Un debutto davvero in grande stile quello di Michael Gracey, che per la prima volta ha preso in mano le redini di regista, realizzando un musical che vede come protagonisti Hugh Jackman, Zac Efron, Michelle Williams, Rebecca Ferguson e Zendaya Coleman: The Greatest Showman, ora in DVD, Blu-ray, Blu-ray 4K ed è disponibile anche negli Store Digitali. La vicenda trae ispirazione dalla vita di P.T. Barnum, showman americano fondatore del Barnum & Bailey Circus. Riuscire a portare sul grande schermo il progetto non è stata un'impresa facile, tutt'altro, ma Gracey ha perseverato, anche nei momenti più difficili, quando sembrava che tutto il lavoro già fatto sarebbe andato in fumo e alla fine ha avuto la soddisfazione di portare in vita la sua visione fotogramma per fotogramma, esattamente come l'aveva immaginata.
Le critiche sono state abbastanza contrastanti, in molti hanno trovato la sceneggiatura banale, pasticciata e priva di spessore, ma quello che ha invece ha messo tutti d'accordo è lo scintillio dello spettacolo messo in scena e l'aspetto musicale del film, che grazie a due compositori che hanno sfacchinato per quasi un decennio e a interpreti più che all'altezza, hanno conquistato un po' tutti. In occasione dell'uscita di The Greatest Showman in DVD - dal 2 maggio - Gracey ci racconta come è nato tutto questo e quanto è stato arduo riuscire a debuttare con un musical originale a Hollywood.
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L'incontro con Hugh Jackman
Quando ha incontrato Hugh Jackman per la prima volta?
Durante uno spot pubblicitario che ho girato a Parigi per il Lipton Ice Tea; l'agenzia era convinta che io lo conoscessi e io non ho detto nulla perché era uno spot con un grosso budget e volevo avere l'incarico. Il giorno delle prove Hugh Jackman arriva e tutte le persone dell'agenzia erano lì per vedere la grande star e Hugh mi vede e fa "Michael!" e viene ad abbracciarmi e mentre mi abbraccia mi sussurra "pensano che io e te ci conosciamo già, fai finta di niente e tienimi il gioco amico" e così abbiamo fatto finta di essere grandi amici.
E questa è la prima volta che vi siete conosciuti?
Si, letteralmente e ci siamo divertiti talmente tanto durante le riprese dello spot che alla fine lui mi disse "dobbiamo fare un film insieme", ma sono cose che le star dicono in generale quando girano tutti quegli spot per la Cina e il Giappone, durante il party di fine riprese, con l'euforia che ti prende, si dicono cose del genere quindi al momento non ci ho dato peso. Ma ovviamente poi lui mi ha mandato uno script dicendomi "penso che questa storia di P.T. Barnum potrebbe diventare un grande film". Questo è stato otto anni fa, quando abbiamo cominciato a lavorare a The Greatest Showman.
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La lunga lavorazione del film
Come mai ci sono voluti otto anni?
Viviamo in un periodo in cui a Hollywood gli studios investono maggiormente per i franchise, che si tratti di supereroi o di Fast e Furious o remake, si parla di film con un pubblico già stabilito e questo fa molto comodo ed è giusto che sia così, visto che ci investono tanti soldi. Se fanno un musical si tratta in genere di qualcosa di già noto, che magari ha già un pubblico molto vasto. Proporre un film originale è già difficile, proporre un musical originale con un regista al debutto è davvero una pazzia!
Quindi c'è voluto molto per convincerli che ne valeva la pena...
Sì e il lavoro più consistente è stato quello per le canzoni. Abbiamo trascorso anni con Benj Pasek e Justin Paul per scrivere la musica... c'è questa citazione di Walt Disney che dice "Fallo talmente bene che lo devono volere" ed è diventato il nostro mantra. Queste canzoni dovevano essere talmente belle da rimanerti in testa, anche se non ti piace il genere musical dovevi dire "sì, quella canzone che ho sentito, non riesco a togliermela dalla testa". Abbiamo lavorato tantissimo e a quel punto non avevamo ancora la certezza che il film si sarebbe fatto e in alcuni momenti bui ce ne stavamo lì ad ascoltare queste canzoni incredibili e pensavo "forse nessuno mai le ascolterà", il che è terribile.
E così avete smesso di dare in giro la sceneggiatura...
Si, abbiamo capito subito che quando leggi lo script per un musical originale con tutti i versi delle canzoni che non conosci diventa piatto, non c'è emozione. Nei musical i personaggi cantano quando ormai le parole non sono più sufficienti e canti per una gioia immensa o per un momento doloroso e sulla carta tutto questo non c'è. Così invece di dare gli script, abbiamo seguito un processo simile a quello di uno show di Broadway, con Hugh e qualche star di Broadway per leggere le battute e cantare le canzoni. È stato il modo migliore per mostrare alla gente quello che volevamo fare ed è così che abbiamo trovato Keala Settle, che recita nel ruolo della donna barbuta. Appena ha aperto la bocca, ci siamo detti: "ok, è lei".
E durante tutti questi anni lei è sempre stato sicuro che ce l'avreste fatta a fare il film, anche nei momenti più bui?
