Per Tommy Lee Jones l'originalità è alla base di ogni sua scelta artistica, che si tratti di una storia, dei personaggi, dello script o perfino della colonna sonora "sono sempre alla ricerca dell'originalità, è quello a cui aspiro, e quando la trovi non c'è da esitare. Con questa pellicola siamo fortunati e abbiamo trovato qualcosa di unico, qualcosa che non fa parte del sistema". A Cannes, durante la conferenza stampa per The Homesman hanno partecipato il regista - e interprete - la protagonista Hilary Swank, Miranda Otto, Sonja Richter, i produttori Brian Kennedy, Michael Fitzgerald, Peter Brant e Luc Besson.
La sfida degli elementi
"Quando ho incontrato Hilary mi ci sono voluti cinque secondi per capire che era le persona giusta per questo ruolo, fisicamente, emotivamente e mentalmente e persino da un punto di vista geografico visto che viene dal Nebraska" ha detto il regista (la vicenda è ambientata tra il Nebraska e l'Iowa, ndr) commentando che è stato un sollievo enorme, visto che era a caccia dell'attrice giusta già da molto tempo. Inizialmente la protagonista era convinta che si sarebbe trattato di un western classico e che le difficoltà maggiori sarebbero state "cavalcare a lungo, imparare come usare un aratro con un mulo, guidare un carro, ma alla fine la sfida maggiore è stata quella di avere a che fare con gli elementi della natura, proprio come i personaggi che abbiamo interpretato... certo, noi avevamo il lusso di poter tornare in albergo la sera, con un letto, una buona cena e un bagno caldo ad aspettarci". Ma non è stata una passeggiata per il cast "quando faceva freddo era da gelare, quando c'era il vento avevamo terra e sabbia nelle orecchie, nel naso, perfino in bocca, quindi si può dire che abbiamo avuto un assaggio abbastanza realistico di quello che la gente dell'epoca doveva affrontare giornalmente".Hilary? Mi sono bastati cinque secondi per capire che era l'attrice giusta
A quanto pare gli elementi hanno giocato un ruolo importante anche nella colonna sonora, visto che il compositore Marco Beltrami ha creato una serie di suoni originalissimi proprio grazie al vento e all'ausilio di "strumenti" creati da oggetti vari. Besson ha aggiunto che la pellicola rivela un lato della storia degli States che probabilmente l'Europa non ha mai visto "non avevo idea che fosse stata così, è una visione esotica per noi europei, ma non immaginavo fosse stata così dura. Tutti conosciamo l'american dream e amiamo questo concetto, ma è importante conoscere anche l'altro lato della medaglia, la verità che si nasconde dietro il sogno".
Attore, sceneggiatore o regista?
Tommy è un artista e io ho seguito un artista, oggi ne sono rimasti pochi
Non ha dovuto fare granchè, ha confessato Luc Besson, sul suo coinvolgimento al progetto "Tommy è un artista e io ho seguito un artista, oggi ne sono rimasti pochi". Il regista ha poi continuato dicendo che è stato un onore per lui ricevere la telefonata da Jones che gli chiedeva di far parte del team di produzione, e ha aggiunto, scherzando "è buffo, il primo film (Le tre sepolture, n.d.r.) raccontava dei rapporti tra gli USA e il Messico, questo parla della nascita degli Stati Uniti e in entrambi i casi hanno chiamato un francese!"; il cast ha commentato dicendo che non è la prima volta che gli americani chiamano i francesi in soccorso, citando la Rivoluzione Americana del 1775-83 per ottenere l'indipendenza dall'Impero Britannico.
Dopo le battute di dovere, Jones ha continuato ironicamente parlando dei vari ruoli che ha dovuto interpretare in questa pellicola, quello di regista e attore "Come regista posso dire che faccio esattamente tutto quello che mi dico di fare, mentre come attore non posso dire di essere altrettanto preciso". La Swank è entusiasta di aver lavorato con Tommy Lee, non soltanto perchè è un attore brillante "così come ci ha dimostrato nel corso dei decenni" ma anche per le sue capacità come regista "la sua comprensione della recitazione è un incredibile strumento nelle sue mani, con poche parole riesce a farti capire cosa vuole da te in una scena, ti aiuta a capire come raccontare la storia nel miglior modo possibile. E' stata una delle esperienze più divertenti e straordinarie della mia vita".Libri e fotografie
Si tratta di un film puramente fictional o gli autori si sono effettivamente ispirati su una qualche realtà storica? Ebbene gli sceneggiatori, il regista e i produttori hanno svolto a dovere il loro compito e si sono informati ampiamente prima di mettere mano alla stesura del progetto, leggendo libri ma dando importanza anche all'aspetto visivo, consultando materiale fotografico dell'epoca "i paesaggi, l'architettura dell'ovest del Nebraska, come costruire una casa in un posto che non ha alberi e dove la segheria più vicina è a miglia di distanza... non posso dire che si sia trattato proprio di ricerche" ha detto Tommy Lee, spiegando che hanno cercato di ricreare l'essenza del passato che volevano raccontare. Di certo uno dei fattori più realistici è quello di aver avuto un cast e personaggi di sapore internazionale "gli Stati Uniti sono sempre stati un grande calderone di gente che arriva da tutto il mondo, è sempre stato così fin dall'inizio, è la realtà dei fatti, ed è per questo abbiamo deciso di usare questi personaggi".
