The Hypnosis, la recensione: un'intrigante opera prima tra identità soppresse e imbarazzo vicario

Presentato in anteprima dalla Festa del Cinema di Roma 2023, The Hypnosis, il debutto cinematografico di Ernst de Greer, parla di coppia, sogni e compromessi attraverso la perdita e la riscoperta di sé.

The Hypnosis, la recensione: un'intrigante opera prima tra identità soppresse e imbarazzo vicario

Fresco vincitore del premio al migliore attore andato ad Herbert Nordrum alla 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, The Hypnosis (Hypnosen) di Ernst de Greer, opera prima del noto direttore della fotografia scandinavo, è senz'altro tra i film più appaganti e curiosi apparsi in concorso nell'evento cinematografico capitolino. Appagante perché scandaglia e stuzzica attivamente l'attenzione dello spettatore, provando a creare un costante e nutrito disagio nel corso della visione. Curioso perché unisce commedia, psicologia e un pizzico di efficace non sense strizzando persino l'occhio a veterani come Ruben Ostlund. Il dramma è direttamente sottinteso senza necessità di primeggiare sul resto: un ottimo gregario narrativo che spinge la volata dell'opera nella sua compagine filmica. Una gradita sorpresa che analizza da vicino (se non da dentro) i dilemmi relazionali di una coppia stabile e affiatata - ma non solo - quando è l'identità del singolo a rinascere e prevalere, con ampie letture sociali e consguenze inaspettate.

La seduta

2 The Hypnosis Still Photographer Jonathan Bjerstedt
The Hypnosis: una sequenza del film

Nella mitologia greca, Epione è la moglie di Asclepio e divinità della medicina. Il suo nome significa "colei che allevia il dolore", ed è lo stesso che André (Herbert Nordrum) e Vera (Asta Gamma August) scelgono per la loro start-up. La missione di Epione è la stessa dell'omonima dea, solo con particolare attenzione all'apparato femminile, monitorandolo mediante una specifica app per aiutare a prevenire o controllare specifiche malattie uterine, del sangue e quant'altro. Una soluzione avveniristica che la coppia - di lavoro e di fatto - vorrebbe esportare anche al di fuori dei soli paesi scandinavi, soprattutto nel Terzo Mondo, aiutando concretamente le popolazioni meno agiate. André è lo stacanovista concentrato principalmente sulla startup, mentre Vera non sembra a suo agio con molte delle decisioni presa dal socio e compagno.

5 The Hypnosis Still Photographer Jonathan Bjerstedt
The Hypnosis: una scena del film

È molto stressata e fuma troppo, tanto che prima dell'importante evento Shake-Up in cui dovranno cercare dei finanziatori per Epione, la ragazza decide di sottoporsi a una seduta di ipnoterapia per provare a smettere di fumare. Per quanto sintetica e concisa, la seduta è il nodo principale del film, quello che cambia completamente il percorso narrativo, che devia il senso del racconto, che sovverte la dimensione concettuale del titolo. Fosse un oggetto, sarebbe quasi un MacGuffin. Da quell'esatto momento, infatti, The Hypnosis si sposta in questo grande albergo dove si terrà lo Shake-Up e di lì non si muoverà più, mettendo in risalto i tratti della personalità più Vera di lei e quelli più reconditi, bacchettoni e meschini di lui, in un gioco al massacro carrieristico e individuale insieme geniale, freddo e irresistibile.

Senza toccare il suolo

3 The Hypnosis Still Photographer Jonathan Bjerstedt 3
The Hypnosis: un momento del film

L'esordio di Ernst de Greer va al di là della sola riflessione di coppia. Vuole parlare d'individualismo e relazioni, di taboo e libertà sociali, per scardinare la compostezza di una civiltà dove l'identità sembra scomparire lentamente, rinunciando ad esprimersi, alla bellezza dell'esistenza e dell'attestazione di sé. Camminiamo tutti terribilmente ancorati al suolo, cercando di rispettare degli standard in cui nemmeno crediamo - forse - e che in realtà ci calzano persino stretti o scomodi. Soprattutto, sono standard che ci hanno imposto: la famiglia, il lavoro, il partner. E così continuiamo a vivere affondando i piedi come radici assetate a terra ogni metro guadagnato, guardando in baso e davanti a noi e senza mai volgere lo sguardo verso l'altro. Invece bisognerebbe provare, almeno una volta, a camminare senza toccarlo il suolo, staccandoci per un momento dalle sicurezze, dalla paure, dalle incomprensioni e dagli altri per essere solo e soltanto noi stessi, qualsiasi cosa significhi, persino pentendosi di alcune scelte (come sicuramente accadrà), provocando pure un certo imbarazzo vicario nel prossimo, che sia madre, amico o compagno.

4 The Hypnosis Still Photographer Jonathan Bjerstedt
The Hypnosis: una foto del film

Il punto è questo: avete mai sperimentato la libertà di essere davvero voi stessi? E se quello che pensate di essere sia solo una proiezione sociale con cui relazionarsi e interagire con gli altri? È come se l'anima stessa agognasse un po' di libertà, di compensazione. E dentro The Hypnosis tutto questo discorso procedere attraverso dei siparietti sempre più disagevoli e spesso senza senso in cui Vera è l'anima liberata e André è il corpo carcerario, entrambi interpretati con forza e passione dalla August e da Nordrum (la versione norvegese di Adam Driver) fino al puntuale e ficcante finale che condivide persino "qualcosa" con Saltburn di Emerald Fennell. E c'è persino una scenetta cult sulle note di Tell No One About Tonight dei Le Sport, gruppo pop svedese. Da tenere d'occhio sia per la sala che per lo streaming, a seconda di dove approderà.

Conclusioni

L'esordio di Ernst de Greer è foriero di un'opera di grande respiro riflessivo e concettuale, che partendo dalla coppia si interroga sull'individuo e sulla società, sui freni auto-imposti o voluti dagli altri, sull'effettivo senso di libertà e accettazione. Un film solido, ben interpretato, votato alla semplicità e forse un po' freddo in termini d'emozioni e divertimento, comunque votato al disagio, all'imbarazzo e a un pensiero abbastanza verace di pieno distacco dalla realtà.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La regia di Ernst de Greer.
  • Asta Gamma August e Herbert Nordrum sono interpreti magnifici.
  • La scrittura sagace e disagevole.
  • Un paio di scene cult che ci portiamo ancora dietro.

Cosa non va

  • Abbastanza freddo nelle emozioni.
  • Il divertimento del film non pretende risate o sorrisi, il che potrebbe fuorviare qualcuno.