storia d'amore e si sa quanto sia strano e imprevedibile anche questo sentimento. È una serie che potremmo identificare col genere Young Adult, ma presenta delle caratteristiche che la rendono particolare per questo particolare filone narrativo. È però di certo una serie Netflix che conferma l'attenzione del canale streaming per il pubblico adolescenziale, un segmento che ha già conquistato con una produzione come Tredici e ha bisogno di coltivare.
Riteniamo che sia una serie di cui, nel bene o nel male, si parlerà, che potrà dividere in modo polarizzante e deciso, tra estimatori incalliti e detrattori delusi. The Innocents è in uscita il 24 Agosto su Netflix e siamo davvero curiosi di conoscere la reazione del pubblico, in attesa di un rinnovo che immaginiamo pronto e rapido in caso di un'accoglienza positiva della prima ora. Noi abbiamo vissuto con dubbio e incertezza i primi episodi, per essere poi conquistati, pian piano ma con sorprendente convinzione, dal lento rivelarsi della storia. Sarà così anche per voi?
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The Innocents e la sua trama che si dipana lentamente
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Tutto nasce dalla più classica delle fughe d'amore. Harry e June decidono di scappare insieme, di sfuggire alle rispettive, opprimenti famiglie, ma si trovano a dover affrontare una scoperta imprevista quanto spiazzante: June ha il potere di mutare forma. Ma non si tratta di un'abilità capace di renderla un'eroina, di un superpotere da usare per combattere il male, è piuttosto qualcosa di incontrollabile, che subisce con sofferenza e smarrimento. Il loro viaggio via da casa diventa qualcosa di più complesso, e soprattutto pericoloso, di una fuga adolescenziale, perché poco per volta si rivela il mondo che giace dietro questa scoperta: June non è l'unica mutaforma, ma i ragazzi dovranno capire di chi potersi fidare e chi dover evitare. Costretti soprattutto a una dura scelta di vita: conservare l'innocenza del loro amore o accettare le conseguenze della nuova realtà che stanno vivendo?
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Harry ti presento June: I due protagonisti di The Innocents
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Come in tante storie adolescenziali, anche i due protagonisti di The Innocents affrontano i dubbi e turbamenti dell'età che vivono, evocati dal potere di June e la sua incapacità di controllarlo. Non è forse la stessa difficoltà, o incapacità, di integrazione incarnata da tante storie di supereroi? June ha un dono che non riesce a controllare, che cerca di tener nascosto e che la rende un'outsider, una sensazione comune tra i teenager che riusciranno a immedesimarsi in lei e nell'amante e compagno di disavventure. Quel che differenzia la nuova serie Netflix da altri young adult è nell'assenza di una opposizione netta tra i due ragazzi, di una maledizione, un'antica profezia o un qualunque destino avverso che in qualche modo minaccia il loro amore.
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L'ostacolo tra loro, il conflitto, risiede soprattutto in Harry, che deve accettare il fatto che la ragazza possa cambiare aspetto, diventando una donna incinta così come un uomo barbuto. Tra i due spicca sicuramente di più la giovane Sorcha Groundsell, intensa e sofferta nell'interpretare la sedicenne June e la sua sovrannaturale crisi adolescenziale. Efficace, ma senza particolari guizzi, invece, la sua controparte maschile, Percelle Ascott, in un cast che vanta almeno una presenza da sottolineare: Guy Pearce nei panni di Ben Halvorson, nella porzione di storia che, parallelamente, si sviluppa in Norvegia e giustifica il carattere ø usato nella grafia del logo The Innøcents.
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L'atmosfera e il mistero
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La principale particolarità della serie creata e scritta da Hania Elkington e Simon Duric è però la gestione dei tempi narrativi: i due autori introducono e sviluppano la storia senza fretta, senza scoprire subito tutte le carte, lasciando che lo spettatore si orienti da solo nel percorso che hanno immaginato per i due ragazzi. La sensazione, almeno nei primi episodi, è spiazzante, un po' come quella della stessa June al cospetto di ciò che le sta capitando, sull'orlo di una tensione suggerita e dilatata che per qualcuno potrebbe risultare insopportabile e fastidiosa, della ricerca formale del regista Farren Blackburn che da elegante rischia di apparire povera. In questo risiede il nostro dubbio, nella capacità, o volontà, di accettare questa scelta, di apprezzare la cura ed eleganza visiva, di lasciarsi andare alle atmosfere rarefatte e di immergersi pian piano in una storia che si svela passo dopo passo.
Movieplayer.it
3.5/5