Tuttavia quello che è rimasto più vivido nella mente dell'autore durante queste ricerche è un libro dedicato proprio alle malattie mentali che hanno afflitto le donne durante il diciannovesimo secolo, in particolare i rimedi che venivano usati all'epoca "si riteneva che per curare una persona dalla schizofrenia bisognasse calarla in acqua ghiacciata per otto ore, ma questo è solo il principio, i rimedi peggiorano notevolmente". In definitiva però l'autore non se la sente di dire che ha fatto un film "western", non ama etichettare i film "per me non si tratta di assegnare un genere al film che sto facendo. Non abbiamo pensato di fare un western o un altro film di "genere", abbiamo solo cercato di fare il miglior film possibile, raccontando un segmento della storia degli Stati Uniti dal nostro punto di vista" e su possibili ispirazioni ad altre pellicole, il regista ha risposto che uno dei suoi migliori amici gli dice sempre che un buon artista prende in prestito idee agli altri, mentre un artista eccellente le ruba "io rubo il meglio da tutto quello che vedo, non soltanto da film specifici, ma da tutti quelli che ho visto nella mia vita, trascurando le parti inutili o da dimenticare e ricordando quello vale la pena usare per raccontare una mia storia".non abbiamo fatto un western, abbiamo solo fatto il film migliore che potevamo fare
L'incidente diplomatico
C'è stato un momento di panico in cui si è temuto che Hilary perdesse le staffe, e neanche tanto scherzosamente. Il tutto è stato causato da una domanda di un giornalista che le ha chiesto, come mai lei, una donna così bella e sexy, faccia sempre film in cui non lo è affatto, "penso che dovrebbe fare più commedie romantiche, non è stanca di fare sempre lo stesso personaggio da donna dura?". Il volto della Swank è passato da un momento di divertita incredulità a un'espressione serissima - mentre nel frattempo Tommy Lee esprimeva la sua disapprovazione alla domanda con un'escalation di "Hey!" - rispondendo con molta calma "mi piace interpretare persone vere, donne reali. La definizione di bello è ovviamente molto soggettiva, ci sono state molte persone che mi hanno detto che le mie Maggie Fitzgerald (Million Dollar Baby) e Mary Bee Cuddy sono bellissime perchè sono vere; la bellezza è molto personale ma grazie per il complimento!". La classe non è acqua.
Fortunatamente la maggior parte dei presenti in sala ha dimostrato di aver compreso il film e apprezzato enormente l'interpretazione dell'attrice, che ha ricevuto complimenti a piene mani, per il modo squisito in cui ha reso la complessità del personaggio, per la sua vulnerabilità e per la forza e virtù dimostrati sullo schermo. La protagonista ha parlato a lungo di Mary Bee, del suo coraggio ma soprattutto della sua enorme compassione ed empatia verso chi le sta intorno e verso le donne di cui si sta prendendo cura "lei ha veramente a cuore il destino e il benessere di queste donne e quando le vede nei loro momenti peggiori, quando piangono e si disperano, lei piange con loro, la loro sofferenza diventa la sua, è una persona molto intensa da un punto di vista emotivo". Tommy Lee ha poi commentato una sua dichiarazione precedente in merito al perchè ha fatto questo film - "ho voluto esplorare la condizione della donna in quel periodo perchè penso sia alla base della condizione della donna oggi" - e il regista ha elaborato dicendo "si, è esattamente quello che intendevo dire, perchè penso che non esista una donna in questa sala che non sia mai stata vista o trattata come un oggetto e penso che è una pratica che va avanti da sempre, ed è una realtà che va discussa e affrontata".Come interpretare la follia
Miranda Otto ha discusso con professionisti della materia, psichiatri e psicologi e, così come il regista e gli sceneggiatori, si è aiutata con materiale fotografico, di donne afflitte da svariati disturbi della personalità e psicosi "è stato illuminante guardare quelle foto, quasi come guardarle nell'anima", il resto è stato frutto dell'immaginazione per Miranda. E l'immaginazione è stata lo strumento chiave anche per la Richter che dice "senza una diagnosi specifica ho cercato di trovare dentro di me quello stato d'animo necessario per identificarmi, ma le foto hanno aiutato molto".