Ho sempre dovuto essere la persona che diceva "ce la faremo". Altre persone possono avere momenti di dubbio, ma come regista devi dare la spinta a tutti. A un certo punto ho sentito una grande responsabilità verso i musicisti che per anni hanno lavorato per creare questo incredibile musical e verso Hugh che ha creduto in me e nella visione che avevo per questo film. E più persone si aggregavano al progetto più mi rendevo conto che stavamo facendo qualcosa di speciale. Ognuno di loro ha scelto di fare questo film invece di fare altre cose. Più che avere dubbi, ho sentito il peso di questa enorme responsabilità e della fiducia che ognuno ha riposto in me.
È stato molto coraggioso ad andare avanti, un'esperienza eccezionale...
Mi sento incredibilmente fortunato, avevo artisti con agenti che continuavano a dirgli "ma che fai? Non puoi firmare per un film così, non lo faranno mai" e loro "non mi interessa, anche se ci vogliono dieci anni, voglio fare questo film con lui". E non si tratta solo di Hugh Jackman o di Zac Efron e per inciso, gloria a Zac che è ritornato in scena dopo il pensionamento dai musical per cantare testa a testa con Hugh Jackman e lo fa in maniera fantastica!
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La passione e il carisma di Zendaya
Hugh è impazzito per la giovane star del film, Zendaya...
Non avevo idea di quanto fosse vasto il suo pubblico, mi sono sentito molto vecchio quando qualcuno mi ha spiegato il suo background. Ma quando l'ho incontrata sono rimasto impressionato dalla sua maturità. Da un punto di vista lavorativo, la sua etica ha veramente sconvolto tutti. Si mette lì, durante le prove, con pazienza aspettando il suo turno, o anche se non è di scena, la trovi in un angolo con il suo iPod perché le piace stare sul set con gli altri. Si è sottoposta a duri allenamenti per la sua routine al trapezio e mi mandava le foto delle mani con le vesciche, o di lei che stava volando nell'aria... c'è una scena nel film con Zac, dove lei non doveva cantare ma stava canticchiando tra se' e se' Rewrite the Stars e ho pensato "è una scena incredibile, bellissima" le ho detto di cantarla e lo ha fatto, una volta sola, e quella è stata la scena che ho scelto. Aggiunge un grande carisma alle scene dove è presente, a volte anche solo con uno sguardo. Mi sento in debito con lei, non solo per il lavoro che ha fatto ma anche per il suo supporto. Si è battuta per questo film e penso che sarà una delle più grandi star del cinema in futuro.
Ha insistito affinché facesse le acrobazie?
Sì, gliel'ho detto fin dall'inizio e lei è stata subito d'accordo. Insisto, stiamo parlando di gente che avrebbe potuto fare due film nel tempo che noi ci abbiamo messo per farne uno, ma loro hanno insistito e una di queste era Zendaya che si è allenata, facendosi i muscoli alle braccia, dando questa credibilità al personaggio che con uno schermo verde non avremmo mai avuto.
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La musica e Rebecca Ferguson
La sua visione del film è cambiata durante la lavorazione?
Proprio alla fine dei titoli di coda del film ci sono degli sketch di otto anni fa di come immaginavo le inquadrature, di come volevo fare il film. Sono di un'artista di nome Joel Chang; ci siamo seduti e abbiamo disegnato ogni inquadratura del film. Il motivo per chi li ho inclusi è per la grande soddisfazione di guardare questi disegni e vedere quanto assomigliano al film che è appena finito. Quindi no, la mia visione non è cambiata.
Queste immagini sono state parte della proposta iniziale?
All'inizio usavo solo le immagini, poi ci ho aggiunto la musica, e quando ho avuto tre canzoni ho detto "allora, se mi date l'ok per il film scriviamo il resto", ma loro le volevano tutte e così alla fine avevamo tutta la musica che ci serviva, ma alla fine abbiamo aggiunto dei cambiamenti all'ultimo momento durante la produzione, come la canzone di Jenny Lind, che è diversa dalla versione iniziale.
La voce di Rebecca Ferguson è stata usata per la canzone Never Enough?
Rebecca Ferguson è una cantante straordinaria, ma Lore Allred è la ragazza che ha cantato Never Enough nella demo e Rebecca, dopo averla ascoltata ha detto "beh, io so cantare, ma non so cantare così". Il suo non è un grande ruolo, ma ogni secondo con lei conta tantissimo. Ci sono moltissimi film negli ultimi anni dove le star non cantano e le voci originali non vengono citate nei credits. Rebecca ha insistito affinché Loren fosse accreditata "questa ragazza deve essere sentita e deve essere accreditata" ha detto, e così la prima volta che sentiamo la canzone è Loren, mentre la seconda versione, dove lei riesce appena a cantare, è Rebecca. Loren ha cantato seguendo i ritmi della voce di Rebecca e poi Rebecca a sua volta ha studiato la canzone per adattarsi a questa versione di Loren.
Nel film Rebecca canta la canzone in maniera molto emozionante...
Ha studiato i ritmi del respiro, le pause, tutto, è una splendida combinazione della voce di Loren e di Rebecca. Nel film quando parli di una cantante, non solo deve essere un'artista fenomenale, ma la canzone deve essere all'altezza e ci abbiamo lavorato fino all'ultimo. Il merito va a Benj e Justin per aver perseverato. Hanno scritto talmente tante versioni di quella canzone che alla fine mi hanno odiato, ma il risultato finale parla da solo.